Caiata (FdI): “Evasione fiscale è nel riciclaggio che si nasconde nelle transazioni anonime di contanti verso wallet digitali, mentre lo Stato insiste con la lotteria degli scontrini e il fallimentare cashback”

“I numeri dicono che su 80 miliardi di euro di evasione accertata, solo 10 sono recuperati, mentre l’evasione fiscale vera è altrove: nel riciclaggio che si nasconde nelle transazioni anonime di contanti verso wallet digitali, come denunciato da recenti inchieste giornalistiche, mentre lo Stato insiste con la lotteria degli scontrini e il fallimentare cashback promosso dal Presidente del Consiglio pro tempore Giuseppe Conte, altra paglia dove nascondere gli aghi del nero e senza portare un euro nelle casse dello Stato, come riconosciuto dalla stessa Corte dei conti”. E’ quanto sottolineato in un’interrogazione a risposta scritta rivolta dal deputato Caiata (FdI) al Ministro dell’economia e delle finanze.

Ecco il testo dell’interrogazione:

“Si scrive evasione fiscale, si legge inefficienza dello Stato; secondo il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, « In Italia ci sono 19 milioni di evasori, lasciamoli lavorare affinché ripaghino il debito »; una frase che, ad avviso dell’interrogante, rispecchia la concezione che l’Erario ha degli italiani, non contribuenti che creano ricchezza in cambio di servizi ma sudditi; al di là di ogni considerazione in merito ai numeri, certamente discutibili, per- ché i 19 milioni non si riferiscono agli evasori, ma alle persone destinatarie di almeno una cartella esattoriale, e la differenza non è certamente da poco, su una cosa Ruffini ha ragione, quando dice che gli evasori li conosce tutti, perché il 90 per cento delle cartelle esattoriali è notificato a persone perfettamente note al fisco, cittadini che hanno dichiarato le imposte da versare ma non sono riuscite a pagare; eppure, si sono visti nuovamente perseguitati da una pioggia di cartelle, come se due anni di emergenza pandemica e le gravissime ripercussioni economiche della guerra in Ucraina non ci fossero mai stati; i numeri dicono che su 80 miliardi di euro di evasione accertata, solo 10 sono recuperati, mentre l’evasione fiscale vera è altrove: nel riciclaggio che si nasconde nelle transazioni anonime di contanti verso wallet digitali, come denunciato da recenti inchieste giornalistiche, mentre lo Stato insiste con la lotteria degli scontrini e il fallimentare cashback promosso dal Presidente del Consiglio pro tempore Giuseppe Conte, altra paglia dove nascondere gli aghi del nero e senza portare un euro nelle casse dello Stato, come riconosciuto dalla stessa Corte dei conti; secondo i professionisti, come il commercialista Gianluca Timpone, « Gli evasori non risulteranno quasi mai destinatari di cartelle », perché l’Erario ha elaborato un algoritmo predittivo che incrocia le 136 banche dati disponibili, ma « L’evasore non transita nelle banche dati perché non presenta nessun modello dichiarativo, né dichiarazione dei redditi né dichiarazioni Iva né fatture elettroniche »; ci sarebbero, poi, cartelle esattoriali per un controvalore di mille e cento miliardi, ma soltanto una piccola percentuale si può effettivamente riscuotere; eppure, l’ex Equitalia, anziché cancellare debiti or- mai inesigibili, a giudizio dell’interrogante li lascia annegare nel bilancio dello Stato, con un costo enorme di cui non sembra interessare a nessuno; poi c’è il tema della compliance, della conformità alle regole, e della scarsa collaborazione dell’Erario; le norme fiscali sono « scritte male e si lasciano interpretare », tanto che lo stesso Ruffini ha ammesso che « Ci sono i presupposti per fare una riforma » e non è un problema da poco, perché, stando così le cose, secondo il professionista « Non è detto che un contribuente abbia effettivamente violato una norma, a interpretarla (male) a volte è la stessa Agenzia, nonostante la prassi e la giurisprudenza sia di parere contrario »; a volte, il contribuente viene condannato semplicemente per errori formali di norme processuali, « Ma nel frattempo il contribuente deve anticipare un terzo delle imposte presuntamente evase »; anche sui professionisti si abbattono gli oneri dell’antiriciclaggio; basta una carta d’identità scaduta per far scattare una sanzione: « Siamo utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per agevolare il loro lavoro, vedi i tanti adempimenti per alimentare le infor- mazioni nelle banche dati. In pratica siamo loro dipendenti, pagati dai clienti contribuenti » conclude Timpone –: quali siano i dati aggiornati sul cosiddetto « magazzino ruoli » dell’Agenzia delle entrate, quello che contiene tutte le cartelle esattoriali ancora da riscuotere; se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per sospendere anche per il 2022 la notifica delle cartelle esattoriali, nonché per apportare ogni necessario correttivo alle inefficienze descritte in premessa, al fine di riequilibrare il rapporto tra il contribuente e il fisco e riportarlo sui binari della democraticità e trasparenza”. cdn/AGIMEG