I ricorsi in materia di giochi sono serviti alla Corte di Cassazione per definire quali siano i poteri e i compiti della Corte dei Conti. Lo ha spiegato il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema, nella Relazione sulle Attività Svolte nel 2018, presentata oggi in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione – nel regolamento di giurisdizione promosso nel giudizio d’appello sulle maxipenali – hanno infatti affermato che “La Corte dei conti, quindi può verificare la compatibilità delle scelte amministrative con i fini dell’ente pubblico. Se da un lato – si spiega nella Relazione – l’esercizio in concreto del potere discrezionale dei pubblici amministratori costituisce espressione di una sfera di autonomia che il legislatore ha inteso salvaguardare dal sindacato della Corte dei conti, dall’altro, la l. n. 241 del 1990, art. 1, comma 1, stabilisce che l’esercizio dell’attività amministrativa deve ispirarsi a criteri di economicità ed efficacia, costituenti specificazione del più generale principio costituzionale di cui all’art. 97 cost., e rilevanti non solo sul piano della mera opportunità, ma anche della legittimità della azione amministrativa”. In sostanza, la “Corte dei Conti può e deve verificare la compatibilità con i fini pubblici delle scelte amministrative effettuate dal concessionario di un servizio pubblico, ancorché nei limiti del controllo di ragionevolezza e di efficacia ed efficienza dei risultati”. Proprio applicando questo principio, le Sezioni Unite hanno riconosciuto “la giurisdizione del giudice contabile sull’azione di responsabilità per danno erariale, promossa nei confronti dei concessionari” delle slot “che avevano omesso di attivare tempestivamente il servizio di collegamento telematico per il controllo dell’andamento del gioco”. Infatti, “non rientra fra le scelte discrezionali insindacabili del concessionario la determinazione di omettere o differire la realizzazione degli interessi pubblici perseguiti dalla legge”
Ma nella Relazione si ricorda – “per il rilievo sistematico che potrebbe assumere” – la decisione delle Sezioni Unite della Cassazione di chiedere all’ufficio del Massimario e del Ruolo un approfondimento sul ruolo di agente contabile dei concessionari degli apparecchi. In particolare, le Sezioni Unite hanno chiesto di ricostruire il quadro normativo relativo alla nozione ed alla qualificazione giuridica dell’agente contabile; di ricostruire la normativa specifica e il regime fiscale relativo alle società concessionarie; e di verificare se le concessionarie siano assoggettabili al regime giuridico degli “agenti contabili”, alla luce della giurisprudenza nazionale e comunitaria. rg/AGIMEG