Bruni (prof. Economia Lumsa): “L’azzardo va tolto dalle multinazionali e dato a realtà statali o no profit. Il concetto che se usato con parsimonia non fa male, non può essere applicato al gioco”

“Il linguaggio è molto importante, è un indicatore di dove va il Paese. La parola gioco d’azzardo è sbagliata. Perchè l’azzardo non è un gioco. Quest’ultimo è infatti gratuità. Quando, invece, il business è troppo importante si esce dal gioco. Anche azzardo patologico è una definizione pericolosa, perchè rischia di portare tutta l’attenzione sull’aspetto medico-clinico. E’ invece la punta di un iceberg. Si vuole accostare l’azzardo allo zucchero o al vino. Ossia al concetto che se usato con parsimonia non fa male. Ma l’azzardo non è zucchero o vino, ma è più vicino al fumo”. E’ quanto ha dichiarato Luigino Bruni, professore ordinario di Economia Politica alla Lumsa durante la conferenza “Slot Mob, un gesto collettivo di liberazione dall’azzardo di massa” in corso nella Sala “Caduti di Nassirya” del Senato.

“L’azzardo è una struttura di peccato e fa male. Se non spezziamo il circolo perverso e non spostiamo la struttura dell’azzardo dalle multinazionali a realtà statali o no profit, non ne usciamo. Va cambiata la struttura dei diritti di proprietà, degli appalti e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. E’ fondamentale l’obiettivo di rimettere in gioco le concessioni. Deve esserci, infine, un’Osservatorio dedicato a una faccenda su cui stiamo giocando l’anima collettiva del nostro Paese”, ha concluso. cdn/AGIMEG