Bplus ha depositato nel corso dell’udienza di fronte alla Seconda Sezione del Tar Lazio tutti gli atti – in particolare le intercettazioni – del procedimento penale di fronte al Tribunale di Milano, per la vicenda del finanziamento ottenuto dalla Banca Popolare di Milano all’epoca della gara per il rinnovo delle concessioni slot. Dagli atti – ha sottolineato la difesa di Bplus nel corso dell’udienza – non emerge alcun contatto tra la compagnia o i suoi titolari, e ambienti mafiosi. Le accuse su queste vicende, ha asserito ancora, sono infatti state archiviate. Gli unici elementi che emergono a carico della compagnia sono quelli che comprovano il pagamento di una tangente ai dirigenti della Banca per ottenere il finanziamento, in questo caso tuttavia l’accusa è caduta, dal momento che “lsa Banca ha ritirato la querela che aveva presentato, e la corruzione tra privati non è perseguibile d’ufficio, ma solo a seguito di querela di parte”. Partendo da tale vicenda, al Prefettura di Roma ha avviato l’istruttoria sfociata nell’interdittiva antimafia. Gli atti del procedimento di Milano erano rimasti secretati fino al marzo scorso, quando sono state disposte l’archiviazione e la derubricazione delle accuse. Solo allora la difesa della compagnia ha potuto prendere visione del contenuto delle intercettazioni, con il deposito odierno mira in sostanza a provare che l’interdittiva della Prefettura sia priva di fondamento. L’Avvocatura di Stato nel corso dell’udienza ha ribattuto che la situazione di Bplus vada esaminata nel suo quadro complessivo, e non basandosi su singoli atti. gr/AGIMEG