Regioni, bozza LINEE GUIDA RIAPERTURE: tutti i dettagli delle linee che verranno presentate al Governo. Ancora una volta “dimenticato” il gioco pubblico

E’ stato convocata per le 11,00 la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, nella quale si parlerà anche di riaperture. Le Regioni si dicono pronte a riaprire progressivamente le attività nei prossimi due mesi e oggi presenteranno al Governo l’aggiornamento delle linee guida per la riapertura delle attività economiche. Nella bozza delle nuove richieste e linee guida si legge che si vogliono riaprire i ristoranti anche a cena, sfruttando anche gli spazi all’aperto ed uno slittamento di una o due ore del coprifuoco.

Ristoranti

Per quanto riguarda i ristoranti, inoltre, la distanza tra i tavoli all’interno dei locali sarà di 2 metri, che scendono ad 1 se sono all’aperto. La prenotazione sarà più che raccomandata, mentre sarà obbligatoria la mascherina se ci si alza dai tavoli. Occorre privilegiare le prenotazioni, raccomandano le Regioni nelle linee guida visionate dall’Adnkronos, e “disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors)”. ”Le misure”, si legge nella bozza, ”se rispettate, possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo, che della cena”. Inoltre, si sottolinea nel documento, le misure ”possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening periodico del personale non vaccinato”. Le linee guida, si precisa nella bozza, si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande come ”ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie” anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali e per ”l’attività di catering”. Privilegiare la ”prenotazione” e usare la mascherina se ci si alza. E’ una delle raccomandazioni contenute nella bozza con le linee guida stilate dalle Regioni per le riaperture dei ristoranti, visionate dall’Adnkronos, che oggi saranno sottoposte al governo. ”Privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni – si legge nella bozza – In queste attività non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere”. Inoltre si sottolinea che i ”clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo”.

Bar

Nei bar sarà consentito il gioco a carte e mettere a disposizione dei clienti i giornali. Al bancone dovrà essere mantenuta una distanza di 2 metri tra le persone e privilegiare gli spazi all’aperto. “Dopo le 14 consentire solamente la consumazione al tavolo” nei bar. “Per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 2 metri tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale”. “È consentita la messa a disposizione, possibilmente in più copie, di riviste, quotidiani e materiale informativo a favore dell’utenza per un uso comune, da consultare previa igienizzazione delle mani”, si legge nella bozza visionata dall’Adnkronos. “Sono consentite le attività ludiche che prevedono l’utilizzo di materiali di cui non sia possibile garantire una puntuale e accurata disinfezione (quali ad esempio carte da gioco), purché siano rigorosamente rispettate le seguenti indicazioni: obbligo di utilizzo di mascherina; igienizzazione frequente delle mani e della superficie di gioco; rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro sia tra giocatori dello stesso tavolo sia tra tavoli adiacenti. Nel caso di utilizzo di carte da gioco è consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi”.

Ristorazione

Sì ai buffet ma solo con cibi monodose. ”La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose”. ”In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti anche attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali – si sottolinea nella bozza – dovranno essere altresì valutate idonee misure, come segnaletica a terra, barriere, per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro durante la fila per l’accesso al buffet”.

Cinema e teatri

Sparisce nella nuova bozza delle Regioni, aggiornata questa mattina, l’obbligo di tampone (“evidenza di un test negativo nelle ultime 48 ore”), o di completamento del ciclo vaccinale per poter accedere a cinema, teatri, arene e spettacoli. La misura era prevista nella prima bozza messa nero su bianco dal gruppo tecnico ristretto e aveva sollevato le critiche degli addetti ai lavori, ma nell’aggiornamento del documento di questa mattina -prima dell’incontro con il governo in cui verranno presentate le linee guida visionate dall’Adnkronos- l’obbligo è venuto meno. Sostituito con una dicitura più blanda e riportata in tutti i ‘capitoli’ di cui si compone il documento -ristorazione, palestre e piscine, strutture termali, cinema e spettacoli dal vivo- ovvero la possibilità di mantenere aperte le attività anche in “scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing”.

Palestre

Palestre aperte in zona rossa, rispettando regole e distanze. Le palestre possono restare aperte “anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio” purché rispettino regole, distanziamento e integrino le norme “con strategie di screening periodico del personale non vaccinato”. Nel documento, visionato dall’Adnkronos, tra le altre cose si prevede per le palestre di “redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5 °C”. “Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l’accesso agli stessi. Regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza: o almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica, o almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa)”. E’ necessario “dotare l’impianto/struttura di dispenser con prodotti igienizzanti per l’igiene delle mani dei frequentatori/clienti/ospiti in punti ben visibili, prevedendo l’obbligo dell’igiene delle mani all’ingresso e in uscita. Dopo l’utilizzo da parte di ogni singolo soggetto, il responsabile della struttura assicura la disinfezione della macchina o degli attrezzi usati”, si legge nella bozza. “Gli attrezzi e le macchine che non possono essere disinfettati non devono essere usati”. Servirà “garantire la frequente pulizia e disinfezione dell’ambiente, di attrezzi e macchine (anche più volte al giorno, ad esempio tra un turno di accesso e l’altro), e comunque la disinfezione di spogliatoi (compresi armadietti) a fine giornata”. Inoltre: “Non condividere borracce, bicchieri e bottiglie e non scambiare con altri utenti oggetti quali asciugamani, accappatoi o altro. Utilizzare in palestra apposite calzature previste esclusivamente a questo scopo. Tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti; si raccomanda di non consentire l’uso promiscuo degli armadietti e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali. Mantenere aperte, il più possibile, porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d’aria naturale negli ambienti interni. In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna”. Infine: “Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate. Nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria”.

Piscine

Ogni nuotatore dovrà avere 7 metri quadri di acqua in vasca. Nel ‘capitolo’ dedicato alle piscine è scritto infatti che “la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Per le aree solarium e verdi assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone; tra le attrezzature (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m. Il gestore pertanto è tenuto, in ragione delle aree a disposizione, a calcolare e a gestire le entrate dei frequentatori nell’impianto in base agli indici sopra riportati”. Vi sono poi tutta una serie di regole per garantire riaperture in sicurezza delle piscine, tra queste la raccomandazione a “privilegiare l’accesso agli impianti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni; Organizzare gli spazi e le attività nelle aree spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere); tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti; si raccomanda di non consentire l’uso promiscuo degli armadietti e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali”.

Sport

Nuove misure per le riaperture delle palestre, ma no allo sport da contatto fisico. È quanto prevede la bozza delle linee guida per la riapertura delle attività, che le Regioni sottoporranno a Governo e Cts. Secondo il protocollo, bisognerà regolamentare l’accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l’attività fisica. Bisognerà inoltre assicurare almeno due metri di distanza tra le persone negli spogliatoi e nelle docce.

Strutture termali e centri benessere

“Le presenti indicazioni si applicano alle strutture termali e ai centri benessere, anche inseriti all’interno di strutture ricettive, e alle diverse attività praticabili in tali strutture (collettive e individuali) quali: fangoterapia, fango-balneoterapia, balneoterapia (vasca singola o piscina), irrigazioni vaginali, cicli di cura della sordità rinogena (insufflazioni), prestazioni idrotermali rivolte a pazienti affetti da vasculopatie periferiche, cure inalatorie (inalazioni, nebulizzazioni, aerosol, humages), terapia idropinica, cicli di cura della riabilitazione neuromotoria e della rieducazione motoria del motuleso e della riabilitazione della funzione respiratoria, prestazioni di antroterapia (grotte e stufe). Le presenti indicazioni vanno integrate, in funzione dello specifico contesto, con quelle relative alle piscine per l’attività natatoria e ai servizi di ristorazione. Prima della riapertura dei centri e dell’erogazione delle prestazioni termali, è necessario eseguire adeguate opere di prevenzione e controllo del rischio di contaminazione del sistema idrico (es. contaminazione da Legionella)”.

Produzione spettacoli e danza

In vista dell’allentamento delle misure le Regioni avanzano proposte per la ripartenza delle produzioni liriche e sinfoniche, per gli spettacoli musicali, per le produzioni teatrali e della danza: “L’entrata e l’uscita dal palco – si legge nella bozza delle Regioni riguardo le riaperture – dovra’ avvenire indossando la mascherina, che potra’ essere tolta durante l’esecuzione della prestazione artistica se sono mantenute le distanze interpersonali, e in maniera ordinata, mantenendo il distanziamento interpersonale, dando precedenza a coloro che dovranno posizionarsi nelle postazioni piu’ lontane dall’accesso (in fase di uscita dal palco, si procedera’ con l’ordine inverso). “I professori d’orchestra – si legge nella bozza – dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro; per gli strumenti a fiato, la distanza interpersonale minima sara’ di 1,5 metri; per il direttore d’orchestra, la distanza minima con la prima fila dell’orchestra dovra’ essere di 2 metri. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet”. “Per gli ottoni, ogni postazione dovra’ essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante. I componenti del coro dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti sul palco. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. Si dovra’ evitare – si aggiunge – l’uso di spogliatoi promiscui e privilegiare l’arrivo in teatro degli orchestrali gia’ in abito da esecuzione”. Per quanto riguarda le produzioni teatrali “l’accesso alla struttura che ospita le prove deve avvenire in maniera ordinata, mantenendo il distanziamento interpersonale; lo stesso distanziamento va garantito al termine delle prove in uscita dalla struttura. Negli spazi comuni che consentono di accedere ai camerini degli artisti, al laboratorio sartoriale, alla sala/area trucco ed ai locali/aree che ospitano i sistemi di gestione delle luci e dei suoni, all’ufficio di produzione, etc. deve essere mantenuto il distanziamento interpersonale e individuati passaggi che consentano di escludere interferenze”. Inoltre “l’uso promiscuo dei camerini e’ da evitare salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale unito ad una adeguata pulizia delle superfici. Il personale (artisti, addetti a lavorazioni presso i laboratori di scenotecnica e sartoria, addetti allestimento e disallestimento della scenografia, etc.) deve indossare la mascherina quando l’attivita’ non consente il rispetto del distanziamento interpersonale. Questa misura non viene applicata per i nuclei familiari, i conviventi e le persone che in base alle disposizioni vigenti non sono soggette al distanziamento interpersonale (detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilita’ individuale). Per la preparazione degli artisti, trucco e acconciatura, si applicano le indicazioni previste per i settori di riferimento; per la vestizione, l’operatore e l’attore per il periodo in cui devono mantenere la distanza inferiore a 1 metro devono indossare una mascherina a protezione delle vie aeree, l’operatore deve indossare anche i guanti”. “Gli oggetti eventualmente utilizzati per la scena devono – si legga ancora nella bozza – essere manipolati dagli attori muniti di guanti. I costumi di scena dovranno essere individuali; non potranno essere condivisi dai singoli artisti prima di essere stati igienizzati”. Infine per quanto riguarda le produzioni di danza “premesso che le principali misure di prevenzione del contagio (distanziamento, l’igiene delle mani e delle superfici e la prevenzione della dispersione di droplet tramite l’utilizzo di mascherine e visiere) sono di difficile attuazione nella pratica della danza, devono essere prese in considerazione anche – si spiega – altre misure di mitigazione, definite dalle singole compagnie e mutuate dai protocolli per gli allenamenti sportivi messi a punto per lo sportivo professionista di squadra, a cui la categoria “danzatori” puo’ considerarsi assimilabile. In generale, gli allenamenti/spettacoli di una compagnia di danza si svolgono solitamente in una struttura apposita (la sala prove o il palcoscenico) assimilabile ad una palestra”. In particolare, vanno attuate: “la riduzione del numero totale delle persone (compresi eventuali accompagnatori) presenti nel sito, anche tramite turni; la riorganizzazione delle attivita’ e la formazione sulle stesse, ricorrendo anche a strumenti di collegamento a distanza; l’obbligo, per i danzatori, quando non direttamente impegnati in allenamento/spettacolo, di mantenere la distanza di almeno 1 metro tra loro e gli altri operatori presenti e di indossare la mascherina”.

Norme generali

Rispettare le misure anche se vaccinati. E’ quanto viene precisato nell’ultimo aggiornamento della bozza, che l’Adnkronos ha potuto visionare. ”Nella fase attuale nelle quale la campagna vaccinale è in corso e non risulta ancora raggiunta una copertura adeguata della popolazione, in considerazione delle indicazioni scientifiche internazionali che non escludono la possibilità” che chi è vaccinato possa contagiarsi, ”pur senza sviluppare la malattia, e diffondere il contagio, si ritiene che allo stato attuale il possesso e la presentazione di certificazioni vaccinali non sostituisca il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio quali ad esempio il distanziamento interpersonale, l’utilizzo della mascherina, l’igienizzazione della mani e delle superfici”.

Le misure per ristorazione, palestre e piscine e cinema e spettacoli dal vivo, possono essere applicate anche nelle zone rosse. E’ quanto prevede la bozza delle linee guida delle Regioni. Le misure indicate per ristoranti e palestre, si legge infatti, “possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici ad alto rischio” purché associate a “screening periodico del personale non vaccinato”. Per cinema e spettacoli dal vivo, le misure si mantengono in scenari a “basso medio e alto rischio” se integrate con tamponi all’ingresso, test negativi effettuati nelle ultime 48 ore, completamento della vaccinazione.

(NEWS IN AGGIORNAMENTO)

sb/AGIMEG