Bolzano, interrogazione FdI: “Perchè non è stata presa ancora alcuna decisione riguardo la riapertura dei locali da gioco in Alto Adige?”

A Bolzano, il Consigliere Provinciale Alessandro Urzì (FdI) ha presentato un’interrogazione rivolta al Presidente della Giunta provinciale e/o all’Assessore competente “per sapere per quale ragione non sia stata presa ancora alcuna decisione riguardo la riapertura dei locali da gioco in Alto Adige e quando si intenda farlo; se non si ritenga opportuno, a tutela dei lavoratori, prevedere la riapertura dei locali da gioco in provincia di Bolzano con tempistiche analoghe a quelle delle altre regioni italiane, la maggioranza delle quali hanno già consentito la ripartenza del settore”. Il consigliere ha sottolineato nelle premesse: “Premesso che tra il 13 giugno (Toscana), il 15 giugno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) ed il 19 dello stesso mese (Calabria, Liguria, Emilia Romagna, Veneto) in recepimento del Dpcm dell’11 giugno e delle linee guida fissate dalla Conferenza delle Regioni hanno potuto riprendere l’attività le sale gioco in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione del Lazio in cui la riapertura è fissata al 1° luglio e della provincia di Trento che l’ha prevista per il 14 dello stesso mese. La Provincia di Bolzano non risulterebbe aver preso ancora una decisione a riguardo. Considerato che il punto l) del Dpcm 11 giugno prevede che “le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite a condizione che le Regioni e le Province Autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi; detti protocolli o linee guida sono adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti protocolli o nelle linee guida nazionali e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10. Rilevato che nel settore delle sale gioco in Alto Adige risultano impiegati più di seicento lavoratori, la quasi totalità in cassa integrazione dallo scorso marzo peraltro molti senza aver ancora incassato alcunché; Ritenuto che l’andamento della situazione epidemiologica richiamata nel citato Dpcm appare del tutto compatibile con la riapertura delle sale da gioco nel rispetto degli opportuni protocolli di sicurezza e che invece appare inspiegabile la ragione per cui l’Alto Adige che nelle scorse settimane si è contraddistinto per aver anticipato la fase 2 rispetto al resto del paese per quanto riguarda il comparto delle attività di gioco intenda indossare la maglia nera”. cdn/AGIMEG