Bingo, Di Stefano (sala Palermo): “Nostro settore nominato dal Governo solamente quando deve essere chiuso. E’ ora di tornare in piazza per far sentire la nostra voce”

“Il Governo dice che quella del gioco non è una categoria indispensabile, ma io con il mio onesto lavoro in una sala bingo ho portato avanti la mia famiglia in maniera pulita e dignitosa. Invito tutti i politici ad entrare in una sala prima di prendere decisioni, invece troppo spesso dimenticano che noi facciamo gioco legale, autorizzato dallo Stato, non possiamo continuare ad essere sempre gli ultimi a riaprire”. E’ quanto ha detto ad Agimeg Giuseppe Di Stefano, lavoratore di una sala bingo di Palermo, chiusa per l’emergenza coronavirus, così come tutte le attività che offrono gioco, dalle agenzie di scommesse ai corner di gioco nei bar.
“Questo silenzio su di noi mi fa paura, vorrei per questo spronare tutti i miei colleghi a mobilitarsi. Veniamo nominati solamente quando dobbiamo essere chiusi, ma non sappiamo quando potremo riaprire. Di certo non dopo il prossimo 3 dicembre, quando molto probabilmente riapriranno altre attività commerciali, non certo la nostra. La verità – prosegue Di Stefano – è che il settore è malvisto da Governo e politici, motivo per il quale saremo sempre gli ultimi a poter riaprire. Quindi chiedo a tutti gli organi che lavorano nel settore dei giochi a mobilitarsi per dare voce alle nostre problematiche. Durante il primo lockdown siamo stati più compatti, abbiamo lottato e manifestato per i nostri diritti, con la grande manifestazione tenutasi a Roma lo scorso 9 giugno, mentre ora in questo secondo lockdown vedo più rassegnazione da parte dei lavoratori del comparto. Invece dovremo scendere nuovamente in piazza, sempre in modo civile e composto, per far sentire la nostra voce. Le sale bingo sono luoghi sicuri, abbiamo seguito tutti i protocolli anticovid, dal distanziamento dei tavoli alle mascherine all’igienizzante per le mani e le superfici. Eppure nonostante questo siamo stati chiusi, con tutti i problemi economici che ne conseguono. Molti di noi non hanno ancora ricevuto ristori, io personalmente non prendo un euro da giugno, ma mutui e bollette vanno pagate. Noi vogliamo riaprire, al bingo non si è mai rovinato nessuno, è un luogo di svago ed intrattenimento dove si passa del tempo in modo piacevole. Abbiamo bisogno di tornare alla normalità, noi lavoratori del settore e la gente che da mesi è costretta a stare chiusa a casa”, ha concluso. cr/AGIMEG