“Il Ministero dell’Economia non ritiene che “il settore del gioco pubblico (unitamente ad altri comparti) sia stato penalizzato oltre misura, con evidenti pregiudizi, considerato il periodo di chiusura media dei negozi di gioco, superiore agli altri Paesi europei (secondo un’indagine dell’Agimeg), le cui conseguenze occupazionali interessano più di 30.000 addetti impiegati nella distribuzione fisica del gioco, unitamente agli effetti negativi sulla spesa e sulle entrate erariali dei giochi”?
Lo chiede in un’interrogazione parlamentare il senatore Andrea De Bertoldi, di Fratelli d’Italia. Che poi chiede di adottare “misure urgenti e indispensabili anche attraverso misure d’incentivo, al fine di sostenere la categoria interessata”. Le misure finora adottare “appaiono inique e incapaci di rispondere ai minimi principi di ragionevolezza e proporzionalità, in relazione ad attività con categorie merceologiche analoghe”.
De Bertoldi nell’interrogazione ricorda anche che ” un numero elevato di scommettitori si è invece indirizzato sul gioco illegale, come confermato direttamente dal direttore generale delle dogane e dei monopoli, professor Marcello Minenna, il quale ha rilevato che durante il lockdown c’è stato un forte aumento del gioco d’azzardo illegale, a fronte di una contrazione di quello legale (come testimoniano i numerosi interventi di repressione avvenuti in più di 50 capoluoghi di provincia, a seguito di verifiche in 250 sale illegali”.
E sottolinea il proprio sconcerto di fronte “alle misure adottate dal Governo nei riguardi della filiera del settore dei giochi e delle scommesse legali, che, con comportamento schizofrenico e inaccettabile, da un lato, comportano gravissime perdite di gettito per l’Erario, a causa del calo delle scommesse, dall’altro alimentano il grave fenomeno della ludopatia e del mercato del gioco d’azzardo illegale (senza l’introduzione di contromisure efficienti), determinando effetti socio-economici devastanti, sia sulla riduzione del numero dei lavoratori regolari, che sull’intero sistema economico delle famiglie e delle imprese del comparto, considerato che le misure di ristoro recentemente introdotte si sono dimostrate insufficienti e inadeguate”. lp/AGIMEG