Baretta (sottosegr. Mef): “Sbagliato rinvio a luglio delle aperture delle sale giochi nel Lazio, ma c’è una differenza tra casinò e sale private”

“Ho letto sulla questione del Casinò tanto interesse e un bel po’ di polemica da parte dei sostenitori del sindaco uscente, nelle repliche al mio post. Ma sulle questioni sollevate, pretestuose o meno, val la pena precisare alcune cose… A cominciare dallo slittamento della riapertura. Nonostante qualche assessore si sia prodigato nel ringraziare il buon operato della regione, stride ancora constatare l’incongruenza tra la richiesta esasperata di aprire tutto e subito e lo slittamento al 19 giugno. Dov’è la tanto agognata volontà di tornare alla normalità?”. E’ il commento di Pier Paolo Baretta, sottosegretario Mef, dopo le sue dichiarazioni a seguito della decisione di aprire il Casinò di Veneto il 19 giugno. “Ovviamente ritengo sbagliato il rinvio a luglio deciso da qualche altra regione, anche se vorrei far osservare che c’è una differenza tra Casinò (che nel Lazio non ci sono) e sale giochi private. Per giustificare la mancata riapertura di Ca’ Vendramin Paolino D’Anna – Politico dice che questa sede è frequentata soprattutto da una clientela straniera. Mi stupisco, perché lui sa certamente che proprio da oggi si riaprono le frontiere con tutti i Paesi europei e molti dell’est. Quindi il messaggio a questi potenziali ospiti deve arrivare ora. La Slovenia, e non solo, sono vicine e non staranno certo a guardare. Oggi sono gli stessi albergatori che chiedono a gran voce la riapertura di Ca’ Vendramin. E a proposito di bilanci, per tenerli in attivo o almeno in equilibrio bisogna lavorare e investire. D’altra parte, se si chiede a tutti di aprire e rischiare, il Comune deve dare l’esempio. Tanto più tenendo conto che Campione (la cui chiusura ha contribuito al buon andamento del bilancio di Venezia) continua a non aprire. Infine, la questione della vendita del Casinò. Chi insinua ciò, sa di diffondere una fake news. Non è legale farlo. Si è sempre parlato – oggi se ne parla per Campione – di una gestione ai privati in concessione, mentre – conclude Baretta – la proprietà della licenza e degli immobili sarebbe rimasta al Comune. Personalmente, per Venezia, propendo per mantenere la gestione diretta tramite la società pubblica”. cdn/AGIMEG