dai nostri inviati a Milano – “Il Parlamento ci ha dato l’impegno di riorganizzare il gioco. Ho constatato che ci eravamo trovati di fronte a un’esplosione dell’offerta non coincidente con la crescita della sensibilità culturale. L’intervento di Enti locali e Comuni è naturalmente motivato da questo fatto, che per lungo periodo il gioco si è diffuso sul territorio, seppur con risultati importanti per l’erario. Per un fine nobile, la ricostruzione dopo il territorio de L’Aquila, si è diffuso numero delle Awp in maniera particolarmente rilevante che ha creato questa contraddizione. La scelta di fondo alla quale siamo approdati è ragionare su una consistente riduzione dell’offerta di gioco. Non è facile, a fronte di un’entrata di 9/10 miliardi all’anno, invertire la tendenza, ma è possibile in una riflessione interna con il Parlamento, trovando un nuovo punto di equilibrio. Serve recuperare un ruolo istituzionale più coerente con la cresciuta sensibilità nel nostro Paese sul tema del gioco”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario al Mef, Pier Paolo Baretta, nel corso della Tavola Rotonda “Istituzioni e Azzardo in Italia”, in corso questa mattina a Milano. “L’idea della riduzione dell’offerta si sostanzia con la fine dell’iter della Manovrina di primavera con la pubblicazione in GU del decreto di riduzione slot da 400 mila a 265 mila, entro aprile del 2018. Mentre le Vlt sono 50 mila e sono concentrate in luoghi dedicati, le slot sono diffuse sul territorio e sono 400 mila. Non escludo che verrà ridotto anche il numero della Vlt, ma ora serve consolidare il risultato della riduzione delle Awp. In tre anni vogliamo inoltre dimezzare l’offerta di punti di gioco, ora sono circa 100 mila, di cui 70 mila bar e tabacchi, che saranno ridotti a 35 mila in tre anni”. cr/AGIMEG
Baretta (Mef): “Sulla pubblicità chiederemo ad AGCOM il ruolo di regolatore. Quanto fatto finora non è sufficiente”
dai nostri inviati a Milano – “Lo Stato non deve occuparsi delle decisioni territoriali, l’organizzazione della distribuzione del gioco nel territorio deve esser trovata fra Regioni ed Enti locali. Poiché riduciamo i punti gioco del 50%, evitiamo soluzioni per le quali tutto il centro storico rimane senza gioco e tutto il resto è concentrato in periferie, è una calda raccomandazione che facciamo, in modo che gli enti locali distribuiscano il gioco in maniera equilibrata, ogni città e Regione ha le sue caratteristiche, altrimenti la riduzione del 50% non ha effetto”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario al Mef, Pier Paolo Baretta, nel corso della Tavola Rotonda “Istituzioni e Azzardo in Italia”, in corso questa mattina a Milano. In tema di orari, il sottosegretario ha detto che “non è competenza dello Stato decidere sugli orari. C’è un punto sul quale abbiamo accolto una richiesta dei Comuni, di non competenza dell’attuale normativa, ovvero la possibilità dei Comuni di fermare il gioco in alcune fasce della giornata in orari sensibili per la comune convivenza, 6 ore al giorno. Un intervento regolatorio, ma non inibitorio. Altro punto importante è la qualificazione del gioco, con l’introduzione di una certificazione per chi vorrà vendere gioco”. Per Baretta “c’è stata in questi mesi una inversione di tendenza, anche se è solo un primo passo, non sono stati toccati tutti i giochi, ma solo gli apparecchi da intrattenimento. Questa scelta avrà conseguenze anche sulle entrate erariali, non ancora calcolate, ma la contrazione sarà sicuramente inevitabile”. Sulla pubblicità “siamo arrivati a un punto che non considero sufficiente (dalle 7 alle 22) ma c’è anche un problema che la scelta è stata sui generalisti. Pensiamo di chiedere all’AGCOM il ruolo di regolatore in materia di messaggi pubblicitari di gioco”. cr/AGIMEG