Il sottosegretario del Ministero dell’economia e finanza Pier Paolo Baretta, il maggiore “indiziato” ad avere la delega per il settore del gioco pubblico, è intervenuto sulle questioni dell’economia parlando anche del segmento in questione. Lo ha fatto con una video intervista rilasciata al magazine online dell’Eurispes. Alla domanda “Nei mesi della pandemia, e ancora oggi, sono venute a mancare ingenti entrate fiscali – penso, per esempio, a quelle del gioco legale (mentre quello illegale sta prosperando). È stato un errore chiudere i giochi?”, Baretta ha risposto che: “Chiudere no, perché come tutte le attività economiche che potevano essere fonte di contagio, come i pubblici esercizi, avere affrontato il momento difficoltà è stato doveroso e inevitabile. Bisogna sapere però che come ci siamo preoccupati che ci fosse un’aggressione alle nostre imprese da parte della malavita, così bisogna sapere che nel caso del gioco si tratta di un settore delicato ed esposto a rischio di invasione dell’illegalità. A questo rischio potrebbe affiancarsi l’usura. E’ bene quindi avere ben chiaro che è necessaria una riforma del sistema del gioco pubblico che vada nella direzione di una solida battaglia contro eccessi negativi e contro la ludopatia, ma che contrasti allo stesso tempo l’espansione della criminalità. Questo è fondamentale non solo per una questione di risorse pubbliche ma anche per una tutela del bene pubblico”.
A Baretta è stato anche chiesto se si può essere più o meno ottimisti su come sarà la nostra economia in autunno: “Il realismo dice che l’autunno sarà molto complicato; i dati macroeconomici ce lo confermano. Siamo passati in due mesi dal 2,2 al 10,4 di indebitamento e il debito pubblico è schizzato dal 132% al 160/66%. Il Pil, come sappiamo, si attesta sul -9. Questi dati sono l’esito non tanto di politiche, quanto della scelta di arginare e combattere il più possibile gli effetti economici del Coronavirus, i quali sono stati devastanti, poiché totalmente imprevisti, senza regole precedenti e dinamici, nel senso che sono venuti crescendo progressivamente. Le conseguenze sono ancora tutte aperte: per questo, l’autunno, realisticamente, sarà un autunno molto complicato. Ci sono, però, elementi che ci fanno dire che sarà possibile affrontarlo. L’elemento positivo è rappresentato dal dibattito con l’Europa e le risorse che dall’Europa riceveremo, risultato del negoziato di queste ultime settimane. Penso alle risorse per lo SURE (cassa integrazione europea), penso ai fondi del MES (tutti finalizzati alla Sanità e senza condizioni), penso ai 170 miliardi (circa) che possono arrivare dal Recovery Fund. Questa è una condizione importantissima, perché il rilancio dell’economia, o per lo meno l’inversione di tendenza, in questo momento non può essere affidato soltanto agli ammortizzatori – che in parte dovranno continuare –, ma si deve accompagnare ad un rilancio di investimenti pubblici e privati che rimettano in moto il sistema economico e affrontino anche le difficoltà dei mercati. Per questo il realismo ci dice che sarà un autunno difficile, ma la politica ci dice anche che abbiamo gli strumenti per affrontarlo”. es/AGIMEG