Barbieri (Presidente Ascob) ad Agimeg: “DPCM rimanda a Regioni decisioni possibili chiusure, ma il vero problema è crollo della clientela nelle sale. Perso il 32% delle entrate da Vlt ed il 18%-22% nelle sale Bingo”

“Il nuovo DPCM non mi pare porti chissà quale nuove novità nel settore del gioco. L’articolo 1 dice infatti ‘fatti salvi i protocolli delle linee guida’. L’unica vera problematica è che lasciando poteri a Comuni e Regioni di legiferare a seconda dell’emergenza epidemiologica ci si ritrovi di fronte un’Italia spaccata. Il decreto di fatto rinvia alle regioni le decisioni che vorranno prendere in questo periodo e per questo non vorrei che vi fosse l’intenzione di chiudere il settore del gioco. Non dimentichiamo che a marzo si è chiuso, quando in Sicilia e Calabria i casi erano praticamente nulli. In altre parole il rischio c’è, ogni regione può decidere di chiuderci se l’indice dei contagi sale”. E’ quanto ha dichiarato Salvatore Barbieri (Presidente Ascob), nel corso della diretta con il direttore di Agimeg Fabio Felici, commentando il nuovo DPCM.
“Il nostro problema principale è tornare ad avere un clientela. Abbiamo problemi soprattutto con le sale bingo che ospitano Vlt. A luglio ed agosto abbiamo tenuto, ma a settembre e ottobre viaggiamo con un calo sulle vlt del 32%, con il gioco del bingo che ha perso tra il 18% e il 22%, cali per noi molti consistenti. Infatti abbiamo costi maggiori dovuti al personale che ora è addetto anche ad igienizzare le postazione e misurare la temperatura all’ingresso. Ma abbiamo contestualmente avuto una riduzione di un terzo dei posti a sedere, in modo che possa esserci la giusta distanza tra un tavolo e l’altro. Il vero problema sono gli organi di stampa, che creano allarmismi generalizzati, quando le percentuali di contagi sono basse”.
Barbieri ha colto l’occasione per fare alcune precisazioni in merito al comportamento che dovranno attuare le sale bingo a seguito del nuovo DPCM. “In merito al problema della ristorazione all’interno di sale bingo o in sale dedicate, l’articolo 1 lettera L rinvia alle decisioni della regione gli orari di chiusura o altre norme da applicare. Sulla questione delle mascherine all’interno delle sale bingo, pur avendo ridotto i posti di un terzo e rispettando le distanze, vanno sempre indossate – afferma il DPCM – tranne che per mangiare, bere e fumare. Sulla ristorazione, non abbiamo nel Dpcm un richiamo preciso all’interno di una sala, quindi rispettiamo gli orari che avevamo prima, questa è la nostra interpretazione. Se poi le regioni disporranno altro, ci atterremo a quanto decideranno”.
Infine, il presidente di Ascob si sofferma sul recente successo al Tar: “Ci abbiamo creduto fin dall’inizio, ci siamo trovati a pagare 7.500 al mese per una concessione che inizialmente era di 2.800 euro. Abbiamo chiesto ad Adm, visto che abbiamo tagliato i posti di un terzo, di ridurre di un terzo il canone ma ci è stato risposto che è una legge primaria a prevederlo e quindi non era in potere dell’Amministrazione decretare la riduzione. Allora siamo andati avanti e abbiamo ottenuto l’ordinanza del Tar che ci permette di pagare 2.800 euro al mese, aggiungendo una fidejussione a quella che già avevamo, fino alla pronuncia nel merito della Corte Costituzionale”. cr/AGIMEG