Barbieri (pres.Ascob) ad Agimeg: “Il M5S vuole chiudere il gioco in Italia, ma noi combatteremo fino in fondo per riaprire con le giuste condizioni perché è un nostro diritto”

“Il decreto parla di una data del 14 giugno, ci lascia nel limbo senza dire né che apriamo dopo né che apriamo prima. Dobbiamo veder che succede in questa fase, ma spero ancora che qualcosa si muova: il Premier ha dato altre due opzioni, il 25 maggio e il 3 giugno, quando usciranno altri due decreti. Il problema è che tra attendere le riaperture e poi mantenere le sale nessuno riuscirà a ripartire a queste condizioni”. Lo ha detto il presidente di Ascob, Salvatore Barbieri, nella diretta facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sul DPCM varato domenica che non prevede l’apertura di sale scommesse o bingo fino al 14 giugno. “La cosa che mi amareggia di più è sentire che si parla di palestre o altre attività senza fare riferimento al mondo del gioco in generale. E umiliante per tutti i ragazzi e le famiglie che lavorano in questo settore. Il M5S dice che è meglio che questo mondo chiuda, spero non sia questa la spallata finale. Noi dobbiamo lottare e combattere fino alla fine, il settore non è fatto di mafiosi, merita di avere una data per poter riaprire. Ascob è stata l’unica associazione a pubblicare una pagina su Repubblica ad aprile, ora non possiamo più andare in sordina, serve un megafono. Abbiamo una pagina facebook “Uniti per il bingo”, una bella iniziativa con oltre 3 mila persone. Noi meritiamo una data: tutti i settori hanno necessità di aprire, le sale bingo sono adeguate, abbiamo ricambio d’aria, abbiamo lo spazio necessario tra tavolo e tavolo e persona e persona, abbiamo un personale altamente formato e protocolli di sicurezza: cosa dobbiamo fare di più? La realtà è che siamo discriminati solo perché facciamo gioco. Dobbiamo essere uniti e organizzarci, mai come ora ci sono lavoratori e datori di lavoro che stanno sulla stessa barca. Anche i sindacati devono aiutarci. Quella di Ascob – afferma Barbieri – è una battaglia di civiltà, da oggi fino a giugno non bisogna fermarsi, bisogna farsi sentire a livello nazionale, dicendo che siamo pronti a ripartire, secondariamente vista la discriminante tra settore e settore, ribadisco che bisogna avere coraggio di far sentire ai politici la pressione. Direi alla politica: volete chiuderci? Abbiate il coraggio di dircelo”, conclude. cr/AGIMEG