Baldazzi (Eurispes): “Il riordino dei giochi deve coinvolgere tutti gli attori interessati e prima di normare vanno fatte ricerche approfondite per non ricadere ancora in errore”

A Roma, si sta svolgendo la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.

“Il gioco legale è appunto un presidio di legalità, lo affermano anche le stesse forze dell’ordine che se ne occupano. L’attenzione all’online non può oscurare la rete fisica, poiché quest’ultima sta deperendo a vantaggio dell’online. Ovviamente ci sono molte ragioni, ma una cosa è certa: non ci può essere una politica che guardi per settori la riorganizzazione del comparto del gioco. Secondo noi sarebbe un errore grave. Gioco online e rete fisica devono essere presenti allo stesso modo nel tavolo in cui viene riformata l’offerta di gioco pubblico. Riguardo i provvedimenti normativi regionali bisogna prendere atto che non hanno funzionato perché erano inapplicabili. Come dimostrato da tanti studi, il distanziometro è una non soluzione. Riproporre strumenti che si occupino in modo inefficace solo della rete fisica, significa dimenticarsi dell’altra parte dove il gioco online non ha alcun limite. I due elementi devono essere collimanti nell’attenzione politica e pubblica. La ghettizzazione del gioco fisico è un fenomeno autolesionistico, poiché la tendenza al gioco è innata per cui i termini di compressione non hanno mai funzionato. La rete generalista è composta da 85mila punti vendita, di cui 75mila non specializzati. Va capito che il loro ruolo è sociale e importante nei confronti di tutti gli individui sia i giocatori sociali sia verso quelli problematici”. E’ quanto ha dichiarato il coordinatore del tavolo di lavoro Eurispes, Alberto Baldazzi.

“Lo Stato è totalmente carente nell’offerta socio-sanitarie. Non esistono protocolli, non sono stati fatti studi avanzati che analizzino per bene le ragioni dello sviluppo della patologia. La filiera del gioco può svolgere una funzione, anche con determinazioni giuridiche in divenire, poiché potrebbe intercettare per tempo le persone che potrebbero sviluppare la problematica. Al momento questa è l’unica barriera possibile al gioco patologico. Il riordino deve coinvolgere tutti gli attori interessati e prima di normare vanno fatte ricerche approfondite per non incorrere in nuovi errori. Questo settore vede 18 milioni di italiani che giocano e solo 13mila sono presi in carico dai SerD, mentre all’erario finiscono 12 miliardi di euro. Vanno creati nuovi equilibri, attuati dall’Adm, in grado di offrire un settore equilibrato e sociale”, ha concluso. ac/AGIMEG