“Quando si affronta un problema bisogna conoscere la sua complessità. C’è da chiedersi come affrontare una matassa che intercetta 110 miliardi di giocate, cifre superiori del 10% del reddito disponibile per le famiglie. Il fenomeno del gioco è enorme e va affrontato con realismo, vietare di giocare significa ottenere l’opposto, vista la tendenza al gioco così radicata nella popolazione italiana, motivo per cui è necessario porre paletti logici, amministrativi e progettuali sul tema”. E’ quanto ha detto Alberto Baldazzi, Vice Direttore dell’Istituto di Ricerca Eurispes, nel corso del webinar organizzato da Acadi “Analisi dell’impatto sociale del settore del Gioco Pubblico nella Regione Lazio e delle conseguenze dell’entrata in vigore della L.R 5/201”.
“Eurispes ritiene che il distanziometro dal punto di vista socio-sanitario è uno strumento inefficace e controproducente, visto che il giocatore problematico e patologico trae vantaggio dall’allontanarsi nel momento del gioco compulsivo, come affermato anche dall’ISS. Sull’illegalità è evidente che comprimendo l’offerta legale si allarga lo spazio per il gioco illegale, cosa dimostrata dai dati che le forze dell’ordine e magistratura hanno riscontrato in questi anni. In Piemonte – ricorda Baldazzi – con l’entrata in vigore della legge regionale sono aumentati a dismisura i totem illegali. Anche nel Lazio il gioco illegale è aumentato in maniera evidente durante pandemia e il fenomeno si manifesterà ancor di più con l’entrata in vigore della legge sul gioco”.
Baldazzi ha poi affrontato i temi legati all’aspetto urbanistico connesso al distanziometro: “Unendo i punti sensibili presenti su un territorio come quello di Roma, il Comune più grande d’Italia, l’insediabilità residua è dello 0,7%, di fatto l’offerta di gioco legale potrebbe essere collocata solamente nella pineta di Castelfusano. Nel caso di Torino, la mappatura era dello 0,68% di insediabilità. Non si capisce che andando avanti così si va a sbattere contro un muro che si chiama illegalità totale. Pensare di costringere entro confini sempre più ristretti la tendenza al gioco è inattuabile, oltre che incomprensibile. Lo scorso anno in estate abbiamo realizzato un tavolo permanente Eurispes-Adm per contrastare l’illegalità nell’offerta di gioco, a cui si è unita anche la direzione antimafia e antiterrorismo, con cui siamo siamo legati da un protocollo. La legalità per noi è una dimensione fondamentale. Il capo della Polizia Gabrielli nell’aprile 2020 aveva affermato che le chiusure delle sale giochi avrebbero portato all’aumento del gioco azzardo online e lo stesso Cafiero de Raho sul Piemonte dichiarava che pensare di vietare il gioco non solo non garantisce la libertà che deve essere rispettata, ma spalanca praterie all’illegalità, visto che il proibizionismo ha dimostrato di non essere una soluzione. Serve riprendere lo spirito della Conferenza Stato regioni del settembre 2017”, ha concluso. cr/AGIMEG