Per 4 esperti dell’Osservatorio sulla diffusione del gioco d’azzardo meglio consegnare il settore alla criminalità ed alla disperazione di 120mila famiglie
Mentre sembra esserci all’orizzonte la luce per la fine del lockdown per le sale slot, scommesse e bingo, una nuova nuvola nera si vede all’orizzonte. Oggi Avvenire riporta la lettera, firmata da quattro esperti su 25 dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo ed il fenomeno della dipendenza grave, istituito presso il Ministero della Salute, inviata al Presidente dell’osservatorio professor Giovanni Rezza.
I 4 esperti chiedono che: “l’organismo si riunisca quanto prima e valuti il fatto che la chiusura della gran parte delle porte di accesso alle pratiche di gambling ha prodotto effetti certamente positivi per molti pazienti che hanno avuto remissione dal sintomo di disturbo dal gioco d’azzardo”. I quattro esperti parlano di quanto osservato da non meglio definiti “qualificati colleghi”.
C’è ovviamente da dire che anche con la chiusura dei ristoranti gli italiani hanno qualche chilo di meno. Insomma con i negozi chiusi è normale che il gioco non abbia prodotto eccessi. Perché bisogna ricordare che il problema è l’eccesso, non il gioco in quanto tale.
Appare strano che i quattro esperti non sottolineino come la chiusura delle attività di gioco legale abbia comportato una recrudescenza del gioco illegale (basta vedere le inchieste della Guardia di Finanza di Torino), con gravissimi danni per giocatori ed Erario. Appare strano che i quattro esperti non ricordino che la chiusura delle attività di gioco non ha comportato alcun aumento delle telefonate al numero verde dell’Istituto Superiore della Sanità dedicato a chi ha problemi con il gioco.
Insomma, nessuna crisi di astinenza dei tanti, come sottolineato dagli esperti, giocatori problematici. I quattro esperti parlano anche la una riapertura aumenterebbe il rischio di depauperare le famiglie, ma non tengono conto della gravissima crisi economica delle 120mila persone e relative famiglie che lavorano nel gioco legale. Per questi ultimi, secondo i quattro esperti, non conta che siano rimasti senza sostegni economici e che il loro disagio stia portando ad una vera bomba sociale. es/AGIMEG