Titolare 2 sale scommesse a Taranto: “Aumento tassa su scommesse mi costringerà a licenziare personale”

“L’aumento previsto dello 0,75% sulla raccolta delle scommesse sportive mi verrebbe a costare 20 mila euro l’anno, il costo di un dipendente, che dunque mi vedrò costretto a licenziare. Già a febbraio ho dovuto mandare via una persona a causa dell’ennesimo aumento della tassazione di Slot e Vlt, la situazione ormai è diventata insostenibile. Lo Stato non può chiedere soldi a chi è fermo da marzo, senza contare che le banche per un assurdo codice etico non ci danno finanziamenti”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Francesco Di Fino, titolare di due sale scommesse in provincia di Taranto, che ieri come moltissime altre sale ha fatto suonare gli allarmi nei negozi in segno di protesta contro la nuova tassa dello 0,75%, sulla raccolta del settore delle scommesse, previsto nel cosiddetto ‘Decreto Rilancio’. “Il Governo sta mettendo in ginocchio un settore già duramente colpito. Lavoro in questo mondo da quando avevo 19 anni, ora ne ho 32, ma in questo momento il mio futuro è incerto: non si sa quando potremo riaprire, e quando potremo farlo l’attività non sarà come prima. Ci sono meno campionati su cui scommettere, gli ingressi in agenzia saranno contingentati, non so se potrò tenere accese le slot oppure no. Stringerò i denti, ma non sarà facile: nonostante abbiamo una licenza di pubblica sicurezza, nonostante io non sia mai stato protestato, mai denunciato, non abbia carichi pendenti in corso, eppure veniamo calpestati come imprenditori, ma prima ancora come persone. Non ci vengono date le stesse possibilità che hanno altri comparti. Se dobbiamo essere trattati così, che lo Stato ci faccia chiudere, ma si assuma poi le proprie responsabilità. La gente tornerà nelle bische clandestine, tornerà al ottonerò e ai vecchi videopoker, si rimette il gioco – che ricordiamo è la terza industria del Paese con miliardi di euro di entrate erariali – in mano alla criminalità”. cr/AGIMEG