Continua il percorso parlamentare del Decreto di riordino dei giochi, a partire da quelli online. Dopo le audizioni delle associazioni di settore svolte la scorsa settimana in Senato e quelle odierne alla Camera, giovedì si tornerà nuovamente in Commissione Finanze a Palazzo Madama.
Saranno auditi i rappresentati di CIGO, ANCI, GGPOKER, Mettiamoci in gioco, il dottor Pier Paolo Baretta e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Tuttavia, GGPOKER e Mettiamoci in gioco hanno già presentato dei documenti alla Camera in merito allo “schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi pubblici a partire da quelli a distanza”.
Ecco i testi integrali dei documenti inviati:
GGPOKER
La liquidità internazionale globale del poker online
Cristallizzazione del periodo “sperimentale” di esclusione da ogni forma di liquidità internazionale
L’attuale divieto per i giocatori italiani di giocare con giocatori stranieri non residenti in Italia è il frutto di una scelta politica assunta all’avvio del gioco del poker online in Italia: tale scelta fu adottata su base temporanea, salvo poi non essere più stata messa in discussione. Il perdurare di questo “periodo transitorio” ha contribuito ad erodere le quote di mercato del poker online a tutto vantaggio di giochi – roulette e altri giochi da casinò – che, a differenza del poker, non sono giochi d’abilità, rendendosi responsabili di fenomeni di ludopatia che, statisticamente, sono molto più rari tra i giocatori di poker online.
Implementazione dell’accordo con Francia, Spagna e Portogallo sottoscritto dall’Italia nel 2017
Un accordo per l’adesione ad un bacino di liquidità condivisa è stato sottoscritto nel 2017 dall’Italia con altri tre Paesi europei ma, fortunatamente, non è mai stato implementato, in quanto, secondo talune analisi, viziato da una prospettiva contraria agli interessi dell’Italia. Infatti, nel mercato creato da questa liquidità a quattro (Italia, Spagna, Portogallo, Francia), data l’assenza di operatori italiani internazionali e l’esiguità degli altri mercati, si è imposto l’operatore francese Winamax che trarrebbe di nuovo il massimo beneficio dall’ingresso dell’Italia nella liquidità condivisa con la Francia. Una posizione che, di fatto, porrebbe in condizione di svantaggio tutti gli operatori italiani e stranieri che hanno ormai optato per una piattaforma (ipoker) poco diffusa in quei mercati, ma molto competitiva nel resto del mondo. Data l’esiguità dei mercati in considerazione, oltre ad avvantaggiare l’operatore francese, una la liquidità ristretta solo a Italia, Francia, Spagna e Portogallo sarebbe insufficiente a garantire la competitività del prodotto e un aumento del gettito.
Entrate erariali ed effetti sulla sicurezza
Fermo restando che ai giocatori italiani continuerebbe ad applicarsi l’attuale normativa, l’apertura ad una liquidità internazionale – in linea con quanto avviene anche nei mercati con le regolamentazioni più stringenti – rilancerebbe il gioco del poker online grazie alla possibilità, per i nostri giocatori esperti, di partecipare a tornei internazionali e produrrebbe maggiori entrate stimate in circa 20 milioni di euro/anno. A tal riguardo, la differenza tra 267M€ di potenziale (con liquidità internazionale) e la stima attuale di 175M€ (senza di essa) vale 92M€ di imponibile aggiuntivo. La tassazione corrente è il 25%, pertanto il beneficio per l’Erario può essere stimato in 23M€. Per essere conservativi, riteniamo che una previsione di 20M€/anno sia corretta. Non secondario sarebbe, inoltre, l’effetto sulla sicurezza – laddove la platea di giocatori è più ampia, è statisticamente più difficile organizzare “combine” – e sulla promozione dei casinò fisici italiani che, a quel punto, diventerebbero sedi appetibili per eventi di poker dal vivo di caratura internazionale, attualmente appannaggio di Malta, Repubblica Ceca e Inghilterra, con evidenti ricadute positive per le comunità locali e le finanze pubbliche.
Schema di d.lgs. di riforma del gioco a distanza – Considerazioni sul poker online
È necessario, a questo punto, soffermarsi su alcune considerazioni di carattere normativo anche in considerazione dello schema di d.lgs. di riforma del gioco a distanza attualmente sottoposto al parere delle Commissioni Finanze di Camere e Senato. I giochi pubblici a distanza consentiti, in forza di apposito titolo concessorio rilasciato da ADM, sono elencati dall’articolo 6, il quale, alla lettera d), prevede i “giochi di abilità, inclusi i giochi di carte in modalità torneo ed in modalità diversa dal torneo (…)”. Inoltre, come espressamente previsto dal comma 2 dell’articolo 6, “la disciplina dei giochi di cui al comma 1 è introdotta ovvero adeguata con regolamento”. Tuttavia, è bene precisare che il secondo periodo del comma 2 prevede che, fino alla data di entrata in vigore dei suddetti regolamenti, continuino ad applicarsi le discipline di gioco vigenti anteriormente al decreto. È evidente che il poker online sia consentito all’interno del nostro ordinamento (come confermato dall’articolo 6, lettera d)); tuttavia, a normativa vigente, per gli utenti è possibile esclusivamente partecipare a tavoli con altri giocatori italiani. Per quanto su premesso, riteniamo che: 1) un prossimo regolamento di adeguamento della disciplina del poker online apra alla possibilità di partecipare a tavoli con giocatori di tutto il mondo (liquidità internazionale globale), pur nel rispetto delle norme attualmente vigenti in materia; 2) che l’eventuale adozione del regolamento venga effettuata in un momento precedente all’indizione del nuovo bando di gara al fine di aumentare l’attrattività del titolo concessorio e giustificare, in parte, l’aumento del costo della licenza.
ALLEGATO – Proposta di osservazione per parere parlamentare su Atto Governo 116
“in relazione all’articolo 6, comma 2, dello schema di decreto in esame, provveda il Governo ad adeguare con regolamento la disciplina del poker online, precedentemente all’indizione del bando di gara dei giochi a distanza, al fine di introdurre la liquidità internazionale globale del suddetto gioco di abilità anche in ottica di valorizzazione e ampliamento della platea degli operatori interessati alle concessioni, di allineamento agli standard internazionali, di mantenimento del gettito erariale di questo prodotto e come misura di contrasto al gioco illegale.”
METTIAMOCI IN GIOCO
Come noto, il fenomeno dei giochi e delle scommesse, attraverso un’ascesa pressoché irrefrenabile, ha assunto dimensioni di volumi di denaro veicolati nei vari canali impressionanti che, in più di un’occasione, danno luogo a fenomeni degenerativi di natura economica e sociale. E tuttavia, per avere piena contezza di cosa questo rappresenta, metto alla Vs. all’attenzione alcuni dati. Ad esempio, nel corso del 2021 si sono dimostrati estremamente preoccupanti. In questo anno, infatti, la raccolta del gioco in Italia ha sfiorato i 110 miliardi di euro (tot. Giocato 110.883.170.782 €) con una perdita netta (denari indirizzati a tasse e remunerazione della filiera) per i giocatori di 15.412.231.206 € e tutto questo con punti gioco chiusi e SLOT e VLT disconnesse per circa 8 mesi a causa delle chiusure imposte dalla pandemia. E ancora: nell’arco temporale 2011–2021 il volume di denari veicolati nei vari canali di gioco è stato di 1,03 trilioni di euro. Si tratta, con ogni evidenza, di contingenze che penetrano il tessuto dei territori in varie forme: creano dipendenza patologica tantoché, con nota ufficiale, l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia l’azzardo rappresenti un’attività che coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni ‘abitudinari’ di cui circa 1,2 milioni sono considerati problematici, ovvero con dipendenza; dette circostanze impoveriscono il tessuto economico e talvolta rappresentano un veicolo d’infiltrazione per gli interessi malavitosi che, attraverso pratiche di riciclaggio, usura e imposizione traggono importanti guadagni. Non di meno giova ricordare cosa, questo fenomeno, rappresenti in termini economici: prevenzione, cura della malattia da gioco (Gap) e contrasto all’illegalità hanno un costo altissimo che tutti i cittadini, attraverso la fiscalità generale, sono chiamati indirettamente a corrispondere. Ma d’altro canto, più di ogni e qualunque riflessione, parlano i numeri delle transazioni registrate sulle piattaforme di SOGEI: già prendendo in considerazione le sole transazioni dell’anno 2013, emerge un dato impressionante: il gioco d’azzardo legale, nell’anno in questione, ha fatto registrare 1,33 miliardi di transazioni trasmesse dalle varie piattaforme di gioco connesse ai sistemi di controllo realizzati e gestiti dalla società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa della trasmissione di tutti i dati dell’anagrafe tributaria. E 1,33 miliardi di giocate all’anno, volendole “spicciolare”, stanno a significare 3,6 milioni di giocate effettuate ogni giorno, quasi 152.000 all’ora, 2.530 al minuto, 42 al secondo, notti comprese. Nel 2021, purtroppo, i numeri sono cresciuti del 750% rispetto al 2013 e infatti, le transazioni registrate sono state 10 miliardi. E 10 miliardi di transazioni registrate, vogliono dire 10 miliardi di giocate, tasti pigiati, puntate, scommesse etc. ovvero 27,4 milioni al giorno, quasi 1,2 milioni l’ora, 2.530 al minuto, 317 al secondo. Notti, domeniche e festività comprese. Tutto questo con le Sale chiuse per un arco temporale importante a causa della Pandemia. E ancora: la raccolta del 2022 di circa 136 miliardi di euro è stata maggiore della spesa sanitaria del 2020 (con la pandemia in corso) che è stata di 123,5 miliardi di euro. Per anni si è creduto (erroneamente) che, se lo Stato avesse gestito direttamente il Comparto dei giochi si sarebbero, ad esempio, debellati tutti quei fenomeni degenerativi che l’azzardo produce, a tutto beneficio delle casse erariali. In realtà, non è andata così: 1) il mercato dell’illegale prospera su di un binario parallelo difficilmente quantificabile 2) all’esito di molteplici indagini realizzate dagli inquirenti, è stato accertato che maggiore è l’offerta anche del gioco lecito e più semplice è per le consorterie malavitose fare affari 3) i numeri dei malati da patologia da gioco in carico ai servizi sociali e sanitari non rendono purtroppo l’idea della disperazione che la dipendenza produce 4) per contrastare questa serie interminabile di degenerazioni che il gioco produce, occorrono una quantità di denari esorbitanti che i Governi che si sono succeduti NON hanno inteso quantificare e che andrebbero «scomputati» dai denari che vengono inseriti a bilancio, classificati come proventi dei giochi 5) gli introiti erariali sono assolutamente deficitari rispetto alla crescita della raccolta:
A partire dagli anni 2000, ovvero da quando lo Stato ha deciso di gestire in modo ‘diretto’ i giochi con vincita in denaro (cosa che come sappiamo bene non è corretta dal momento che il Comparto è affidato in concessione anche a Multinazionali) uno dei ‘tormentoni’ che la tecnica e buona parte della politica ci propinano senza soluzione di continuità risiede nella convinzione circa gli enormi guadagni che il gettito prodotto dai giochi apporterebbe alle casse dell’Erario ma che purtroppo non corrisponde proprio alla realtà. La capacità di espansione con la quale questo concetto è stato propagandato nella società è riuscita a realizzare un pensiero pressoché unico secondo cui, praticando giochi e scommesse, si vince facile e comunque è lo Stato che ci guadagna. Anche oggi in questa fase così infausta, con l’ascensore sociale fermo, povertà e diseguaglianze in ascesa, una infedeltà fiscale tra le peggiori al mondo – tra i tanti record assai poco edificanti raggiunti nel Paese – ci sono politici e realtà lobbystiche che continuano a sostenere che il Comparto dei giochi deve potersi sviluppare e crescere ulteriormente: noi, al contrario, crediamo che sia giunto il momento di ripensare al ribasso l’intera offerta rendendola meno ‘aggressiva’ nei confronti degli avventori riscrivendo, al contempo, regole più stringenti per il sistema concessorio e la filiera.
L’offerta
Preliminarmente va altresì ricordato che, nonostante il volume d’affari che giochi e scommesse muovono, in Italia non esiste una vera e propria legge organica che regola la materia del gioco d’azzardo: nel nostro Paese le normative che ordinano le scommesse sono molto ampie e l’intera offerta è di fatto disciplinata dai Codici Civile e Penale, da leggi speciali, da sentenze della Corte Costituzionale, da innumerevoli decreti in materia e dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza (Codice Penale del 1930 agli articoli 718 e seguenti e Codice Civile del 1942 agli articoli 1933 e seguenti, sentenza della Corte Costituzionale n. 237 del 2006 e nel TULPS del 1931 nell’articolo 110, e da provvedimenti contenuti nelle Leggi di Bilancio approvate annualmente dal Parlamento. La regolamentazione del gioco d’azzardo è riservata allo Stato centrale che la esercita tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’Amministrazione affida in concessione l’esercizio del gioco a privati, i quali apportano gli investimenti necessari allo sviluppo del settore mediante strumenti imprenditoriali idonei e lo gestiscono secondo le normative vigenti. Il mercato del gioco d’azzardo in Italia è attualmente gestito, per conto dello Stato, da Concessionari attraverso una capillare rete industriale. Il punto: In Italia, più che altrove, abbiamo un’offerta smisurata. Ecco alcuni numeri: · Oltre 15 milioni di conti gioco aperti (nel 2017 vi erano depositi per circa 3 miliardi di euro) · 42 tipologie di lotterie istantanee (gratta e vinci dati aprile 2023) · 24 tipologie di “gratta e vinci” on line (dati aprile 2023) · Giochi a base ippica , possibile su Ippica nazionale mediante: “scommessa vincente nazionale” – “scommessa accoppiata nazionale” – “scommessa nuova Tris nazionale” – possibile su Ippica Internazionale mediante: Scommessa “Vincente internazionale” – Scommessa “Accoppiata internazionale” – Scommessa “Tris internazionale“ – su Scommesse Ippiche in Agenzia – su V7 ,ovvero una scommessa multipla a totalizzatore su base ippica che consiste nel pronosticare i cavalli classificati al primo posto nelle sette corse oggetto del concorso, quali “trotto , galoppo, ecc.” · Apparecchi: 310.953 in esercizio Slot + Vlt (dati Dicembre 2022) · Manifestazioni Scommesse a Quota Fissa autorizzate: sono ben 7683 (aprile 2023) e spaziano dalla disciplina del Surf, alla Lotta Greco Romana, dal Golf al Rugby; si può scommettere sui campionati dell’Atletica leggera americani, fino a giungere al Volley praticato nello Stato dello Yemen. · Giochi di Abilità Online (Casinò, Poker, etc.) · 5 tipologie di giochi numerici a totalizzatore (Superenalotto, Win for Life, ecc.) · 2 tipologie di bingo, di sala (attraverso circa 200 Sale Bingo presenti sul territorio nazionale) e a distanza
Le ingerenze malavitose
La vocazione sempre più imprenditoriale delle consorterie criminali e gli interessi delle stesse nei confronti di fette importanti dell’economia, nelle quali ricade anche il ricco, articolato e complesso mondo dell’azzardo, hanno radici profonde e nessuna realtà è immune da questa piaga di dimensioni enormi. Al riguardo UIF (Ufficio informazioni finanziarie di Banca d’Italia, ovvero l’unità speciale di Banca d’Italia che si occupa del riciclaggio di denari) e alla stregua certamente di numeri per difetto, ha stimato che nei soli primi 6 mesi del 2019, le consorterie malavitose attraverso l’azzardo, abbiano riciclato 250 milioni di euro. Da non trascurare il Rapporto dell’Intelligence italiana del 2021. Nel testo si legge infatti: ‘di penetrazione verso il settore dei giochi pubblici e delle scommesse, confermato da numerose evidenze investigative attestanti il coinvolgimento di esponenti mafiosi in una variegata gamma di condotte illecite che vanno dalla mera manomissione delle apparecchiature all’interno delle sale da gioco, alla raccolta illegale delle scommesse, anche mediante piattaforme informatiche dedicate, fino alla realizzazione di veicoli societari volti a schermare la riconducibilità delle attività di gioco agli interessi del crimine organizzato’. Possiamo ragionevolmente sostenere che, le infiltrazioni delle mafie nel Comparto dei giochi, si articolano così: · nella tradizionale attività estorsiva, simile a quella esercitata per le altre attività commerciali, nei confronti delle società concessionarie e delle sale da gioco; · nella imposizione di “macchinette\apparecchi” negli esercizi pubblici esistenti nei territori sottoposti a controllo mafioso; · nell’infiltrazione di società, punti scommessa e sale da gioco, sia intestandole a prestanome sia attraverso la compartecipazione delle società che hanno ottenuto regolare concessione da parte di ADM; · nella raccolta e gestione di piattaforme illegali di scommesse sportive, mediante la gestione di siti internet dislocati in Paesi esteri, che sono privi di concessione in Italia, ma che ne consentono il gioco in violazione della normativa vigente. E tuttavia più in generale, dalle innumerevoli carte elaborate dalle Autorità preposte al controllo e alla repressione delle azioni criminali, si evince come quello del gioco d’azzardo, assieme al traffico di sostanze stupefacenti, oggi appare l’affare più lucroso col quale rimpinguare le casse delle cosche: attraverso l’azzardo le consorterie criminali affermano e consolidano il proprio stile parassitario nei territori consentendo di trarre enormi guadagni operando in una trama complicatissima nella quale, talvolta, legalità e illegalità si confondono: l’equazione secondo cui con l’espansione del gioco legale viene debellato il fenomeno di quello illegale è purtroppo ed abbondantemente superata dagli eventi.
Conclusioni
Dinnanzi ad un fenomeno di enormi dimensioni come quello dei giochi e delle scommesse, è divenuto improcrastinabile rendere i processi di tutela della salute in primis, vigilanza, regolamentazione, controllo e repressione sempre più funzionali ed ordinati con l’obiettivo di garantire legalità all’intero sistema. Parimenti giova rammentare che il fenomeno in narrazione concorre, peraltro, a produrre quella che è anche definita ‘povertà indotta’. In questo momento storico marcatamente segnato da congiunture sfavorevoli nel quale, ad esempio, le famiglie italiane si sono viste corrodere la propria ricchezza (alla fine del 2022 la ricchezza è diminuita in termini reali del 12,5% rispetto al 2021, Fonte Istat) e l’indebitamento a fine 2023 si è accresciuto in maniera esponenziale con un valore totale del credito al consumo di circa 160 miliardi di euro il che sta a significare un debito medio di 9.949 euro a cittadino, ovvero 22.674 euro a nucleo familiare, serve un’inversione di rotta. Mi permetto di ricordare a voi rappresentanti del popolo presso l’Istituzione democratica più alta del Paese che, in questa ottica di ‘Riordino del Comparto’, è improrogabile che il Legislatore osservi, prima degli ‘appetiti di tipo finanziario’, due Articoli della Carta costituzionale, quali: · L’Art. 32, recita: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. · l’Art. 47 Costituzione, recita: La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito Negli ultimi vent’anni le scelte di carattere politico che hanno fatto crescere in maniera abnorme il mercato dei giochi hanno sostanzialmente disatteso il significato di entrambi gli articoli sopra richiamati. Con riferimento alle questioni che riguardano l’azzardo, ciò che purtroppo manca è un’etica in grado di farsi carico di una visione sociale inclusiva, in condizione di mettere in seria discussione i valori oggigiorno perpetuati, ossia quelli della sopraffazione dell’individuo, a favore del ‘sistema’. Non si tratta di vietare, ma di regolamentare un fenomeno che non è più sostenibile. Non è banale menzionare alcuni dei mali profondi che riguardano la società e che diventano insostenibili per sempre più persone: l’economia del nostro Paese, da lungo tempo, è caratterizzata da una crescita stentata e da un debito pubblico di dimensioni enormi (2.840 miliardi di euro circa) per ‘andare avanti’ abbiamo bisogno di avere autorità quali l’Anac, la Procura nazionale Antimafia, la Commissione Parlamentare Antimafia: un Paese che, come accaduto per altre questioni, ha ‘smarrito la via’. Il Comparto dei giochi e delle scommesse necessita di profonde correzioni e deve muovere prima di tutto dalla tutela della salute dei giocatori e dalla sostenibilità: tutto ciò passa necessariamente da un apparato pubblico che ne garantisce legalità, efficienza. In conclusione, si rende urgente: · approvare un combinato disposto di riordino che, muovendo dalla tutela della Salute e della sostenibilità’(contrazione dell’offerta) disciplini la materia dei giochi e che veda il diretto coinvolgimento anche delle realtà che rappresentano il tessuto sociale del Paese (Terzo Settore, amministrazioni locali) e non solo quello economico e a questo proposito segnalo la proposta di Legge N. 383 recante disposizioni sul riordino dei giochi d’iniziativa del Deputato On. Vaccari e altri presentata il 18 ottobre 2022 alla quale abbiamo fornito il nostro contributo, come buona base da cui partire · che nella sua stesura si adottino tutte quelle indicazioni prodotte dalla Commissione Parlamentare Antimafia nella XVII Legislatura ed approvate in sede Parlamentare che ad oggi sono rimaste inevase (accesso ai giochi attraverso tracciabilità ovvero collegare indissolubilmente ogni operazione di cashout al nominativo del soggetto che ha provveduto ad avviare la sessione di gioco, realizzazione di un database dove annoverare tutti gli episodi delinquenziali rilevati nel comparto dei giochi lecito e illecito) · una nuova governance del Settore che su controlli, offerta, sostenibilità e repressione sia condivisa in Sede Europea per mezzo di una legislazione che individui i fattori di rischio sia nel gioco fisico che in quello telematico (presenza delle consorterie mafiose nei territori, numero di giocatori problematici) conti di gioco on line: occorre che siano sottoposti al medesimo regime antiriciclaggio, più rigoroso, previsto per i conti correnti e gli altri rapporti continuativi · unitamente ad una rivisitazione del sistema sanzionatorio penale, occorre prevedere in capo ai concessionari una responsabilità di posizione legata ai concetti di culpa in vigilando o in eligendo, ben noti alla nostra tradizione civilistica · rendere pubblici tutti i dati relativi alle tipologie di gioco: raccolta, offerta, numero di apparecchi in esercizio · prevedere l’attuazione di misure di tipo DASPO in tema di giochi e scommesse, stabilendo presupposti e modalità di esercizio dei poteri del questore finalizzati all’adozione di misure contingibili e urgenti di chiusura di uno o più punti di offerta di gioco o di esclusione della relativa rete di raccolta del gioco con vincita di denaro presenti in un determinato ambito territoriale, in caso di pericolo di diffusione del fenomeno del gioco minorile o della dipendenza da gioco patologico e al fine di fronteggiare il rischio di infiltrazione o condizionamento della criminalità organizzata del settore del gioco pubblico, accertato sulla base di concreti ed univoci elementi di fatto · rendere più omogenee, ribassandone alcune, le % dei c.d. ‘Pay out’ sui giochi Un’ultima considerazione che mi sento di rivolgervi da Direttore di una Caritas Diocesana e ancora prima che da Portavoce della Campagna Mettiamoci in gioco: a coloro che continuano a sostenere che senza i gettiti dei giochi d’azzardo non si chiudono i bilanci scrivo, in maniera ferma, che in un Paese dove annoveriamo 100 miliardi di euro di evasione all’anno, 200 miliardi dove il valore della c.d. economia non osservata ne vale circa 200, dove ogni giorno si pagano milioni di penali in Sede E.U. per infrazioni ad esempio di carattere ambientale, dove la politica del sistema concessorio e delle proroghe ha fatto una delle sue pratiche peggiori (gioco d’azzardo, acque minerali, spiagge etc.) gli spazi dove recuperare risorse da destinare ai capitoli di spesa ci sono eccome! Ed è in questa direzione che la politica deve muoversi. Quindi, NO al proibizionismo dei giochi, SI ad una regolamentazione del Comparto che, così come attualmente strutturato, NON è più sostenibile. Sono certo che prima di tutto, saranno coscienza e responsabilità a guidare le vostre scelte.
NOTA
Segnalo infine alla Vs. cortese attenzione che purtroppo, nonostante l’approvazione dell’ultima Legge di Bilancio circa la diffusione dei dati relativi alla ‘raccolta, spesa, erario suddivisi per tipologia di gioco, Regioni, province e Comuni’ abbia superato quanto prevedeva l’art. 1, c. 728 della legge 27.12.2019 n. 160 che la vietava anche ai soggetti che si dedicano alla cura e alla prevenzione del gioco patologico l’Agenzia ADM, a cui una Cooperativa di una rete aderente alla nostra Campagna nazionale ha chiesto ai sensi della normativa vigente l’invio dei dati (vedi allegato), si è limitata a fornire solo quelli dei giochi On line, richiamando la sopra citata Legge del 2019 di fatto superata dalla Legge attuale. Ritengo necessario che Codesta autorevole Commissione Parlamentare provveda, quanto prima possibile, a richiamare l’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli alla tenuta di un comportamento più riguardoso delle leggi.
cdn/AGIMEG