“La recente delega fiscale dell’agosto del 2023 che dispone, tra le altre indicazioni, il riordino del gioco pubblico in Italia rappresenta un’importante occasione per completare positivamente il riordino del settore. I principi che la ispirano sono coerenti con le elaborazioni che si sono sviluppate negli anni scorsi e ne riprendono le principali indicazioni. In particolare, appare fondamentale riaffermare la priorità della salute pubblica, a partire dalla tutela dei soggetti più vulnerabili anche attraverso soluzioni tecniche già sperimentate quali i limiti di giocata, le forme di autoesclusione, le caratteristiche delle sale e la formazione continua dei gestori”. E’ quanto ha dichiarato l’Assessore al Bilancio di Napoli, Pier Paolo Baretta, durante il suo intervento in audizione alla Commissione Finanze sul riordino del settore dei giochi.
“L’obiettivo della tutela della salute pubblica si raggiunge con la riorganizzazione della rete di offerta sia in relazione alla distribuzione territoriale sia in ordine alla controversa collocazione di tali luoghi. Secondo me va chiarito il concetto di progressiva concentrazione previsto dalla delega, al fine di evitare il rischio che questa affermazione venga interpretata come la dislocazione eccessivamente periferica delle sale da gioco, con la conseguenza di creare isola extra urbane esclusivamente dedicate al gioco che finiscono per diventare più concentrazione di emarginazione che divertimento.
“Il decreto legislativo del gioco online rappresenta la prima attuazione della delega in attesa dell’altrettanto urgente riorganizzazione del gioco fisico. Si tratta quindi di completare un iter che ha una lunga storia alle spalle, a partire dalla legge Balduzzi del 2012 e la delega fiscale del 2014, il settore ha compiuto un tortuoso cammino ricco di dialettica e di prospettive, ma non ha raggiunto l’esito di una sistematica e completa realizzazione. La ragione di questa mancata applicazione va ricercata nell’evoluzione intervenuta nella percezione sociale del settore. Uno dei punti della delega del 2014, finalizzata soprattutto alla riforma della rete fisica che era in quel periodo largamente prevalente nelle abitudini dei consumatori, prevedeva già allora la previsioni di regoli uniformi sul territorio nazionale con adeguate forme di partecipazione dei Comuni”.
“Il lavoro fatto durante gli anni non è stato inutile: è stato ribadito che l’idea tracciata dalla Conferenza Unificata del 2017 era la strada da praticare, come affermato anche dalla relazione illustrativa del decreto odierno. Nel frattempo però il settore è profondamente cambiato con la drastica riduzione e concentrazione degli operatori, anche se si è affermata una prevalenza non italiana nell’azionariato di controllo degli operatori. Il Parlamento dovrà tenere conto dell’importante tradizione nazionale del settore, a cominciare dal fatto che l’innalzamento della base d’asta, peraltro coerente con le scelte operate da altri Paesi europei, non diventi una misura discriminante, ma che costituisca un vero presupposto per garantire stabilità regolatoria fiscale e salvaguardia della salute pubblica. Non va dimentica che il settore del gioco italiano si è distinto per essere uno dei più efficaci nella lotto alla malavita organizzata e fa riflettere la scelte di alcuni istituti finanziari di escludere rapporti con società di gioco certificate e riconosciute”.
“Per questi motivi è necessario un quadro normativo unitario che consenta di offrire certezze nella realizzazione delle gare che vanno definitivamente bandite al più presto per tutti gli aspetti e componenti nei quali si articola l’offerta online e fisica. Tutto ciò consente di completare il percorso avviato in passato. Il punto di fondo è sempre stato quello di adottare una normativa con valenza nazionale e non va pertanto trascurata la richiesta degli enti locali a prevedere misure di compartecipazione al gettito, segno di voler condividere responsabilità e doveri”. ac/AGIMEG