Audizioni riordino giochi, Cardia (pres. Acadi): “Decreto non tutela piccole e medie imprese, necessario risolvere questione territoriale”

Il gioco pubblico in audizione alla Camera presso la Commissione Finanze. Argomento è stato il decreto sul riordino del gioco online, sul quale si sono espresse le associazioni e i rappresentati del settore in Italia. Intervenuto anche Geronimo Cardia, presidente di Acadi (Associazione concessionari di giochi pubblici).

“Acadi rappresenta il 20% del gettito erariale, insieme alle altre associazioni abbiamo presentato un documento a questa commissione – le sue parole – Vogliamo far presente che l’importo per accedere al bando è veramente alto, questo dovrebbe essere il governo delle piccole-medie imprese invece viene fatto un lavoro che penalizza queste piccole e medie imprese”.

“Poi, sul divieto per i punti di consentire i pagamenti all’estero, vorremmo che fosse effettivamente efficace sin da subito. Questo significherebbe fermare i pagamenti ai .com che sono illegali”, ha proseguito Cardia.

Il presidente di Acadi ha aggiunto: “La Conferenza Unificata si dovrà occupare delle regole da applicare sul territorio di tutti i prodotti anche dell’online per contrastare il disturbo da gioco d’azzardo. Inoltre se non si riesce a mettere a terra una soluzione anche per l’offerta del territorio si perderà gettito erariale. Abbiamo apprezzato molto il riordino dell’intero comparto, è importante studiare il gioco pubblico e accorgersi che ci sono diverse verticali di gioco. Negli anni abbiamo visto che le regole del distanziometro hanno colpito solo gli apparecchi e le sale bingo, con conseguente riduzione della spesa dei giocatori nell’ambito di questa verticale, a tutto vantaggio di altre tipologie di giochi come online e gratta e vinci. Questo spostamento della domanda di gioco è irrefrenabile e ha portato a due conseguenze: minore entrate nelle casse dello Stato e spostamento della compulsività, perché i giochi su cui si sono spostati i giocatori sono maggiormente fruibili rispetto a quelli regolati da fasce orarie e distanziometro”.

“Chiediamo quindi una soluzione della questione territoriale, altrimenti ci sarà una perdita del gettito erariale e una maggiore problematica relativa alla salute dei giocatori. In questo momento invece c’è una normativa del territorio eccessivamente limitativa”, ha concluso Cardia. lb/AGIMEG