Audizione banche in Parlamento, Unicredit: “Per il settore dei giochi approccio prudenziale per classificazione in attività ad alto rischio riciclaggio”

“L’instaurazione ed il mantenimento dei rapporti tra UniCredit e gli operatori del settore del gioco legale sono regolamentati dalle puntuali indicazioni che arrivano dal quadro normativo in materia di antiriciclaggio. In particolare, ai sensi del Provvedimento di Banca d’Italia del Luglio 2019, “Disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela per il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo” all’Allegato 2 “Fattori di rischio elevato”, tra i fattori di rischio alto relativi al cliente, esecutore e titolare effettivo, sono annoverate le tipologie di attività economiche caratterizzate da elevato utilizzo del contante, disponendo che “rileva la riconducibilità delle attività economiche svolte dal cliente a tipologie particolarmente esposte ai rischi di riciclaggio”, tra cui il settore del gioco o delle scommesse. Tale connotazione di alto rischio è avvalorata anche dell’analisi nazionale dei rischi elaborata dal Comitato di sicurezza finanziaria del 2018. Di tale maggiore esposizione al rischio di riciclaggio, la Banca tiene conto nell’ambito dello svolgimento dell’adeguata verifica, sia in occasione dell’instaurazione di un rapporto continuativo e/o dell’esecuzione di un’operazione occasionale, sia in sede di revisione periodica. In piena conformità alla politica interna di antiriciclaggio, considerato il potenzialmente rilevante rischio reputazionale associato all’industria del gioco, il Gruppo UniCredit adotta un approccio prudenziale, richiedendo che le decisioni di concessione relative a tale settore debbano essere prese da un organo decisionale in possesso di seniority e comprovata esperienza, individuata nell’ambito delle strutture di controllo indipendenti rispetto al network commerciale della Banca”. E’ quanto ha detto durante l’audizione sulle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale Andrea Casini di UniCredit Italia. “L’esposizione complessiva del settore gaming a fine 2020 è pari a 987 milioni di euro, di cui 32 milioni on balance e 955 milioni off balance. Il portafoglio performing ammonta a 948 milioni, di cui 919 milioni off balance, mentre il non performing è pari a 39 milioni, quasi completamente off balance. Pur in presenza di fisiologica concentrazione sui principali concessionari del mercato domestico, circa il 40% dell’esposizione della Banca al settore è riferibile ad operatori di minori dimensioni. In generale, il supporto finanziario concesso è prevalentemente focalizzato su bonding facilities, le esposizioni per cassa sono perlopiù finalizzate, a supporto di capex, rinnovo delle concessioni ed M&A. Nel 2020, pur nel contesto pandemico ancora in corso, l’esposizione complessiva di UniCredit è risultata sostanzialmente stabile, registrando un incremento di 6 milioni al netto della riduzione dell’esposizione di un singolo cliente per quasi 40 milioni. Con riferimento all’evoluzione dell’apertura e della chiusura dei rapporti, si osserva che non sono state fornite disposizioni volte alla chiusura generalizzata dei rapporti con gli Operatori del settore. UniCredit, infatti, serve in questo settore un ampio numero di clienti: circa 4 mila a fine 2020, di cui circa 500 imprese con affidamenti e la restante parte costituita prevalentemente da piccole imprese. Sulla base delle estrazioni operate per gli anni 2018, 2019 e 2020, alla data del 31 dicembre 2020 risultano chiusi n. 269 contratti di conto corrente, che comprendono anche chiusure di rapporti di conto corrente aperti prima del periodo di riferimento”, aggiunge. “Dopo aver eseguito una ricerca nell’archivio dei reclami scritti a partire dal 2016, abbiamo rilevato 16 contestazioni, 11 delle quali riguardanti il recesso unilaterale dai rapporti operato dalla Banca in presenza di problematiche AML. In tutti questi casi, le verifiche effettuate hanno sempre confermato la regolarità dell’operato e la sussistenza di un congruo termine dato ai clienti per permettere loro l’apertura di un rapporto di conto corrente presso un altro intermediario. Nei rimanenti 5 casi, i giochi sono citati incidentalmente o strumentalmente, in presenza di ludopatia, per chiedere il ristoro delle perdite su investimenti”, ha concluso. lp/AGIMEG