As.Tro replica alla Gazzetta di Reggio: “Ancora una volta sono stati riportati dati fuorvianti sul gioco”

Astro ha inviato una lettera – a firma del Presidente Massimiliano Pucci – in riferimento all’articolo pubblicato nell’edizione dello scorso 31 gennaio del quotidiano Gazzetta di Reggio intitolato “Gioco d’azzardo, Reggiolo è la Las Vegas della provincia di Reggio Emilia”.

“in qualità di associazione di rappresentanza delle imprese del gioco lecito (aderente a Confindustria SIT), desideriamo portare alla Sua attenzione un aspetto rilevante che emerge dall’articolo pubblicato il 31 gennaio 2025 sull’edizione online del vostro quotidiano, intitolato <<Gioco d’azzardo, Reggiolo è la Las Vegas della provincia di Reggio Emilia>>.

Il sottotitolo, che cattura l’attenzione del lettore, indica che la spesa legata al gioco lecito nella provincia di Reggio Emilia supera i 2.500 euro pro capite. Tuttavia, questa cifra è riportata in maniera fuorviante. Infatti, come poi correttamente precisato nel primo paragrafo dell’articolo, tale importo si riferisce al giocato e non alla spesa effettiva che, invece, oscillerebbe tra i 188 e i 193 milioni di euro complessivi (sommando gioco fisico e gioco online), rispetto alla quale, però, sia nell’articolo che nel report da cui sono stati attinti i dati, non è stato specificato l’importo pro capite.

Quindi, anche assumendo come valida la cifra massima della forbice indicante la spesa, ossia 193 milioni di euro, l’importo pro-capite risulta essere di 435 euro annui, ovvero circa 1,20 euro al giorno. Pertanto, l’affermazione degli autori della ricerca secondo cui nella provincia di Reggio Emilia si starebbe assistendo ad una <<crisi d’azzardo>>, si basa sul fatto che la media dei residenti (di età compresa tra i 18 e i 74 anni) spende 1,20 euro al giorno per il gioco d’azzardo, l’equivalente del costo di un caffè.

Abbiamo notato che questa modalità di presentazione dei dati, attuata omettendo il dato pro-capite della spesa, dando risalto, invece, al dato pro capite del giocato, caratterizza l’intero report “Pane e Azzardo”. Si tratta di una metodologia scorretta da un punto di vista analitico ma che risulta funzionale per coloro che da anni conducono la crociata contro il gioco legale, in quanto consente loro di utilizzare ad arte il conseguente effetto allarmistico.

Non è certamente nostra intenzione negare o sottovalutare il fenomeno della dipendenza da gioco facendoci scudo del dato che, nella Provincia di Reggio Emilia (indicata come quella in cui si spende di più per il gioco), la spesa pro-capite è soltanto di 1,20 euro al giorno.

Saremmo legittimati a giungere a questa comoda conclusione soltanto se utilizzassimo anche noi il metodo, caro al fronte proibizionista, di misurare l’incidenza sociale di una patologia sulla base di dati contabili anziché su quelli sanitari, come se si pretendesse di misurare la diffusione dell’alcolismo sulla base dei bilanci delle enoteche, assumendo che chiunque acquisti una bottiglia di vino sia un alcolizzato.

Se il fronte proibizionista intendesse continuare a perseguire questo metodo, sarebbe almeno lecito aspettarsi che i dati economici venissero presentati in maniera corretta e non offrendo una loro rappresentazione capziosa che genera, come unico effetto, quello di relegare entro gli angusti confini delle dispute ideologiche il grave problema della dipendenza da gioco.

Infine, cogliamo l’occasione per segnalare un aspetto paradossale: nella parte introduttiva del report si lamenta, giustamente, il fatto che, a partire dal 2020, ADM non può più pubblicare, sul proprio sito istituzionale, i dati registrati e trasmessi dagli apparecchi AWP e le VLT, disaggregati territorialmente, in quanto vietato dall’art. 1, comma 728 della legge n. 160/2019.

Ebbene, se si va ad approfondire l’iter parlamentare di questa assurda disposizione si potrà apprendere che il suo promotore è una punta di diamante dello stesso fronte proibizionista a cui appartengono gli autori della ricerca, il che dimostra come la bramosia di proibire possa determinare un’eterogenesi dei fini”. lp/AGIMEG