Astro scrive a Kompatscher (Pres. Prov. Bolzano): “Abbandonato l’intero comparto imprenditoriale e occupazionale del gioco pubblico. A rischio numerose attività”

Dopo la ripartenza della Regione Lazio, la Provincia Autonoma di Bolzano risulta essere l’unico territorio a non aver avviato la ripartenza del gioco pubblico, posticipandola al prossimo 15 luglio. In ragione di ciò As.tro ha deciso di scrivere al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano per evidenziare come, una simile scelta, potrebbe rappresentare un punto di non ritorno per gran parte delle aziende di gioco e dei loro dipendenti. “Il DPCM 11 giugno 2020 condizionava la decisione sull’apertura di tali attività alla sola valutazione di compatibilità delle stesse con la situazione epidemiologica della Regione o, come nel caso di specie, della Provincia Autonoma. In punto di diritto è evidente che una decisione in senso negativo, come quella adottata dalla Provincia di Bolzano, andava adeguatamente motivata: non si trattava, infatti, di esercitare un potere rimesso alla valutazione discrezionale (rectius, politica) dei singoli Presidenti.” E’ quanto si legge nella lettera inviata da Astro al Presidente della Provincia di Bolzano. “Emettendo il provvedimento in questione, privo di accenni a quella “valutazione di compatibilità” richiesta dal DPCM, Lei ha invece deciso sulla base di una mera valutazione politica di abbandonare al proprio destino un intero comparto imprenditoriale ed occupazionale. Questo atto – prosegue Astro – costituisce un unicum nel contesto nazionale, potrebbe rappresentare un punto di non ritorno per gran parte delle aziende di gioco e dei loro dipendenti. Stupisce che decisioni così gravide di conseguenze vengano prese con simile leggerezza. Pertanto – conclude Astro -, anche se inaccettabile da un punto di vista giuridico, sarebbe se non altro apprezzabile, dal punto di vista etico, dire esplicitamente ai lavoratori e agli imprenditori del settore che dietro questo provvedimento risiedono motivazioni squisitamente politiche che nulla hanno a che vedere con il contesto normativo finalizzato a fronteggiare i rischi epidemiologici.” ac/AGIMEG