La Quinta Sezione Civile della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza con cui la Commissione tributaria regionale delle Marche aveva condannato una associazione no profit – che in realtà gestiva una sala Bingo – a versare maggiorazioni di IRPEG, IRAP e IVA. La vicenda risale al 2005, l’attività veniva in origine svolta da una Srl. La compagnia venne però disciolta, al suo posto subentrò l’associazione no profit, e quest’ultima fu al centro di accertamenti da parte della Guardia di Finanza. L’associazione consentiva di accedere alla sala ai soli associati; in virtù di questa circostanza – si sostiene nel ricorso per cassazione – la CTR l’avrebbe qualificata come “ente non commerciale”, ma poi non le avrebbe riconosciuto i benefici fiscali. La Cassazione ha tuttavia respinto questa interpretazione La sentenza della Commissione Tributaria si basa sulla “constatata natura commerciale dell’attività svolta dall’Ente associativo che non ha esercitato attività «culturale, ricreativa e di promozione sociale», ma si è occupata della gestione di una sala Bingo, in continuità coll’oggetto sociale della disciolta”. LA CTR ha inoltre svolto una valutazione “delle circostanze di fatto” negando ad esempio che “l’Associazione rispettasse i canoni di democrazia interna, propri degli enti no profit”. lp/AGIMEG