“Nel 2022 è proseguito il trend positivo del flusso segnaletico riferito ai prestatori di servizi di gioco (+21,0%). In generale, l’andamento del comparto potrebbe essere connesso con la ripresa dell’attività dovuta all’allentamento delle misure restrittive adottate durante l’emergenza sanitaria. Nei primi quattro mesi del 2023 il numero di segnalazioni di operazioni sospette ricevute si è attestato a 51.956 unità, con un incremento dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’aumento delle SOS inviate agli Organi investigativi è stato del 10,8%. La crescita delle segnalazioni nel 2022 si è accompagnata all’ampliamento del numero dei segnalanti, grazie a 497 nuovi iscritti al portale Infostat-UIF (353 nel 2021). In linea con quanto registrato nell’ultimo triennio, le nuove iscrizioni hanno principalmente riguardato il mondo dei professionisti (270) nel cui ambito una quota rilevante è rappresentata dai dottori commercialisti (168, pari al 33,8% del totale delle nuove iscrizioni)39. L’aumento degli operatori in valute virtuali (19), tutti exchangers, è stato favorito dal citato avvio del censimento dei VASP attivi in Italia. Il 27,4% dei nuovi iscritti (28,3% nel 2021) ha inviato almeno una segnalazione, per un totale di 848 SOS, in netto aumento rispetto allo scorso anno (373 SOS). Il dato è sostanzialmente riferibile agli operatori in valuta virtuale (276 SOS) e a società assicurative comunitarie operanti in Italia in libera prestazione di servizi (317 SOS). Fra le nuove iscrizioni, 20 provengono da soggetti con sede legale in altri Stati europei, di cui uno non facente parte della UE: sei operatori in valuta virtuale, otto intermediari finanziari in libera prestazione di servizi, tre operatori di gioco che offrono servizi online, un professionista, una società di gestione del risparmio (SGR) e una società di intermediazione mobiliare (SIM). In Italia, in linea con il trend osservato negli ultimi anni, la regione con maggior numero di nuovi iscritti si conferma la Lombardia (161), seguita da Veneto ed Emilia-Romagna (47 per regione), e Lazio (40)”.
E’ quanto si legge relazione sull’attività di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e Rapporto annuale sull’attività svolta dall’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia (Anno 2022) presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze Giorgetti al Senato.
“Le segnalazioni di operazioni sospette ricevute nel 2022, in linea con gli anni precedenti, sono per la quasi totalità riconducibili a ipotesi di riciclaggio (99,8% del totale), a fronte di un numero limitato di quelle relative al finanziamento del terrorismo, in flessione del 41,0% rispetto al 2021. (…) Nell’anno in rassegna, peraltro, si registra anche un aumento significativo (+50,0%) delle segnalazioni che non recano un luogo fisico di esecuzione in quanto effettuate online, a conferma che ormai tale prassi operativa si è consolidata. Le principali categorie di segnalanti che hanno rilevato tale ultima operatività sono rappresentate dagli IMEL (44,8%, con 3.360 SOS) e operatori di gioco (41,1%, con 3.085 SOS). Più che raddoppiate le segnalazioni riferite a operatività estera (+116,4% da 1.412 e a 3.056)”, aggiunge.
“Nel 2022 le segnalazioni pervenute entro un mese dall’esecuzione delle operazioni sono state pari al 44,5% del totale (44,0% nel 2021), quelle pervenute entro due e tre mesi hanno rappresentato, rispettivamente, il 65,6% (63,2% nel 2021) e il 76,4% (da 76,2%). Risultano in aumento le SOS inviate alla UIF nella fascia temporale 1-30 giorni da intermediari e altri operatori finanziari (dal 34,7% al 43,6%) e, in misura inferiore, i professionisti (dal 74,0% al 76,9%) e gli operatori non finanziari (dal 44,0% al 47,7%). Banche e Poste invece mostrano un leggero aumento dei tempi di inoltro rispetto al 2021 (dal 47,5% al 45,1%). In netto allungamento le tempistiche delle segnalazioni per i prestatori dei servizi di gioco (dal 46,1% al 22,7%). Analogo andamento ha riguardato le comunicazioni trasmesse dalla PA, con tempi di inoltro raddoppiati in tutte le fasce temporali fino a 90 giorni”, continua.
“Il processo di analisi delle segnalazioni di operazioni sospette prevede per alcune tipologie di segnalazioni (attualmente quelle dei money transfer, delle carte e dei giochi) un terzo livello di valutazione di tipo aggregato. Questa procedura consente di considerare unitariamente insiemi di segnalazioni altrimenti scarsamente significative, caratterizzate spesso da molteplicità di operazioni di ridotto importo, dalla numerosità dei soggetti interessati e dalla dispersione geografica. Il selettore LASER favorisce l’emersione di connessioni e scenari significativi anche dove le operazioni, prese singolarmente, appaiano poco rilevanti”, prosegue.
“Gli esiti degli approfondimenti finanziari hanno inoltre confermato l’interesse delle consorterie mafiose nel settore dei giochi e delle scommesse (con un peso di tali segnalazioni pari all’8,5% di quelle riconducibili all’area di rischio in esame), non solo tramite il relativo utilizzo quale canale diretto e immediato per il riciclaggio di fondi di provenienza illecita ma anche mediante la costituzione all’estero di intermediari finanziari grazie a risorse provenienti da società del comparto”, prosegue.
“Il comparto dei giochi e delle scommesse continua a mostrare zone d’ombra suscettibili di favorire fenomeni di riciclaggio. Nel corso del 2022, diverse segnalazioni inoltrate da altrettanti concessionari di gioco online hanno portato all’attenzione dell’Unità presumibili meccanismi di chip dumping intercettati dalle piattaforme di gioco nell’ambito delle procedure interne antifrode. La fattispecie prevede la canalizzazione, resa apparentemente legittima dal ricorso al chip dumping, di fondi aventi origine illecita verso conti di gioco, successivamente incassati in contanti tramite voucher presso punti vendita ricorrenti e concentrati nella medesima area geografica. La comune zona di insediamento dei giocatori e l’esecuzione delle operazioni in date contigue induce a ipotizzare una più ampia rete di soggetti coinvolti, direttamente o in qualità di meri prestanome, in condotte collusive finalizzate al riciclaggio di somme illecite derivanti da frodi informatiche, clonazioni di carte di pagamento e truffe di vario genere. Una caratteristica peculiare, oggetto di segnalazione, attiene alla rilevazione di numerosi soggetti che, in sede di adeguata verifica, forniscono informazioni anagrafiche dal contenuto similare, illogico o incoerente (luoghi di nascita e di residenza diversi e/o geograficamente distanti, indirizzi inesistenti, CAP errati, ecc.), facendo presumere che le operazioni realizzate siano riconducibili a un’unica persona fisica che agisce sotto diverse false identità. Tale ipotesi è suffragata dall’utilizzo delle stesse risposte alle “domande segrete” previste per il recupero delle password di accesso ai conti di gioco. Inoltre, gli approfondimenti condotti sull’operatività registrata presso gli esercenti maggiormente coinvolti non hanno portato a escludere la complicità degli esercenti, che potrebbero consentire la riscossione dei voucher da parte di soggetti diversi dai richiedenti. Da ultimo, si sono riscontrate condotte di taluni Punti vendita ricarica (PVR) che promuovono – all’insaputa del concessionario – giochi tramite siti web non autorizzati dall’ADM (presenti nell’elenco dei siti soggetti a inibizione) con modalità non consentite (come la raccolta di scommesse per eventi non inseriti nel palinsesto reso disponibile dall’ADM stessa o la presenza di apparecchi videoterminali non conformi alle disposizioni di cui ai commi 6 e 7 dell’art. 110 TULPS). Tali circostanze delineano un esercizio abusivo dell’attività di giuoco o di scommessa e favoriscono fenomeni di riciclaggio attraverso operazioni non tracciate e fuori dal controllo sia del concessionario sia delle Autorità preposte”, aggiunge.
“Tra le attività investigative svolte dal Nucleo speciale polizia valutaria si segnalano le seguenti operazioni: “Reset”, concernente un’attività di Polizia giudiziaria in materia d’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei giochi e delle scommesse, che ha condotto all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 203 soggetti, responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, esercizio abusivo del credito, danneggiamento, reati in materia di armi e munizionamento, delitti contro la persona, contro il patrimonio, contro la Pubblica Amministrazione, traffico di stupefacenti, riciclaggio, reimpiego di denaro in attività economiche, intestazione fittizia di beni e scambio elettorale politico-mafioso, aggravati dalle finalità di agevolazione mafiosa. L’Autorità giudiziaria inquirente ha altresì disposto il sequestro preventivo d’urgenza delle disponibilità degli indagati per circa 72 milioni di euro”, continua.
“In termini percentuali, invece, l’incremento più significativo è riferibile agli “Operatori di gioco su rete fisica che offrono, anche attraverso distributori ed esercenti, a qualsiasi titolo contrattualizzati, giochi, con vincite in denaro, su concessione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli”, risultato pari al 141%, con un volume di segnalazioni che è passato dalle 1.672 SOS del 2021 alle 4.022 SOS del 2022”, prosegue.
“Alla fine del 2022, sulla base di specifici approfondimenti condotti nel comparto delle valute virtuali, è stata avviata una verifica presso un VASP, in coordinamento con l’OAM e il NSPV. Accertamenti ispettivi sono stati avviati anche su operatori attivi nei comparti dell’intestazione fiduciaria, dei giochi e scommesse online (in quest’ultimo caso anche in relazione a un’attività di analisi nel mercato dei giochi condotta dall’ADM), nonché del settore del leasing immobiliare al fine di verificare gli impatti della crisi finanziaria sull’obbligo segnaletico”, aggiunge.
“Una rilevante proiezione operativa è stata dispiegata nell’ambito delle competenze e potestà accordate dagli interventi normativi di cui ai decreti 25 maggio 2017, n. 90 e n.92 che, come noto, hanno rispettivamente: • innovato compiutamente la struttura del d.lgs. n. 231/2007; • introdotto una disciplina speciale per gli operatori compro oro, attribuendo, in via esclusiva, alla Guardia di finanza, la responsabilità del controllo circa il rispetto degli obblighi di settore specificamente dettati per: o i soggetti convenzionati e agenti di prestatori di servizi di pagamento e di istituti di moneta elettronica (c.d. “money transfer”); o i distributori e gli esercenti dei prestatori dei servizi di gioco; o gli operatori compro oro”, continua.
“Nel corso del 2022, la Direzione antifrode di ADM ha riorganizzato le articolazioni interne, prevedendo la creazione di una Sezione specialistica dedicata all’analisi dei flussi di merce e valuta, oggetto di movimentazioni transfrontaliere, considerabili a maggiore rischio specifico per condotte inerenti anche a condotte di riciclaggio internazionale e finanziamento del terrorismo. L’Unità ha tra le competenze la cura dei rapporti con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, le Direzioni distrettuali Antimafia, per azioni di impulso informativo riguardanti condotte previste dall’art. 51 comma 3 bis e comma quater del c.p.p. in relazione a quanto previsto dall’art. 8 del d. lgs. n. 231/2007 come modificato dall’art. 1 del d. lgs. n. 90/2017. In tale ambito, la centrale struttura antifrode di ADM ha predisposto e inoltrato alla DNA 14 segnalazioni, che coinvolgono 74 soggetti (aziende e persone fisiche). Le segnalazioni hanno riguardato sia flussi valutari e merceologici sospetti, sia filiere aziendali e soggetti sospettati di agire condizionati da interessi patrimoniali della criminalità organizzata, in relazione ad attività import/export e a ipotesi di intestazione fittizia/riciclaggio nel settore delle accise e dei giochi o scommesse (area monopoli di Stato)”, continua.
“L’Agenzia ha intensificato le azioni di prevenzione nel settore dei giochi e delle scommesse, definendo con le Forze di Polizia che cooperano nel CO.PRE.GI. (Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori) specifici programmi di controllo degli operatori attivi su scala nazionale. Si espongono, di seguito, alcuni dati inerenti all’attività di controllo svolta da ADM (Fonte – Bollettini statistici trimestrali ADM): • Riepilogo nazionale del numero di esercizi controllati nel settore giochi: 12.870; • N. sanzioni irrogate: 1.567; • Imposta accertata: 151 milioni di euro; • Importo sanzioni tributarie e amministrative: 14,6 milioni di euro. Si evidenzia, inoltre, che l’Ufficio investigazioni della Direzione antifrode ha svolto analisi sui centri di raccolta scommesse su rete fisica ubicati nel Comune di Roma, a seguito delle quali è emersa la posizione a rischio di 2 sale scommesse. Le successive attività investigative hanno generato 2 procedimenti penali che sono stati incardinati entrambi presso la competente Procura della Repubblica di Roma a carico dei gestori di ciascun centro di raccolta scommesse su rete fisica; per uno di questi, le indagini delegate hanno comportato l’esecuzione di attività di videosorveglianza, intercettazioni telefoniche e indagini finanziarie, in forza delle quali sono stati sottoposti a sequestro probatorio, ai sensi dell’art. 252 c.p.p., ingenti somme in denaro contante (per un ammontare di oltre cinquecentomila euro) e beni di lusso, in particolare orologi, del valore stimato di altre centinaia di migliaia di euro. Inoltre, le attività di indagine condotte, che inizialmente riguardavano due indagati, hanno permesso di contestare a sette indagati i seguenti reati: • art. 4, comma 1, della Legge 401/1989: intermediazione e raccolta abusiva delle scommesse anche su canali a distanza illegali; • art. 4, comma 3, della Legge 401/1989: per partecipazione ad attività di gioco e scommesse su siti web non regolari. • art. 110 c.p.: concorso nel reato di intermediazione e raccolta abusiva delle scommesse anche su canali a distanza illegali – siti web non regolari; • art. 81, comma 2, c.p.: concorso formale. Reato continuato; • art. 4 del d.lgs. n. 74/2000: dichiarazione fiscale infedele. Si evidenzia, in particolare, che la condotta posta in essere da uno dei sette indagati si è rilevata sussumibile nella fattispecie di reato prevista e punita dall’art. 648 ter.1 c.p. e che, pertanto, a carico dello stesso soggetto è stato contestato ilreato di autoriciclaggio”, prosegue.
“Nel 2022, le Ragionerie territoriali dello Stato hanno adottato, complessivamente, 6.974 decreti sanzionatori per inosservanza della normativa in materia antiriciclaggio, ai sensi del d.lgs. 231/2007 e successive modifiche/integrazioni, di cui: (…) 11 per mancata identificazione del cliente e/o conservazione dei dati da parte degli operatori di gioco online (art. 53, comma 7 e 8)”, aggiunge.
“Quello trascorso si è rivelato un anno di ulteriore, forte impegno della UIF nell’attività di prevenzione e contrasto al riciclaggio e alla criminalità economica e finanziaria. Nel 2022 si è raggiunto un altro massimo storico delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Unità (155.426, con un aumento dell’11,4%). Un’ampia maggioranza di segnalazioni proviene come di consueto dal sistema bancario e finanziario, con un accresciuto contributo dei prestatori di servizi di gioco e degli operatori non finanziari. Restano trascurabili le comunicazioni inviate dalle Pubbliche amministrazioni, nonostante l’attuale momento storico in cui il massiccio intervento pubblico nell’economia rafforza l’esigenza di presidi per la tutela della legalità”, sottolinea.
“Nel 2022 è proseguito il trend positivo del flusso segnaletico riferito ai prestatori di servizi di gioco (+21,0%, da 7.659 a 9.266 SOS). In generale, l’andamento del comparto potrebbe essere connesso con la ripresa dell’attività dovuta all’allentamento delle misure restrittive adottate durante l’emergenza sanitaria”, continua.
“La crescita delle segnalazioni nel 2022 si è accompagnata all’ampliamento del numero dei segnalanti, grazie a 497 nuovi iscritti al portale Infostat-UIF (353 nel 2021). In linea con quanto registrato nell’ultimo triennio, le nuove iscrizioni hanno principalmente riguardato il mondo dei professionisti (270) nel cui ambito una quota rilevante è rappresentata dai dottori commercialisti (168, pari al 33,8% del totale delle nuove iscrizioni) . L’aumento degli operatori in valute virtuali (19), tutti exchangers, è stato favorito dal citato avvio del censimento dei VASP attivi in Italia. Il 27,4% dei nuovi iscritti (28,3% nel 2021) ha inviato almeno una segnalazione, per un totale di 848 SOS, in netto aumento rispetto allo scorso anno (373 SOS). Il dato è sostanzialmente riferibile agli operatori in valuta virtuale (276 SOS) e a società assicurative comunitarie operanti in Italia in libera prestazione di servizi (317 SOS). Fra le nuove iscrizioni, 20 provengono da soggetti con sede legale in altri Stati europei, di cui uno non facente parte della UE: sei operatori in valuta virtuale, otto intermediari finanziari in libera prestazioni di servizi, tre operatori di gioco che offrono servizi online, un professionista, una società di gestione del risparmio (SGR) e una società di intermediazione mobiliare (SIM). In Italia, in linea con il trend osservato negli ultimi anni, la regione con maggior numero di nuovi iscritti si conferma la Lombardia (161), seguita da Veneto ed Emilia-Romagna (47 per regione) e Lazio (40)”, aggiunge.
“Nell’anno in rassegna, peraltro, si registra anche un aumento significativo (+50,0%) delle segnalazioni che non recano un luogo fisico di esecuzione in quanto effettuate “online”, a conferma che ormai tale prassi operativa si è consolidata. Le principali categorie di segnalanti che hanno rilevato tale ultima operatività sono rappresentate dagli IMEL (44,8%, con 3.360 SOS) e operatori di gioco (41,1%, con 3.085 SOS). Più che raddoppiate le segnalazioni riferite a operatività estera (+116,4% da 1.412 e a 3.056)”, continua.
“Risultano in aumento le SOS inviate alla UIF nella fascia temporale 1-30 giorni da intermediari e altri operatori finanziari (dal 34,7% al 43,6%) e, in misura inferiore, i professionisti (dal 74,0% al 76,9%) e gli operatori non finanziari (dal 44,0% al 47,7%). Banche e Poste invece mostrano un leggero aumento dei tempi di inoltro rispetto al 2021 (dal 47,5% al 45,1%). In netto allungamento le tempistiche delle segnalazioni per i prestatori dei servizi di gioco (dal 46,1% al 22,7%). Analogo andamento ha riguardato le comunicazioni trasmesse dalla Pubblica amministrazione, con tempi di inoltro raddoppiati in tutte le fasce temporali fino a 90 giorni”, prosegue.
“Per il 2022, in base ai dati disponibili a metà marzo 2023, le SOS di tipo A – ovvero quelle prive di sufficienti scenari di rischio – hanno rappresentato circa il 9% del totale; la percentuale sale a oltre il 10% per la categoria banche e Poste e a circa il 12% per i prestatori di servizi di gioco. Le SOS di tipo B – connotate da deboli elementi, anche investigativi, a supporto del sospetto – hanno costituito poco meno del 20% del totale; anche in questo caso per alcune categorie di segnalanti le percentuali sono più elevate, come per i professionisti (circa 23%) e i prestatori di servizi di gioco (oltre 31%). Tra le restanti segnalazioni, una su quattro è stata considerata ad alto rischio, ossia centrata su riconosciuti scenari di rischio elevato di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, con coerenti riscontri di interesse in sede di analisi finanziaria e/o investigativa. La quota di segnalazioni di questo tipo è diversa tra le varie categorie di segnalanti: meno rilevante per gli operatori non finanziari e per i prestatori di servizi di gioco rispetto a banche e Poste. In attesa di migliorare le schede di feedback qualitativo, è stata svolta una riflessione sui tempi di inoltro, da parte dei segnalanti, delle informazioni integrative richieste dalla UIF in sede di analisi delle segnalazioni, sul loro grado di completezza e sulla esaustività delle risposte fornite. Posto che questa interlocuzione con i segnalanti è funzionale, in linea di massima, all’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette, si è rilevato che circa il 55% delle indagini riferite a SOS del 2022 e chiuse entro gennaio 2023 ha avuto conclusione entro 15 giorni, mentre oltre il 14% ha superato i 30 giorni. Si notano differenze per categoria di segnalante. Si riscontra una maggior rapidità di risposta per banche e Poste e per gli altri intermediari finanziari, nonostante si rilevino comunque 111 segnalanti (su 344) con oltre un terzo di indagini protratte oltre i 30 giorni. Particolarmente lunghe nella loro conclusione anche le indagini rivolte ai prestatori di servizi di gioco, agli uffici della Pubblica amministrazione e agli organismi di autoregolamentazione degli ordini professionali per i quali, rispettivamente, circa il 57%, il 43% e il 38% hanno superato il termine di 30 giorni”, aggiunge.
“Gli esiti degli approfondimenti finanziari hanno inoltre confermato l’interesse delle consorterie mafiose nel settore dei giochi e delle scommesse (con un peso di tali segnalazioni pari all’8,5% di quelle riconducibili all’area di rischio in esame), non solo tramite il relativo utilizzo quale canale diretto e immediato per il riciclaggio di fondi di provenienza illecita ma anche mediante la costituzione all’estero di intermediari finanziari grazie a risorse provenienti da società del comparto”, prosegue.
“Ulteriori segnalazioni hanno riguardato attività distrattive, più o meno palesi, riscontrate nell’ambito delle diverse iniziative di raccolta fondi promosse a beneficio della popolazione ucraina in risposta alla crisi umanitaria indotta dal conflitto. Emblematico è il caso di un ministro di culto il quale, sfruttando la delega a operare sui rapporti bancari intestati a enti caritatevoli e religiosi, ha sottratto gran parte dei fondi ivi giacenti – generati dalle numerose donazioni disposte da privati – destinandoli all’alimentazione di conti gioco gestiti da concessionari tramite piattaforme online. L’appropriazione indebita delle somme si è perfezionata tramite plurimi bonifici di importi a cifra tonda variamente giustificati, previo transito sui rapporti personali del segnalato”, aggiunge.
“Il comparto dei giochi e delle scommesse continua a mostrare zone d’ombra suscettibili di favorire fenomeni di riciclaggio. Nel corso del 2022, diverse segnalazioni inoltrate da altrettanti concessionari di gioco online hanno portato all’attenzione dell’Unità presumibili meccanismi di chip dumping14 intercettati dalle piattaforme di gioco nell’ambito delle procedure interne antifrode. La fattispecie prevede la canalizzazione, resa apparentemente legittima dal ricorso al chip dumping, di fondi aventi origine illecita verso conti di gioco, successivamente incassati in contanti tramite voucher presso punti vendita ricorrenti e concentrati nella medesima area geografica. La comune zona di insediamento dei giocatori e l’esecuzione delle operazioni in date contigue induce a ipotizzare una più ampia rete di soggetti coinvolti, direttamente o in qualità di meri prestanome, in condotte collusive finalizzate al riciclaggio di somme illecite derivanti da frodi informatiche, clonazioni di carte di pagamento e truffe di vario genere. Una caratteristica peculiare oggetto di segnalazione attiene alla rilevazione di numerosi soggetti che, in sede di adeguata verifica, forniscono informazioni anagrafiche dal contenuto similare, illogico o incoerente (luoghi di nascita e di residenza diversi e/o geograficamente distanti, indirizzi inesistenti, CAP errati, ecc.), facendo presumere che le operazioni poste in essere siano riconducibili a un’unica persona fisica che agisce sotto diverse false identità. Tale ipotesi è suffragata dall’utilizzo delle stesse risposte alle “domande segrete” previste per il recupero delle password di accesso ai conti di gioco. Inoltre, gli approfondimenti condotti sull’operatività registrata presso gli esercenti maggiormente coinvolti non hanno portato a escludere la complicità degli esercenti, che potrebbero consentire la riscossione dei voucher da parte di soggetti diversi dai richiedenti. Da ultimo, si sono riscontrate condotte di taluni Punti Vendita Ricarica (PVR) che promuovono – all’insaputa del concessionario – giochi tramite siti web non autorizzati dall’ADM (presenti nell’elenco dei siti soggetti a inibizione) con modalità non consentite (come la raccolta di scommesse per eventi non inseriti nel palinsesto reso disponibile dall’ADM stessa o la presenza di apparecchi videoterminali non conformi alle disposizioni di cui ai commi 6 e 7 dell’art. 110 TULPS). Tali circostanze delineano un esercizio abusivo dell’attività di giuoco o di scommessa e favoriscono fenomeni di riciclaggio attraverso operazioni non tracciate e fuori dal controllo sia del concessionario sia delle Autorità preposte”, continua.
“Alla fine del 2022, sulla base di specifici approfondimenti condotti nel comparto delle valute virtuali, è stata avviata una verifica presso un VASP38, in coordinamento con l’OAM e il NSPV. Accertamenti ispettivi sono stati avviati anche su operatori attivi nei comparti dell’intestazione fiduciaria, dei giochi e scommesse online (in quest’ultimo caso anche in relazione a un’attività di analisi nel mercato dei giochi condotta dall’ADM), nonché del settore del leasing immobiliare al fine di verificare gli impatti della crisi finanziaria sull’obbligo segnaletico”, continua. cdn/AGIMEG