“Noi gestori di agenzie di scommesse siamo in rosso da anni, un’ulteriore tassa sulla raccolta è un’assurdità. Sappiamo che il M5S è da sempre contro il gioco, ma se vogliono eliminare il settore lo dicano chiaramente. Ormai, con la chiusura dei negozi da inizio marzo, siamo alla fame e per di più non si sa quando ripartiremo, e se quando ripartiremo potremo avere un palinsesto, visto che tutti i campionati sono fermi”. E’ lo sfogo di Vincenzo Santagati, che ha un’agenzia di scommesse a Riposto, in provincia di Catania, all’ipotesi di ulteriore tassazione del prodotto scommessa. “La colpa di questa situazione è dello Stato, che dimentica il fatto che siamo operatori legali mentre continua a farci la lotta con aumenti del preu sugli apparecchi e di tassazione sulle scommesse, sia fisiche sia online. Se il Governo non vuole più il gioco, che si chiuda il settore, ma allora assisteremo al ritorno del totonero e dei videopoker, così come dei siti .com. Sono però anche molto deluso dai concessionari, che non si sono ribellati e in questa situazione non prendono posizione. Il problema è che qualsiasi aumento verrà riversato su di noi aumentando i costi dei canoni. Una situazione insostenibile”.
“Sono entrato nel settore delle scommesse a inizio marzo, investendo tutti i miei risparmi per acquistare un’agenzia, e ora non solo non sto lavorando, ma non so neanche quando potremo riaprire. Ho avuto l’autorizzazione da parte dello Stato, Adm mi ha contattai per ritirare le licenze, ma ora mi sento preso in giro. La nuova tassa sulle scommesse è la goccia che ha fatto traboccare il vaso del nostro settore, un’ennesimo balzello che si aggiunge a tasse, bollette, affitti che continuiamo a pagare nonostante le nostre attività siano chiuse. Non abbiamo visto un euro dallo Stato, né cassa integrazione per i miei dipendenti né i 600 euro”. E’ quanto ha dichiarato invece ad Agimeg Antonio Orsino, titolare di un’agenzia di scommesse di Ginosa, in provincia di Taranto. “Tra l’altro non so cosa succederà quando potremo riaprire: i divieti di assembramento ci danneggiano, quando invece le nostre agenzie hanno spazi per accogliere i giocatori, la mia ad esempio è di 200 metri quadri. Mi sento derubato dallo Stato, che sta togliendo il futuro a me e alla mia famiglia”. cr/AGIMEG