Affari e Finanza (Repubblica): “Settore gioco duramente colpito dai lockdown. Sale giochi ed agenzie di scommesse con incassi azzerati e gettito erariale quasi dimezzato”. Cardia (pres. Acadi): “Preoccupante aumento dell’illegalità”

Il settore del gioco continua ad essere duramente colpito dalle misure attuate per fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Dieci mesi di chiusura che ha stravolto l’operatività delle aziende del settore e ha quasi dimezzato il gettito erariale che entra nelle casse dello Stato, passando dai 10,4 miliardi del 2019 ai 6,5 stimati per il 2020. I giocatori – riporta Affari e Finanza Economia -, invece, si sono riversati nell’online e nell’illegale. Quello del gioco è un settore dalle cifre importanti: circa 17 milioni di italiani, secondo il primo Rapporto sul gioco pubblico in Italia realizzata a fine 2019 dall’Acadi, hanno giocato almeno una volta l’anno. Nel 2019 la raccolta totale ha superato i 110 miliardi di euro. Le vincite totali pagate ai giocatori sono state 91 miliardi e quindi la spesa netta uscita dalle tasche degli italiani è stata di 19 miliardi circa. Di questi 11,3 miliardi hanno preso la via dell’erario. I quasi 8 miliardi che restano sono stati il fatturato di circa 70 mila imprese che compongono la filiera e che danno lavoro a 150 mila persone. La filiera è composta da 11 grandi piattaforme che gestiscono le slot machines, le videolotterie, in alcuni casi le scommesse, sale bingo e on-line, oltre ai prodotti mono-concessione delle le grandi lotterie nazionali; 60 mila esercizi pubblici; 10 mila imprese che gestiscono locali specializzati; 3,500 imprese circa che si occupano dell’indotto. A soffrire di più delle misure attuate per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 sono le imprese del retail che hanno gli incassi azzerati da 10 mesi. Per questo, con il sostegno anche delle altre società, da settimane organizzano manifestazioni davanti al Parlamento per chiedere la riapertura. “Giocare distanziati e in locali sanificati è possibile e d’altra parte gli operatori del gioco pubblico sono imprese che hanno vinto gare presentando requisiti che sono stati verificati e che svolgono anche un importante ruolo di controllo in un settore delicato come questo. Sono tenuti al rispetto delle norme antiriciclaggio e, come le banche, segnalano le operazioni sospette; garantiscono la tracciabilità dei flussi finanziari; la gestione digitale dei giochi permette di rilevare e tracciare le puntate anomale. Infine, in tutti gli ambienti dedicati ci sono impianti di videosorveglianza a cui possono accedere tutte le autorità investigative. La filiera è dunque un presidio di legalità e non a caso con le chiusure è aumentata l’attività illegale”, ha spiegato Geronimo Cardia, presidente di Acadi. L’illegale, invece, vale circa 20 miliardi e ci sono segnali di una crescita in questi mesi: stime parlano di una cifra tra i 5 e i 10 miliardi. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha intensificato i controlli e il presidente Marcello Minenna ha rilevato che nei mesi passati ci sono state circa 5 mila chiusure di sale da gioco clandestine. Mentre l’online per ora incide relativamente poco: il 20% in termini di raccolta.

Affari e Finanza 15 febbraio

cdn/AGIMEG