E’ un giudizio molto negativo quello di Acadi, associazione dei concessionari di giochi pubblici, sulla “decisione del Governo di incrementare, ulteriormente, il prelievo fiscale diretto sui giochi regolamentati, più di quanto già votato dalla Camera dei Deputati ed a pochi mesi di distanza dagli aumenti già imposti in estate col Decreto “Dignità”. Tali nuovi aumenti – si legge in una nota dell’associazione – rappresentano l’ennesimo cambio di condizioni di esercizio delle concessioni, che rende ancora più critica la tenuta del sistema pubblico di controllo dell’offerta, compromettendo l’equilibrio economico degli affidamenti e conseguentemente la capacità di tutela degli utenti, soprattutto in quanto imposto in combinazione con le politiche espulsive adottate dalle normative territoriali, in maniera disarticolata rispetto alle leggi nazionali”. L’invito di Acadi a Governo e Parlamento è quello di fare “analisi tecniche approfondite sulle reali dinamiche, possibilità e capacità di contribuzione del mercato dei giochi pubblici e degli operatori che ne fanno parte e, come ribadito in più occasioni, conferma la propria immediata disponibilità ad interloquire con il fine primario di continuare a tutelare, assieme ai rilevanti investimenti finora assicurati dagli operatori in ossequio alle disposizioni concessorie, il controllo pubblico di un fenomeno dalle rilevanti implicazioni sanitarie, sociali, economiche, di sicurezza e di presidio dei territori e le decine di migliaia di posti di lavoro, diretti ed indiretti, che il mercato regolamentato ha creato negli ultimi venti anni, molti dei quali – conclude la nota – saranno rapidamente posti a rischio dalla sopravvenuta insostenibilità economica dell’esercizio di numerose delle attività legali del settore”.lp/AGIMEG