Scommesse: a Roma centinaia di Ced e CTD in piazza. Gli organizzatori: Le autorità trovino il modo di farci convivere con la rete legale

Sono alcune centinaia i gestori dei Ced e Ctd riuniti a Piazza Santi Apostoli a Roma per chiedere il riconoscimento della loro figura. “Ci attendiamo un migliaio di adesioni, stiamo aspettando pulmann anche dalla Sicilia” spiega a Agimeg Marco Mandolesi, ex gestore di un centro a Roma e ora trasferitosi in Austria per svolgere lo stesso lavoro, e uno degli organizzatori dell’evento. “La manifestazione non è legata a alcun bookmaker – sulla piazza sventolano il Tricolore, la bandiera dell’UE  e quella con il logo di FederBet – la manifestazione è stata aperta a tutti, e sono presenti i gestori dei ced di stanleyBet, di GoldBet, di SKS365 e di tutti gli altri bookmaker, al di là della rivalità commerciale. E’ una manifestazione partita dal basso”. Quello che chiedono i manifestanti è un riconoscimento giuridico: “Svolgiamo una funzione diversa da quella delle agenzie di scommesse con concessione: non partecipiamo in alcun modo all’organizzazione della scommessa, quello è un aspetto che cura il bookmaker nello stato in cui risiede. E’ come se accompagnassi in auto uno scommettitore fino a Innsbruck  per piazzare una scommessa. E’ un paradosso ovviamente, ma in quel caso non commetterei alcun reato. Ma gestendo un ced svolgo la stessa funzione: mi limito a mettere a disposizione la tecnologia che consente di piazzare la giocata”. Un riconoscimento giuridico dei ced e ctd inevitabilmente però farebbe saltare il sistema legale: “Le autorità competenti dovrebbero infatti rivedere l’intero sistema, ripensare anche alla rete legale, per consentire a entrambe le figure di coesistere”. E poi c’è la questione del prelievo erariale: “Noi ci troviamo in una situazione scomoda. Paghiamo infatti le tasse normali sui redditi, il Preu sulle scommesse dovrebbe essere chiesto ai bookmaker esteri. Ma i proicedimento ovviamente vengono avviati nei confronti di ced e ctd”. gr/AGIMEG