In Veneto, il ministero della Salute ha approvato il piano di prevenzione e contrasto al gioco patologico e di cura dei malati. E’ quanto riferito dall’assessore regionale al Sociale, in seguito alla comunicazione ricevuta dal ministero e dal via libera pervenuto dall’Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco e il fenomeno della dipendenza grave. Il piano veneto impegna i servizi per le dipendenze nella presa in carico dei giocatori compulsivi, sostiene la sperimentazione di modelli innovativi di prevenzione e cura, e destina risorse al rafforzamento delle reti locali e delle esperienze di mutuo aiuto, secondo un approccio multidisciplinare e integrato, che coinvolge anche il privato sociale. Con il via libera da parte ministeriale diventa spendibile la prima tranche della quota del Fondo nazionale per il gioco patologico assegnata al Veneto, pari a 4.050.000 euro. A tali risorse si aggiunge la quota regionale di 1.280.000 euro attinti dal Fondo sanitario regionale. Un quarto dei fondi sarà destinato alla prevenzione, due terzi, pari a 3.520.000 euro, per interventi di cura e riabilitazione. Il rimanente va per le attività istituzionali e per quelle di ricerca, coordinate dall’Università di Verona. Il piano regionale prevede attività di informazione e sensibilizzazione, interventi di prevenzione nelle scuole e nei centri anziani, programmi di cura e di riabilitazione, valorizzazione delle esperienze territoriali del mutuo aiuto. “La legislazione regionale è ripetutamente intervenuta inserendo il gioco – fa notare l’assessore – nei programmi del Piano sociosanitario regionale, prevedendo con la finanziaria del 2015 piani di prevenzione e azioni dissuasorie nei confronti dei pubblici esercenti che installano slot e videolotterie e, nel 2016, con norme urbanistiche in merito a distanze minime dei punti gioco dai cosiddetti ‘luoghi sensibili’, come scuole, centri di aggregazione e centri per anziani. Il via libera ai fondi del piano nazionale – conclude l’assessore – consentirà di potenziare gli interventi di prevenzione e di contrasto al gioco patologico e di rendere omogenea su tutto il territorio regionale la rete pubblico-privata di prevenzione, sostegno alle famiglie e di cura nei confronti delle persone affette da questo tipo di dipendenza, mettendo concretamente a regime il quadro organico di interventi progettato tra Regione, Ulss, Servizi per le dipendenze e Comuni”. cdn/AGIMEG