“Apprendo con amarezza e stupore la notizia che Confindustria Sistema Gioco Italia starebbe verificando gli estremi per una querela per diffamazione aggravata nei miei confronti, per le dichiarazioni relative alla presentazione del convegno “L’azzardo non è un gioco. Nuoce gravemente alla salute”.” Arriva la risposta del consigliere Paolo Voltaggio a Sistema Gioco Italia riguardo il convegno sulla ludopatia che si terrà a Roma lunedì prossimo e le affermazioni di Voltaggio. “A tal proposito ribadisco – si legge in una nota del consigliere – l’importanza dell’iniziativa organizzata da Identità Cristiana per Roma il prossimo 25 marzo, dalle ore 15, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, quale importante occasione per riflettere sul grave problema sociale del gioco d’azzardo e per fare di Roma Capitale, che per la sua natura di città-polis è laboratorio nazionale, un luogo di confronto e dibattito per la ricerca di proposte e soluzioni condivise per il contenimento della dipendenza dal gioco d’azzardo, delle sue ricadute sui redditi delle famiglie e sui deboli.
Il linguaggio scarno ed essenziale del comunicato rivolto a porre l’attenzione sul crescente fenomeno dell’infiltraziome dell’usura e della malavita nel gioco d’azzardo, non aveva nessuna intenzione di ledere l’onorabilità delle imprese consociate nella SGI, né tanto meno di affermare che loro sono la malavita.
Del resto la stessa Confindustria Sistema Gioco Italia, la Federazione di filiera dell’Industria del gioco e dell’intrattenimento, che riunisce oltre 6.600 imprese del settore, non ignora la grave piaga dell’illegalità legata al gioco d’azzardo, giacchè per bocca del Suo Presidente Massimo Passamonti ha chiesto che venga adottato un piano regolatore del settore e un’intensificazione dei controlli per combattere l’illegalità.
La pericolosità delle devianze connesse al gioco d’azzardo è da tempo posta alla ribalta dei media e contenuta nella stessa proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati il 13 marzo 2012, che riporta uno stralcio del dettagliato rapporto in materia, dal titolo “Azzardopoli”. Nella relazione introduttiva legge testualmente: «Secondo l’indagine “L’Italia in gioco”, realizzata da Eurispes, risulta che già nel 2009 erano ben 35 milioni gli italiani coinvolti nel gioco lecito. Si tratta di cifre evidentemente parziali, che non tengono conto dell’ampiezza del fenomeno alimentato anche dal gioco illegale, con una fetta consistente di consumatori d’azzardo che, pur non entrando nelle statistiche ufficiali, costituiscono spesso l’indotto sotterraneo del business dei giochi (usura, truffa, estorsione, criminalità organizzata, riciclaggio)».
Secondo un recente rapporto dell’Associazione Libera dal titolo “Azzardopoli – il paese del gioco d’azzardo”, pubblicato nel gennaio 2012, il gioco d’azzardo costituisce la terza impresa del Paese, con i suoi 76,1 miliardi di euro di fatturato legale, «cui vanno aggiunti, con una stima sicuramente approssimata per difetto, i 10 miliardi di quello illegale».
Un’industria sempre in attivo, che non risente della crisi, che colpisce il Paese e che non poteva non attirare l’attenzione della criminalità organizzata: sono 41 i clan che gestiscono «i giochi delle mafie» in tutto il territorio italiano. Sempre secondo Libera, «le mafie sui giochi si accreditano ad essere di fatto l’undicesimo concessionario occulto del Monopolio». E se i giocatori a rischio sono calcolati in almeno due milioni, 800.000 sono le persone dipendenti dal gioco d’azzardo.
Stupisce altresì che Confindustria Sistema Gioco Italia ravvisi un’ipotesi di diffamazione aggravata nell’affermazione, dell’onorevole Voltaggio, che “Oltre ad Aams sono 41 clan malavitosi a gestire i circa 100 miliardi di fatturato”, male interpretando la necessaria sintesi di un comunicato stampa mentre proprio “a tutela della verità, dell’impegno per la legalità e la trasparenza del settore e dell’onorabilità dei suoi associati”, Sgi dovrebbe condividere e sostenere ogni iniziativa volta a focalizzare interessi ed intromissioni della criminalità organizzata a danno della legalità e dello Stato. Sono certo che tale presa di posizione di Sgi sia maturata a causa di un’erronea interpretazione delle mie affermazioni e mi rendo disponibile ad ogni eventuale chiarimento.
Auspico che Sgi colga il reale senso del convegno e condivida la necessità di una regolamentazione del settore più attenta all’insorgere di patologie e disagi di natura sociale e di una serrata lotta alle eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata in un comparto nel quale circolano rilevanti somme di denaro. In quest’ottica se un rappresentante di Confindustria SGI vorrà partecipare al Convegno sarà il benvenuto”. lp/AGIMEG
Sistema Gioco Italia “Accettate le scuse di Voltaggio”
“Anche se le parole hanno un peso – si legge in una nota Confindustria Sistema Gioco Italia in merito alle dichiarazioni odierne del signor Paolo Voltaggio – prendiamo atto delle scuse del signor Paolo Voltaggio con il chiarimento che, quando ha parlato di clan malavitosi, non intendeva riferirsi alle imprese concessionarie del gioco legale riunite in Confindustria Sistema Gioco Italia”. lp/AGIMEG