“Nella giornata di ieri le sigle sindacali (Uiltucs, Filcams e Fisascat ndr), insieme ad alcuni delegati che hanno avuto modo di portare la testimonianza diretta delle problematiche dei lavoratori del comparto, sono state ricevute dal pool di gabinetto dell’Assessore al lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Bernardino. E’ stato un incontro molto importante nel quale abbiamo dato voce a 150 mila lavoratori ‘invisibili'”. E’ quanto ha dichiarato, nella diretta con il direttore di Agimeg Fabio Felici, Roberta Valenti, segretario regionale Uiltucs Lazio.
Il settore è in fibrillazione, essendo chiuso da 310 giorni di chiusura, e nel primo provvedimento del Governo non sono state fornite date per il settore del gioco. In questo incontro si è parlato di date certe di riaperture?
“Il primo importante risultato è stato quello di far affiorare il tema dei 150 mila lavoratori del comparto, che stanno sempre più avendo visibilità. Si deve andare nella direzione di non avere un pregiudizio ideologico su questi lavoratori, solamente per il fatto che esista il fenomeno della ludopatia. Tutti noi condanniamo la ludopatia, un presidio sanitario va garantito assolutamente dallo Stato, ma non vuol dire che i lavoratori del settore debbano essere discriminati ed essere oggetto di pareri pregiudiziali. Nell’incontro di ieri abbiamo ottenuto due scopi. Uno è stato appunto quello di far affiorare i lavoratori del comparto, che esistono e sono molti. Abbiamo dato alla Regione contezza del loro ‘peso’ in termini numerici. Tra l’altro sono in cassa integrazione da mesi e non hanno ad oggi orizzonti di riapertura. Altra cosa importante è che si è ammesso, da parte della Regione Lazio, che i precedenti procedimenti riguardanti il settore sono stati emanati in base ad un’autonomia regionale. Tuttavia il disallineamento di regioni come Piemonte e Lazio è stato preoccupante. Ci è stato detto che la Regione Lazio per il futuro si rimetterà alle determinazioni nazionali, senza eccezioni ‘in peius’, quindi le norme saranno armonizzate. L’impegno assunto è che questo settori pesi nelle determinazioni regionali tanto quanto gli altri, ma non si è parlato di date di riaperture”.
A giugno dello scorso anno il settore del gioco, mentre nel resto d’Italia riapriva, restava chiuso nel Lazio, ultima regione a riaprire. Le è mai capitato, per la sua esperienza sindacale, che un comparto fosse così penalizzato come quello del gioco? Come avete risolto?
“Si è risolto facendo leva sulla partecipazione dei lavoratori, che per gli occupati nel gioco legale è nuova, in termini di esposizione. Tuttavia la partecipazione può consentire loro di consolidare un risultato di visibilità raggiunto come mai prima. I lavoratori del gioco sono trattati in modo non equo rispetto ad altri settori, sono penalizzati in termini di incertezza sul futuro e sulle riaperture. Abbiamo chiesto alla regione Lazio un focus su questo settore, come sindacati siamo qui a rappresentare questi lavoratori e non abbiamo intenzione di abbandonarli. Le istituzioni regionali devono avere un coinvolgimento, dando segnali di coerenza e di apertura verso i lavoratori. Abbiamo chiesto ed avuto conferma di incontrare nelle prossime settimane l’Assessore al Lavoro Di Berardino. Il pool si farà portavoce delle nostre richieste ed abbiamo buone speranze di essere ricevuti. La spinta dei sindacati è appena iniziata e proseguirà nelle prossime settimane. I lavoratori del gioco stanno crescendo, vogliamo garanzie occupazionali totali per questi lavoratori. Uiltucs ha deciso anzitempo deciso di accompagnare i lavoratori in questo settore, dove c’è un ombrello ideologico che la politica spesso fa suo. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”. cr/AGIMEG