Vaccari (PD): “La Delega Fiscale non solo ha prorogato il termine per la riforma, ma ha anche inserito un “blocco” alla riduzione dell’offerta di gioco. Approccio al riordino deve essere organico per evitare interventi periodici e dare la possibilità agli operatori di pianificare gli investimenti”

“Nel convegno di febbraio abbiamo lanciato un appello al Governo per poter affrontare insieme, con un confronto, il riordino del gioco. Sono passati cinque mesi e non è arrivata alcuna risposta. Noi come parlamentari e come Intergruppo vogliamo solo dare una mano. Ma c’è una sorta di retromarcia da parte del Governo. E’ stato infatti prorogato il termine per la riforma. Una modifica alla Legge Delega inserisce un ulteriore blocco alla “riduzione” dell’offerta di gioco, sostituita con “revisione”. Che è un’altra cosa”. E’ quanto ha dichiarato il deputato PD Stefano Vaccari, Coordinatore dell’Intergruppo parlamentare, durante il convegno “Stati generali del gioco – La riforma nasca dal confronto e rimetta al centro la tutela della persona” in corso alla Camera.

“Non mi sembra che ci sia una volontà di costruire, come abbiamo fatto noi come gruppo insieme ad altre forze politiche. Si è voluto dividere l’online dal fisico ed è sbagliato innanzitutto per gli operatori, che devono gestire anche problemi di concorrenza. Se l’obiettivo dello Stato è far salva l’entità del gettito, c’è un problema di approccio culturale. Eppure ho sentito dagli stessi rappresentanti degli operatori, Cangianelli come Cardia, che l’obiettivo è quello di fare in modo che ci siano il minor numero di giocatori in condizioni di fragilità. Questo mi pare un punto da cui partire. Ecco perché nella Delega credo debba tornare la parola “riduzione” dell’offerta di gioco. Per far diventare quello che rimane più qualificato, più all’altezza, per tutelare chi è impattato da questo fenomeno. Qualcuno mi deve spiegare dove sta la convenienza anche economica di avere 46 tipologie di Gratta e Vinci che producono un giocato al secondo di alcune migliaia di card in tutta Italia. Questa è una stortura del mercato. Proviamo a trovare una soluzione anche riducendo questa cosa”, ha aggiunto.Stati Generali del gioco

“Io concordo sul fatto che la distanza fisica non può essere l’unico criterio. Va bene se passiamo alla distanza giuridica. Ma c’è un tema di concentrazione che dobbiamo tenere presente in alcune città. C’è il tema dell’impatto del giocato nei singoli luoghi, piuttosto che sull’online. Partendo da queste questioni si può pensare di intavolare un ragionamento che a cascata si porta dietro altre scelte. Come si era già cominciato a definire nel documento dell’accordo Stato-Regioni dove erano state sviluppate delle proposte molto concrete. Sembra che l’accesso ai dati sarà negato per immotivate ragioni di tutela della privacy. Ma se non mettiamo a disposizione i dati, c’è qualcosa che non va. Manca la trasparenza e non si vuol mettere i Comuni nelle condizioni di aiutare le persone che vanno a bussare al portone del Comune o della Caritas”, ha detto.

“Bisogna comunque affrontare il riordino con un criterio molto organico per evitare che ogni quattro o cinque anni si debba poi intervenire con modifiche. Altrimenti, chi fa impresa in questo settore, prima o poi deciderà di andare a fare un altro mestiere. Come è già avvenuto in altri settori. Perché bisogna pianificare gli investimenti sulla base di norme chiare”, ha concluso. gpm/AGIMEG