Stati Uniti, il mercato dei casinò – sia quelli commerciali sia quelli gestiti dai Nativi americani – nel 2013 ha raggiunto i 66,3 miliardi di dollari, in crescita dell’1,6% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da un report dello studio di consulenza economica Rubin Brown, secondo cui la crescita è sostanzialmente dovuta all’ampliamento dell’offerta in alcuni stati. Un trend che per gli operatori si traduce in un aumento della concorrenza, e quindi in una contrazione degli introiti. I casinò commerciali sono cresciuti dell’1,3%, raggiungendo i 37,83 miliardi di dollari. A fare da traino, in particolare, i sei stati che hanno inaugurato nuove case da gioco o ampliato le preesistenti. Las Vegas ha registrato una crescita leggera, e ha raggiunto i 6,51 miliardi di dollari, confermandosi la mecca statunitense del gioco. Al secondo posto Atlantic City (2,93 miliardi) che tuttavia ha sofferto una contrazione. Lo stato in cui si gioca di più è ovviamente il Nevada (11,14 miliardi), mentre l’Ohio è quello che ha messo a segno la crescita maggiore (+149,1%, 1,07 miliardi), ma qui i casinò hanno aperto i battenti solo nel maggio 2012, quindi il 2013 è il primo anno di piena attività. In forte crescita anche il Maryland (+98,2%) grazie alla legalizzazione dei giochi da tavolo. La Pennsylvania, invece, ha registrato la prima battuta d’arresto(-1,5%). Lo stato che ha sofferto maggiormente è il Delaware (-17%, 432 milioni). I casinò tribali hanno invece beneficiato di una crescita del 2,8%, raggiungendo il livello record di 27,91 miliardi. In questo caso, i maggiori mercati si confermano Washington D.C. e Sacramento in California (rispettivamente 6,74 e 6,96 miliardi) entrambi in lieve miglioramento rispetto a un anno fa. Le crescite maggiori a Oklahoma City e Tulsa (+6,6 e +5,8%).
Nicoletta Brodo