“Se il Governo avesse voluto fare un provvedimento di natura generale contro il gioco avrebbe potuto farlo, non l’ha fatto quindi sono ottimista. I danni procurati al settore economico dal lockdown hanno messo la politica nelle condizioni di valutare i rischi di una nuova chiusura generalizzata, che quindi sarà di volta in volta attuata nelle situazioni di rischio effettivo. Un conto è chiudere tutta l’Italia come accaduto in primavera, un conto solamente dove vi sono dei pericoli effettivi di contagio”. Lo ha detto Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg Fabio Felici commentando il DPCM del Governo. “L’importante sarà non abbassare la guardia sugli assembramenti nei nostri locali. Le agenzie di scommesse più piccole non fanno intrattenimento, ma come dico sempre io fanno ‘scommesse da asporto’, nel senso che i giocatori entrano, piazzano la scommessa e vanno via. Nelle agenzie più grandi, con più spazi, dove conta di più l’aspetto dell’intrattenimento, dovremo continuare a controllare affinché non si creino assembramenti. Comunque ritengo che con la nostra esperienza e collaborazione dimostreremo di essere in grado di gestire la situazione. Tra l’altro voglio sottolineare che dal 14 giugno in poi, quando abbiamo riaperto, i clienti sono stati contenti perché abbiamo adottato norme severe, si sono sentiti tutelati”.
Sulla situazione economica in cui versa il settore in questo momento, Ughi ha detto che “il calo del fatturato è quest’anno è scontato, se tutto va bene lavoreremo otto mesi e mezzo anziche’ dodici. Il problema economico è persistente e importante, va gestito attraverso una seria interlocuzione con Adm. Pensiamo al decreto liquidità, una grande beffa per il nostro settore in quanto i nostri codici Ateco non sono stati ammessi ad alcun beneficio, nonostante le scommesse non siano assimilabili ai casino’, che devono sottostare al Ministero dell’Interno, mentre noi a quello dell’Economia, c’è molta confusione su questo. Non vorrei che si voglia combattere il settore. Abbiamo già subìto molti danni – ha proseguito Ughi – in questo momento le slot hanno perso il 32% a causa dell’introduzione della tessera sanitaria che ha creato una barriera all’ingresso, ma ritengo assurdo che sia stata messa a locali dedicati dove già era vietato l’accesso ai minorenni, quindi è stato solamente creato un danno economico. Il problema è che i costi aumentano: le procedure di controllo anticontagio sono superiori rispetto a prima, il tutto a fronte di una riduzione dei ricavi. Il regolatore dovrebbe essere un consulente dello Stato in grado di tutelarci. Sono favorevolmente colpito dall’ attività del nuovo direttore generale ADM, Marcello Minenna, che sta facendo di tutto per migliorare l’immagine del nostro settore. Adm ha però bisogno di interlocutori validi, non possiamo lasciare il campo solo ai concessionari, dobbiamo essere uniti tutti, siamo noi che apriamo la saracinesca la mattina e sappiamo cio’ che vuole il cliente. Dobbiamo essere credibili nei confronti di ADM”.
Infine, Ughi richiama ADM ad una maggiore responsabilità: “Così come Ascob ha vinto un ricorso per la riduzione del canone mensile, così come anche alcuni concessionari online hanno vinto al tar, sarebbe opportuno rivendicare un regolatore che prenda decisioni e che non rimandi sempre tutto ai Tribunali amministrativi”. cr/AGIMEG