“In vista del confronto col Governo (in programma oggi ndr) le Regioni presenteranno una serie di richieste e di proposte”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dopo la conferenza delle Regioni. “Le richieste riguardano una maggiore trasparenza nel processo decisionale sulla divisione in fasce del Paese, oltre a una semplificazione come già chiesto da tempo. È necessario sapere quanto pesino i diversi parametri, ma è inoltre indispensabile accorciare i tempi: il lasso di tempo tra i dati epidemiologici e le relative misure, tra la valutazione dei dati e l’aggiornamento delle misure è troppo lungo, come è troppo lento il meccanismo di risalita verso colorazioni che prevedono misure meno restrittive”. “Oltre a questo – aggiunge Toti – al netto di quello che sarà vietato o consentito, riteniamo necessario che il divieto di assembramento debba essere il principio cardine per prendere decisioni, in modo da garantire un principio di equità nelle misure. È poco convincente che alcune attività siano consentite, anche se causano un involontario assembramento, e altre che magari ne provocano meno siano ferme. Servono misure che siano corrette, giuste ed eque”.
“Uno dei punti fermi che presenteremo al Governo – prosegue – riguarda le certezze sui ristori per le categorie colpite da un Natale per forza di cose limitato, anche per quanto riguarda le decisioni prese degli enti locali e dalle regioni. Oltre a questo, vista la situazione in cui ci troviamo, con il contagio in diminuzione, le regioni si chiedono a quali condizioni si possano riaprire una serie di attività, pensiamo per esempio agli impianti sciistici. In caso contrario, su questo punto specifico, le Regione ritengono opportuna la chiusura dei confini”. “Sempre a questo proposito – prosegue Toti – le Regioni chiederanno se sia possibile instaurare una ulteriore zona al di sotto della gialla che preveda ulteriori possibilità per le attività economiche, sempre che i dati del contagio lo consentano, penso alle aperture serali dei bar e dei ristoranti, sempre nel rispetto dei rigorosi protocolli vigenti per la tutela della salute”. cr/AGIMEG