Antonio Costa (titolare agenzia scommesse) scrive al Premier Conte: “Io e mia moglie lavoriamo nella nostra agenzia e abbiamo ricevuto solo 1.200 euro in 8 mesi. Fino a quando resisteremo?”

“Caro presidente Conte, mi trovo davanti la mia attività chiusa dal 08/03/2020 giorno del mio compleanno. Sono un semplice titolare di una Partita Iva per agenzia scommesse. Noi non siamo quelle persone che vanno a togliere i soldi dalle tasche dei giocatori. Noi siamo anche quei gestori che accolgono quelle persone che vengono a fare due chiacchiere con gli amici nelle nostre amatissime sale. Io sono quella persona che ha messo in sicurezza la propria sala. Ma soprattutto ho tutelato la mia famiglia, i miei clienti in tutto e per tutto. Ho comprato oltre a quello che spettava di norma, anche le relative mascherine. Avete autorizzato Voi il gioco legale”. E’ duro lo sfogo di Antonio Costa, titolare di un’agenzia di scommesse di Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, che ha scritto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per denunciare la grave situazione in cui si trova la sua, ma anche molte altre attività legate al gioco, per le chiusure legate all’emergenza da Covid-19. Costa ha chiuso l’attività a marzo scorso, con il primo lockdown, riaprendo solo i primi giorni di agosto perché nel frattempo aveva trasformato il corner in agenzia e per poi dover richiudere il 26 ottobre scorso. “Affitto locale, contributi, Enel, Telecom, chi più ne ha più ne metta, arrivano e le dobbiamo pagare e le sto pagando – ha continuato Costa nella sua lettera a Conte – ma fino a quando resisterò, non lo so. Ma sa una cosa caro Presidente, io e mia moglie lavoriamo tutti e due, ma entrambi all’interno della sala scommesse. Lei non ha certamente problemi economici, noi invece abbiamo avuto dal Governo solo 2 volte le sue care 600,00 euro di marzo ed aprile e poi tanto ma tanto fumo negli occhi. Le vorrei dire l’ultima cosa. Non sono un laureato, un manager, eccetera. Sono solo un semplice cittadino italiano che vuole lavorare e soprattutto dare, come tutti i lavoratori onesti, una serenità economica alla propria famiglia”. E infine un appello: “vorrei tanto confrontarmi con Lei in tv davanti a milioni di italiani. Sono un italiano che alza la testa per guardare in faccia le persone”. ac/AGIMEG