Il fatto che il regolamento sul gioco e le fasce orarie del Comune di Napoli si applichino “a tutti gli operatori del settore, ivi compresi quelli già operanti, non implica una retroattività delle disposizioni ma è piuttosto finalizzata ad escludere situazioni franche da una verifica periodica con la sottrazione totale dei soggetti già autorizzati da ogni possibilità di controllo e verifica successiva, con inammissibile incisione anche sui principi di imparzialità e di par condicio tra operatori del settore”. Lo scrive il Tar Campania nella sentenza con cui respinge due ricorsi intentaci contro il regolamento sul gioco e le fasce orarie adottate dal Comune di Napoli tra il 2015 e il 2016. “Le previsioni regolamentari che estendono la loro efficacia anche ai soggetti già autorizzati risponde alla giustificabile esigenza di bilanciare l’interesse alla salvaguardia delle attività economiche con quella legata alla prevenzione delle ludopatie” osserva ancora il Tar. Gli operatori hanno provato a far leva su una serie di criticità dei provvedimenti, tra cui anche il difetto di istruttoria. Secondo il Collegio tuttavia l’amministrazione comunale “ha compiuto un’adeguata istruttoria, fondata anche su un’attenta indagine statistica precedente l’adozione del contestato Regolamento. In questo senso, le scelte operate dall’amministrazione comunale non appaiono affatto arbitrarie ma si fondano su ricerche e dati statistici che confermano la tesi – non certa in via assoluta ma pur sempre fornita di elementi plausibili – del collegamento riscontrabile tra l’aumento della diffusione sul territorio delle sale da gioco e l’incremento della tendenza alla ludopatia”. lp/AGIMEG