“Gli effetti del Decreto Dignità non hanno un impatto solo sul mondo delle scommesse, ma intacca anche la competitività dello sport italiano. Il Ministero dell’Economia e Finanze ha già fatto delle previsioni sulle future perdite sia degli introiti derivanti dalle scommesse sia dall’indotto, poiché anche il mondo dell’editoria ha subito gli effetti non potendo più ospitare le pubblicità di aziende di gioco”. E’ quanto afferma l’Amministratore Delegato di Snaitech, Fabio Schiavolin, in risposta alla domanda del direttore dell’agenzia di stampa Agimeg, Fabio Felici, in merito all’incidenza avuta dal divieto di pubblicità sul settore scommesse, durante il panel “Le scommesse fanno bene allo sport?” all’interno dell’evento digitale SportLab organizzato dal Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport. “Il betting fa bene allo sport e soprattutto a quelli minori che hanno meno possibilità di ricevere sponsorizzazioni da società di altri settori. Noi siamo anche parte in causa, poiché avendo in gestione 3 ippodromi conosciamo bene le difficoltà degli sport minori a reperire fondi perché l’ippica è uno di essi. Voglio sottolineare che il nostro prodotto acquisisce valore se lo sport resta integro ed è quindi nostro interesse mantenerlo tale e a questo proposito noi siamo i baluardi della legalità e i primi a segnalare eventuali anomalie su eventi sportivi. C’è una percezione sbagliata di cosi sia davvero il mondo del betting e del gioco in generale. La nostra azienda già alcuni anni fa aveva iniziato a svolgere studi sul sentimento dell’opinione pubblica nei confronti del gioco”. L’AD di Snaitech ha proseguito rispondendo ad un’altra domanda di Fabio Felici (Dir. Agimeg) sul binomio betting e cultura delle sport e Ivan Zazzaroni (Dir. Corriere dello Sport) sul futuro del mondo delle scommesse e una possibile revisione del divieto di pubblicità: “Per fare anche un po’ di autocritica, anche il nostro, come settore, messaggio pubblicitario poteva anticipare questa fase politica e magari puntare più sull’intrattenimento. Ciò non significa che tale norma sia corretta poiché ha anche creato uno svantaggio competitivo per lo sport italiano. Dal nostro punto di vista il mondo delle scommesse deve tornare a promuovere la passione sportiva e la conoscenza della disciplina. Questo è quello che ha fatto il Totocalcio in Italia, facendo appassionare milioni di tifosi al calcio. Con l’arrivo del Covid-19 e del conseguente lockdown ci aspettavamo un allentamento a proposito del divieto di pubblicità, ma per tutta risposta vi è stato un aumento di tassazione sulle scommesse dello 0,5%. Ricordo che stiamo parlando di un’attività che rientra nello svago e nel normale intrattenimento delle persone del tutto legale, quindi è fuori luogo la stigmatizzazione presente nella politica italiana. Il proibizionismo non ha mai portato a nulla”. ac/AGIMEG