“Abbiamo lavorato sulle linee guida per la ripresa degli sport individuali dal 4 maggio e degli sport di squadra che auspicabilmente dovrebbe avvenire il 18 maggio. La prudenza che noi stiamo avendo sul calcio è ciò che lascia ancora uno spiraglio alla possibilità di ripresa del campionato. L’alternativa è fare come la Francia e dire che il calcio si ferma qui. Invece noi stiamo ancora lasciando questo spiraglio, ma tutto dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dalla nostra singola capacità dal 4 maggio di rispettare le regole”. E’ quanto ha dichiarato Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, parlando della ripresa degli sport e del campionato di Serie A. Nonostante lo scetticismo per le problematiche connesse all’avvio del massimo campionato, il ministro ha anche sottolineato che “la ripresa degli allenamenti sarebbe un segnale importante. Stiamo lavorando al protocollo per la riapertura delle palestre, dei centri danza e di tutti i centri sportivi del territorio, lo sottoporremo quanto prima al Comitato tecnico-scientifico, perché a maggio vorrei tanto che riaprissero in sicurezza anche questi altri centri, insieme ovviamente a tutti gli sport di squadra, al calcio e a tutti gli altri”.
Sulla stessa linea dell’apertura anche il Coni. Nel corso della riunione informale della Giunta il Presidente Giovanni Malagò ha informato i membri di aver inviato al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, il report del Politecnico di Torino, titolato: “Lo Sport riparte in sicurezza”. Un lavoro di 404 pagine, comprensivo di numerosi allegati. Questo studio serve per certificare i diversi fattori di rischio delle 387 discipline sportive facenti capo al CONI e al Comitato Italiano Paralimpico, fornendo indicazioni e azioni di mitigazione che possano accompagnare la ripresa dell’attività agonistica, quando sarà finito il lockdown, in virtù delle specificità proprie di ciascuna disciplina, con carattere temporaneo e strettamente legate alla fase di emergenza, sebbene alcune potranno essere utili anche ad emergenza superata. D’intesa col Comitato Italiano Paralimpico, è stato quindi richiesto alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione Sportiva di compilare un questionario analitico predisposto sulla base di un modello di analisi di rischio. Il modello proposto evidenzia per ciascuna disciplina sportiva gli aspetti valutativi della distanza, dei dispositivi di protezione e della possibilità di utilizzo di tecnologie applicate allo sport. È stato chiesto di indicare per ogni singola voce – applicata a ciascuna disciplina sportiva e con riferimento al luogo di pratica, nonché alla natura dell’evento il relativo fattore di rischio. I protocolli d’emergenza hanno previsto nuove regole da mettere in atto, quali gli spostamenti delle persone, limitati ai soli bisogni assolutamente necessari e il distanziamento sociale: rimanere lontani dagli assembramenti e dallo spazio personale altrui. Il CONI ha da subito offerto il proprio contributo al decisore politico per l’individuazione dei fattori di rischio nello specifico settore sportivo. Sarà poi il Governo a decidere i modi e i tempi della progressiva ripresa di allenamenti e gare dei diversi sport, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti, come già fatto per altri settori importanti della vita del Paese. Infatti il titolo dell’iniziativa realizzata dal Politecnico di Torino è “Ognuno protegge tutti”, tenendo conto dei diversi fattori di rischio di ogni disciplina sportiva. Per assicurare la ripartenza in sicurezza con gli allenamenti, il Report è integrato con il protocollo di screening ad hoc e le raccomandazioni elaborati dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, in qualità di Federazione medica del CONI e unica Società Scientifica accreditata dal Ministero della Salute per la Medicina dello Sport.
“L’Assocalciatori manifesta le proprie perplessità, nonché la sorpresa, in merito alla decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport italiano. Si ritiene, infatti, discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l’attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline sportive individuali e non consentire ai calciatori professionisti – così come ad altri atleti tesserati per discipline di squadra – lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi, come peraltro già consentito nel mese di marzo 2020. La norma, inoltre, rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio! Per il lavoratore sportivo la fase di riatletizzazione dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo; non v’è chi non veda come sia sicuramente più pericoloso fare attività individuale nelle zone cittadine e su superficie inidonee. Rimane l’auspicio di un pronto intervento del Governo utile ad eliminare le evidenti distorsioni che deriveranno dalla applicazione delle norme contenute nel DPCM del 26 aprile”, è quanto ha sottolineato in una nota ufficiale l’Assocalciatori. cdn/AGIMEG