Speciale Emilia Romagna, Sozzi (Romagna Giochi) ad Agimeg: “L’effetto espulsivo del distanziometro introdotto dalla Legge regionale ha portato ad un incremento del gioco illegale. I dati sbandierati sulla pandemia da gioco d’azzardo non sono reali”

“L’effetto espulsivo determinato dal distanziometro introdotto con le leggi regionali ha portato ad un incremento del gioco illegale, come testimonia l’operazione che ha portato al sequestro di apparecchi irregolari a Bologna, ma abbiamo evidenze anche in altre regioni. In Piemonte la GdF ha denunciato un aumento dei casi di gioco illegale, che si può manifestare in tantissime forme, dalle macchine scollegate ai totem, e non è semplice da scoprire”. Lo ha dichiarato al direttore di Agimeg, Fabio Felici, Riccardo Sozzi, uno degli amministratori delegati di Romagna Giochi, che come altri imprenditori del settore lamenta l’insostenibile situazione che stanno vivendo gli operatori di gioco legale in Emilia Romagna.

“La Legge regionale dell’Emilia Romagna ha un impatto devastante, lo afferma anche la Cgia Mestre. Oggi si stima che operano – senza contare i concessionari – 420 imprese che danno lavoro a 5.200 persone, oltre a tutto l’indotto: sono numeri importanti di un’industria importante. Romagna Giochi – ha proseguito Sozzi – è presente su quasi tutto il territorio italiano, contiamo 400 dipendenti in totale di cui la metà nella sede di Faenza. Abbiamo sale giochi, scommesse e vlt, l’impatto della Legge regionale va a colpire 75 sale, di cui la metà chiuse o in procinto di chiudere. Per noi la legge regionale ha comportato un danno importante, perchè ci sono grosse problematiche per delocalizzare i locali. La legge prevede infatti di doversi spostare entro 6 mesi, con una proroga per ulteriori sei mesi se si presenta la documentazione attestante l’avvio dell’iter di trasferimento in altra location. Tuttavia con la legge regione 5 del 2013 sono state introdotte normative tecniche urbanistiche per aprire un’attività di gioco, serve richiedere il permesso di costruire, una serie di adempimenti onerosi che rappresentano un freno per l’apertura di un’attività, che di solito si apre con la presentazione di una Scia. Tra l’altro andare a reperire nei comuni dell’Emilia Romagna aree disponibili è un’impresa titanica: oltre alla normativa regionale sul gioco, dobbiamo affrontare i piani urbanistici dei singoli Comuni, che spesso fanno distinzione tra le diverse attività che offrono gioco. Dalla mappatura sulle possibili sedi per delocalizzare, abbiamo davanti una realtà tragica, con solo il 2-3% del territorio disponibile. Ne consegue un effetto espulsivo totale del gioco legale. Di fatto – evidenzia Sozzi – si vanifica un investimento basato sul legittimo affidamento che le aziende di gioco hanno fatto su una previsione novennale, mentre in corso d’opera si trovano leggi che hanno creato un principio di totale espulsione del gioco lecito, che crea fenomeni di illegalità. Inoltre investire per delocalizzare e poter contare sino a marzo 2022 per rientrare dagli investimenti, rappresenta una totale incertezza per imprenditori ed aziende del settore”.

Per Sozzi uno dei motivi dell’espulsione del gioco legale dal territorio risiede “in un principio che viene disatteso: la validità dei dati reali scientifici. Non è in discussione il fatto che un eccesso di gioco possa creare problemi, ma proprio oggi, in una situazione drammatica dal punto vista economico, è assurdo parlare di pandemia di gioco d’azzardo. I numeri che emergono dall’ISS, dalla CGIA Mestre, dal Libro Blu di ADM sulla spesa reale nel gioco, dimostrano che i dati sbandierati non sono reali, ma ciò ha creato un convincimento che di principio il gioco fa male. Ne conseguono interpretazioni diverse anche a livello di Tribunali amministrativi. Il Tar Lombardia ha dichiarato l’illegittimità del regolamento sul gioco di Monza, affermando che nei dati sul Gap erano stati inseriti anche i numeri della provincia e non del solo Comune, mentre il Tar Emilia Romagna su un caso analogo di Carpi ha dato ragione al Comune nonostante siano stati conteggiati tutti i casi di Gap della provincia di Modena. Il fatto è che il nostro settore è demonizzato, nonostante diamo occupazione e facciamo formazione su un tema specifico molto delicato, come quello del gioco. Tra l’altro nell’emergenza epidemiologica ci siamo adeguati con rigidi protocolli anticovid, distanziando le macchine un metro dall’altra nelle sale slot ad esempio. Alla Regione Emilia Romagna voglio dire che stiamo vivendo un momento drammatico, le attività economiche devono sopravvivere, senza contare che l’occupazione nel nostro settore riguarda soprattutto i giovani e la componente femminile. Vanno fermati gli effetti espulsivi della legge regionale. Siamo disposti a fare investimenti nelle nostre sale per renderle ancora più sicure, ma apriamo un tavolo per concertare cosa fare, valutiamo insieme le misure per migliorare e ridurre l’impatto del gioco”, ha concluso. cr/AGIMEG