Slot: via libera del I Municipio a Roma della mozione su applicazione distanziometro. Previsto censimento e maggiori controlli per esercizi con slot, sale giochi e scommesse

A Roma è stata approvata all’unanimità dal Consiglio del I Municipio la mozione “Applicazione del distanziamento delle slot dai luoghi sensibili” proposta dal consigliere Lorenzo Minio Paluello, Capogruppo di “Roma Futura”. Analoghe mozioni sono state approvate anche nei Municipi V, XIII e XV.

Il Consiglio del Municipio I invita: “Il Presidente del Municipio I e la Giunta a collaborare con il Sindaco del Comune di Roma e la Giunta Capitolina – con adeguato riferimento al Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive –  per predisporre, in sinergia con l’Agenzia dei Monopoli per quanto di competenza : L’organizzazione di un censimento municipale delle sale slot e scommesse con indicazione dei siti sensibili vicini; Controlli nel territorio e applicazione dei divieti previsti dal Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali ed artigianali nella Città Storica, Dac 49/2019, in materia di sale giochi nel Municipio I; La norma per applicare la distanza minima di 500 metri tra sale gioco e luoghi sensibili, che sia calcolata secondo il percorso pedonale più breve, tenendo in conto l’ingresso della sala gioco considerato come principale e quello del luogo sensibile. L’attuazione della Campagna d’informazione “NO SLOT”, cui all’art 5 della legge 5/2013, con il coinvolgimento e il sostegno delle Associazioni del Volontariato e dei cittadini. La verifica delle licenze e delle relative procedure autorizzative, nonché dei locali destinati alle apparecchiature. La vigilanza sugli orari di apertura e chiusura delle attività di gioco e sulla messa a conoscenza del pubblico delle relative disposizioni, da porre all’ingresso delle sale gioco e degli esercizi con slot machine e videolottery. La verifica sulla corretta esposizione negli esercizi commerciali e nelle sale gioco di un’adeguata informativa sui pericoli della dipendenza dal gioco e dei relativi servizi di assistenza, nonché del divieto d’accesso al gioco da parte dei minori”.

Ecco il testo integrale della mozione:

PREMESSO CHE:

i dati forniti dall’Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato – che per lo Stato Italiano regola e controlla l’intero comparto dei giochi – confermano la grande espansione del gioco d’azzardo in tutte le Regioni d’Italia, che rappresenta il 12% della spesa delle famiglie, circa 80 miliardi di euro nel 2011 (il 4% del Pil nazionale);

i numeri italiani corrispondono al 15% del mercato europeo, il 4,4% del mercato mondiale, e oltre 23% del mercato mondiale del gioco online;

nel nostro paese, sono 15 milioni i giocatori abituali, di cui 2 milioni a rischio patologico e circa 800.000 i giocatori già malati;

ogni anno, sono necessari 5-6 miliardi di euro per curare i dipendenti dal gioco patologico, mentre dalle tasse sul gioco ne vengono incassati 8;

i dati confermano una grande diffusione del gioco anche tra gli adolescenti e le persone più interessate al gioco sono le fasce più deboli e fragili della nostra società, chi ha una minore scolarizzazione, chi ha un lavoro più precario, chi è in difficoltà nel trovare una propria identità.

CONSIDERATO CHE:

la dipendenza dal gioco è una vera e propria malattia che compromette lo stato di salute fisica e psichica del giocatore, il quale non riuscirà a uscirne da solo. Il malato di gioco (GAP – Gioco d’Azzardo Patologico) è cronicamente e progressivamente incapace di resistere all’impulso di giocare e spesso si trova nella condizione di dover chiedere prestiti a usurai o a fonti illegali, oppure di venire arrestato per falsificazione, frode, appropriazione indebita o evasione fiscale mirate a ottenere danaro per giocare; a volte giunge alla perdita del lavoro per assenteismo. Tutto questo produce sofferenza, difficoltà di relazione anche all’interno della famiglia, litigi e vulnerabilità, fino al suicidio;

nella maggior parte dei casi la patologia di GAP, oggi riconosciuta a livello nazionale nei LEA, non è suffragata da finanziamenti per interventi del servizio sanitario, così che nel nostro Paese si è prodotta una situazione a macchia di leopardo, con aree completamente prive di assistenza specifica e aree dove la sensibilità di alcune amministrazioni o operatori del privato sociale ha saputo creare servizi ed interventi efficaci;

la dipendenza da gioco si configura come una questione socio-sanitaria, che coinvolge il sistema sanitario nazionale, le Asl, le Amministrazioni locali e le comunità nel loro insieme. Occorre garantire ai giocatori patologici gli stessi diritti riconosciuti ai malati di altre dipendenze: il diritto alla cura gratuita e il diritto al mantenimento del posto di lavoro durante la cura.

RILEVATO CHE:

nel Lazio, si stimano circa 350.000 persone dedite al gioco e 120.000 affette da ludopatia;

sempre nel Lazio gli sportelli dell’azzardo sono ben 10.142, con oltre 50mila canali di gioco. Si tratta di 19.441 slot in 6.187 pubblici esercizi, 26 sale Bingo, 502 sale Vlt con 4.729 apparecchi, 1.702 centri scommesse;

nelle 5 province della Regione Lazio, il volume di “gioco fisico” (quelle forme che prevedono una distribuzione sul territorio regolamentate dalla legge in oggetto) nel complesso ha registrato nel 2019 il “picco” di consumo e di spesa, rispettivamente pari a 11 miliardi e 371 milioni e 1 miliardo e 998 milioni. Un consumo per l’azzardo di 2.024 euro annui per ogni abitante, compresi i neonati;

si tratta di cittadini con redditi quasi sempre molto bassi, a volte che sfiorano la soglia di povertà e che si indebitano gravemente, mettendo a rischio anche la stabilità familiare, per poter continuare a mettere denaro nelle videolottery o a scommettere nelle sale.

E APPURATO CHE:

la Regione Lazio ha approvato la Legge 5/2013 Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP), successivamente modificata con legge regionale del 22 ottobre 2018, n. 7 e con la legge regionale del 27 febbraio 2020, n. 1, diventando un provvedimento che contiene misure decisive per contrastare  l’impatto devastante sulla vita delle persone, delle famiglie, e sulla stessa società prodotto dalla dipendenza dal gioco d’azzardo;

tra le più rilevanti e incisive quelle dell’Art. 11 bis  (8) (Disposizioni transitorie): “1. Le limitazioni di cui all’articolo 4 si applicano anche agli esercizi pubblici e commerciali nonché alle sale da gioco già esistenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione. 2. Gli esercenti che, alla data di entrata in vigore della presente disposizione, gestiscono apparecchi per il gioco d’azzardo collocati all’interno di esercizi pubblici commerciali o di sale da gioco si adeguano, entro i trenta mesi successivi a tale data, a quanto previsto all’articolo 4, anche attraverso la rimozione degli apparecchi stessi, in coerenza con quanto stabilito nell’Intesa sancita dalla Conferenza unificata del 7 settembre 2017 concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico.”

il termine era il 31 agosto 2021 ma, pochi mesi prima della scadenza, dopo una manifestazione di protesta degli operatori del settore, prima la Giunta poi il Consiglio regionale hanno rinviato l’applicazione delle misure al 1 settembre 2022;

il 27 luglio 2022, con un subemendamento alla legge di Assestamento delle previsioni di bilancio 2022-2024 proposto dalla Giunta e sottoscritto da un fronte “multipartisan” di consiglieri regionali, è stato cancellato il provvedimento che la Regione Lazio aveva approvato all’unanimità poco più di due anni prima.

il subemendamento elimina di fatto il distanziamento: lo riduce a 250 metri dai luoghi sensibili per l’apertura di nuove sale gioco (comprese quindi nuove postazioni nei bar e nelle tabaccherie) e lo elimina per tutti “gli esercizi pubblici commerciali nonché le sale da gioco già esistenti“, quindi anche quelli davanti a un centro anziani o a una scuola;

nella città di Roma, come definito dalla DAC 49/2019, il Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali ed artigianali si applica ai tessuti T1, T2, T3, T4, T5, ovunque localizzati nella Città Storica ed il T6, solo se localizzato nel Sito UNESCO (Centro Storico); e prescrive che “sono incompatibili con le esigenze di tutela dei valori ambientali e urbanistici, le seguenti attività: c) Sale per videogiochi, biliardi ed altri giochi leciti di cui all’art. 110 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza”.

IL CONSIGLIO DEL MUNICIPIO I INVITA:

Il Presidente del Municipio I e la Giunta a collaborare con il Sindaco del Comune di Roma e la Giunta Capitolina – con adeguato riferimento al Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive –  per predisporre, in sinergia con l’Agenzia dei Monopoli per quanto di competenza :

L’organizzazione di un censimento municipale delle sale slot e scommesse con indicazione dei siti sensibili vicini;

Controlli nel territorio e applicazione dei divieti previsti dal Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali ed artigianali nella Città Storica, Dac 49/2019, in materia di sale giochi nel Municipio I;

La norma per applicare la distanza minima di 500 metri tra sale gioco e luoghi sensibili, che sia calcolata secondo il percorso pedonale più breve, tenendo in conto l’ingresso della sala gioco considerato come principale e quello del luogo sensibile.

L’attuazione della Campagna d’informazione “NO SLOT”, cui all’art 5 della legge 5/2013, con il coinvolgimento e il sostegno delle Associazioni del Volontariato e dei cittadini.

La verifica delle licenze e delle relative procedure autorizzative, nonché dei locali destinati alle apparecchiature.

La vigilanza sugli orari di apertura e chiusura delle attività di gioco e sulla messa a conoscenza del pubblico delle relative disposizioni, da porre all’ingresso delle sale gioco e degli esercizi con slot machine e videolottery.

La verifica sulla corretta esposizione negli esercizi commerciali e nelle sale gioco di un’adeguata informativa sui pericoli della dipendenza dal gioco e dei relativi servizi di assistenza, nonché del divieto d’accesso al gioco da parte dei minori.

cdn/AGIMEG