Slot, Enada: apparecchi in calo del 3,55%

Meno newslot nei bar e negli altri esercizi pubblici che non hanno come attività primaria il gioco, più apparecchi nelle sale e nei negozi dedicati. Così cambia il settore delle macchine da gioco, alla luce soprattutto dei nuovi regolamenti restrittivi disposti dalle amministrazioni comunali. Un nuovo assetto che, nei fatti, confina il gioco nelle sale dedicate, non risolvendo il problema della ludopatia. I dati ufficiali comunicati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli all’Associazione Nazionale Sapar (Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative), resi noti durante la conferenza stampa di apertura della fiera ENADA Roma 2014, mostrano il netto calo delle location con AWP installate al loro interno in Italia: da 115.251 a 111.164, un calo del 3,55 per cento. La diminuzione è provocata esclusivamente dalla drastica riduzione delle attività che non hanno come fonte primaria il gioco, come bar, ristoranti, stabilimenti balneari, alberghi, edicole e circoli privati (dagli 84.973 esercizi del 2012 agli 80.867 del 2013), si assiste a una crescita di negozi di gioco (da 701 a 1.321, più 88,45 per cento), degli esercizi dedicati VLT/slot (da 2.682 a 3.059, più 14,06 per cento). Netta anche la diminuzione delle sale da gioco “classiche”, con l’uscita dal mercato di 955 esercizi in un solo anno.
Per quanto riguarda gli operatori professionali proprietari e possessori degli apparecchi, dal 2012 al 2013 si assiste a un dato sostanzialmente invariato per quanto riguarda i proprietari e possessori di apparecchi newslot comma 6/a Tulps: da 5.193 a 5.190 (meno 0,06 per cento). Crescono invece proprietari e possessori di terminali VLT, da 673 a 719 (più 6,84 per cento). faele Curcio, presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, prevede un 2014 drammatico per il settore: «I numeri dimostrano che nel 2013 le aziende di gestione hanno cercato di reggere il colpo, infatti il dato sui proprietari di newslot è rimasto invariato nonostante il drastico calo delle location, degli incassi e dei margini. Questo testimonia, ancora una volta, la vitalità e le capacità produttive di una categoria che sta cercando di pensare a un futuro nonostante i tanti problemi come, per esempio, le normative restrittive delle amministrazioni locali che si scagliano contro una sola forma di gioco e non risolvono il problema della ludopatia, creando il risultato opposto: da una parte si portano i giocatori nelle sale dedicate, dove troveranno macchine più aggressive come le VLT, e dall’altra parte si favorisce il proliferare dei sistemi di gioco illegali. Nel 2014 infatti i dati sulle aziende sono pessimi. Lo dice ampiamente l’ultima relazione dei Monopoli alla Camera, con stime disastrose per il settore: meno 24mila imprese collegate agli apparecchi inserite nell’apposito registro non hanno rinnovato l’iscrizione, quasi il 5 per cento di raccolta andrà perduto. Molte altre chiudono e tante altre purtroppo sono costrette a licenziare perché non stanno più sul mercato, i margini sono sempre più ridotti e al posto delle newslot negli esercizi pubblici spuntano ogni giorno sistemi illegali come “totem” e Ctd. In una simile situazione, aumentare ulteriormente la tassazione sulle newslot vorrebbe dire consegnare definitivamente il settore nelle mani dell’illegalità».cz/AGIMEG

 

 

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