Sentenza CGE, Garrisi (CEO Stanleybet) ad Agimeg: “Sentenza contraddittoria che porterà ad un nuovo rinvio alla Corte di Giustizia. Dopo 26 anni di contenziosi dovrebbe prevalere il buonsenso e permettere alla Stanley di far parte del sistema italiano”

La sentenza della Corte di Giustizia Europa, che ha dato ragione allo Stato Italiano per quanto riguarda l’applicazione dell’imposta unica ai centri di trasmissione dati (ctd) collegati a bookmakers privi di concessione, potrebbe dare vita a diversi scenari per il settore del betting in Italia. Come annunciato ieri, il ceo della Stanleybet Giovanni Garrisi ha rilasciato ad Agimeg una dettagliata intervista sulla questione, ipotizzando proprio gli scenari che si potranno sviluppare nei prossimi mesi.

Partiamo dalla fine. Con questa sentenza si decreta la fine del “sistema” Stanleybet?

Non esiste un sistema Stanleybet. Esiste un “caso Stanley’ così chiamato dall’autorità giudiziaria per distinguerla, quale operatore legittimo e legittimato dagli altri operatori illegali o sopraggiunti o con attività di gioco non lecita. Se proprio vogliamo parlare di ‘fine’ potremmo forse riferirci alla ‘fine’ del sistema concessorio, notoriamente scaduto da quasi 4 anni e soggetto a rinnovi annuali senza gara europea. Ma ho troppo rispetto per lo Stato per creare un problema su questo. Credo che sia realmente impossibile bandire una nuova gara nell’attuale scenario italiano, ed e’ per questo che la Stanley non si e’ mai frapposta a questi rinvii. Riguardo alla sentenza certamente breve, troppo concisa, immotivata su tutte le questioni e istanze del Giudice italiano e totalmente contradditoria con le precedenti pronunce riguardanti Stanley, non decreta nessuna fine ma piuttosto il perdurare dello status quo. Infatti e’ inevitabile a breve un nuovo rinvio alla Corte di Giustizia, questa volta per affrontare il giudizio della cosiddetta ‘Grande Sezione’, che viene chiamata in causa quando ci sono, da parte della Corte, sentenze contradditorie l’uno con l’altra.

L’avvocato dello Stato Sergio Fiorentino ha dichiarato che la Stanleybet non ha subito nessuna discriminazione per quanto riguarda l’applicazione di una tassazione differente. Le cose stanno davvero così?

E’ per Stanley un onore aver avuto anche l’avvocato Fiorentino tra i rappresentanti dello Stato, nel contradditorio di fronte alla Corte di Giustizia. Che posso dire? Fa il suo lavoro e lo fa bene. Ma le sue dichiarazioni mostrano chiaramente che lui ha ben compreso quale e’ il problema in questa sentenza. Ne parleremo nelle sedi opportune con i potenziali giudici del rinvio e con lui, di nuovo, forse, nella sala grande della Corte di Giustizia. Dico forse perche’ in realtà mi auguro che non ci si torni piu’ di fronte alla Corte di Giustizia o di fronte alla Corte Costituzionale. Non vedo motivi infatti perche’ la parte privata e l’Amministrazione non debbano trovare, magari proprio con l’aiuto competente dell’Avvocatura dello Stato, una soluzione ai loro problemi. In fin dei conti Stanley chiede all’Amministrazione da quasi 4 anni di pagare le tasse in Italia, nella stessa misura di tutti gli altri e di collegarsi al totalizzatore nazionale. Non e’ quello che vorrebbe anche lo Stato? E allora perche’ non cercare di risolvere definitamente la questione nell’interesse di tutti e senza un contenzioso faticoso e oneroso.

A quanto ammonta il contenzioso che vi è stato richiesto dall’ADM ed a quali anni fa riferimento? Avete mai pensato a pagare davvero l’imposta unica in Italia?

Come ho detto prima, sono 4 anni, esattamente dal momento della scadenza del sistema concessorio, che lo chiediamo, di pagare le tasse in Italia. Ma ovviamente non possiamo pagare il triplo di quello che pagano gli altri. A quanto ammonta? Chiediamolo ad ADM.

Tornando all’ADM, in una nota sottolinea che i loro accertamenti su vostri punti, sempre in merito all’imposta unica, sono pienamente legittimi come dimostra l’ultima sentenza. A questo punto come pensa si comporterà ADM, nei prossimi mesi, nei vostri confronti?

Nessuno ha mai messo in dubbio la legittimita’ dell’attivita’ di accertamento di ADM. Abbiamo messo in dubbio, casomai, la fondatezza, dato che non si puo’ paragonare Stanley ad un operatore clandestino e applicare ad essa una legge che ha come suo dichiarato obiettivo quello di scoraggiare il gioco illecito. Come si comporterà ADM nei prossimi mesi? Meglio chiederlo ad ADM. Noi auspichiamo buon senso e la pace in terra.

Alcuni rumoros parlavano di una trattativa tra la Stanleybet ed il MEF per l’ingresso nel sistema concessionario italiano. Cosa c’è di vero su questa trattiva ed eventualmente come impatta sulla stessa la pronuncia della Corte Europea?

C’e sicuramente da parte di Stanley e probabilmente anche dello Stato Italiano una volonta’ di trovare una soluzione ad un contenzioso che dura da 26 anni: prima per 2 anni con un piccolo operatore londinese e poi da 24 anni con la Stanley. Mi risulta che ci siano forze positive che hanno manifestato interesse a favorire un avvicinamento tra le parti. Di piu’ non posso dire.

I tribunali italiani ed europei sentiranno ancora parlare della Stanleybet?

Secondo lei? A parte gli scherzi, noi investiamo risorse e professioni nel mercato italiano. Siamo ancora interessati e intendiamo portare a compimento le controversie giudiziarie. Il livello del contenzioso e’ ingente ed e’ prevedibile che si sentirà ancora parlare a lungo del “caso Stanleybet”. O forse no. Io mi auguro come ho gia’ detto che i nostri sforzi e quelli dell’Amministrazione e di chiunque puo’ aiutarci, possano confluire nell’esito finale di Stanley finalmente all’interno del sistema. E’ l’unica possibilita’. Altrimenti ci aspetta un contenzioso di almeno altri 5 anni che potrebbe anche concludersi con un nulla di fatto per entrambi: per noi e per l’Amministrazione.

lp/AGIMEG