Senato, relazione attività delle forze di Polizia: “Criminalità organizzata particolarmente interessata a settore giochi e scommesse”

“La ’ndrangheta continua a rappresentare l’organizzazione di tipo mafioso più dinamica, più potente e più fortemente strutturata tanto nella regione di origine che negli altri contesti nazionali ed internazionali, dove risultano radicate ed operative propaggini costantemente proiettate a massimizzare i profitti derivanti dai traffici illeciti. Articolata su più livelli e provvista di organismi di vertice che esprimono processi decisionali unitari, persegue la gestione ottimale del traffico di stupefacenti e la penetrazione nei circuiti economici ed amministrativi secondo consolidati schemi di ingerenza, che contemplano una forte pressione estorsiva ed usuraria in pregiudizio di commercianti ed imprenditori. La penetrante forza espansiva e la spiccata capacità relazionale le permettono di infiltrare ogni settore produttivo e dell’apparato pubblico, esercitando, quando necessario, forme di condizionamento politico-amministrativo. Si conferma l’interesse dei sodalizi verso il settore del gioco e delle scommesse, quello sanitario e della green economy, nonché verso il ciclo dei rifiuti”. E’ quanto si legge nella relazione sull’attivita’ delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata (Anno 2020).

“La penetrante azione di contrasto della magistratura e delle Forze di polizia negli ultimi anni ha fortemente compromesso la vitalità di cosa nostra, la cui struttura verticistica appare gravemente colpita. Sebbene sia rimasta immutata l’organizzazione di base, le investigazioni hanno documentato numerosi segnali di un riassetto degli equilibri tra le famiglie dei diversi mandamenti, finalizzati anche all’individuazione di nuovi, più autorevoli vertici. Caratterizzata da un notevole grado di resilienza, cosa nostra ha continuato ad operare, oltre che nei tradizionali ambiti illeciti, quali il traffico di sostanze stupefacenti, il gioco on line, il racket delle estorsioni ed il contrabbando di idrocarburi, anche nei settori immobiliare, dei trasporti, delle assicurazioni, della ristorazione e dell’abbigliamento”, aggiunge.

4 giugno 2020 – Palermo, provincia di Piacenza – La Polizia di Stato, nell’ambito dell’operazione “Padronanza”, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone, 2 delle quali già ristrette (9 custodie in carcere e 2 arresti domiciliari), ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato ed altri reati. L’attività d’indagine ha riguardato il mandamento mafioso della Noce e, in particolare, la famiglia di Cruillas, evidenziando come una ristretta cerchia di sodali esercitasse, attraverso una strutturata distribuzione di compiti, il controllo capillare del territorio ricadente nell’area cittadina di Cruillas; ad uno dei sodali, in particolare, era delegata la gestione delle estorsioni e delle scommesse abusive sulle piattaforme on-line, esercitata anche col ricorso a pestaggi e danneggiamenti. Il lavoro investigativo ha inoltre consentito di accertare il riassetto degli equilibri interni al mandamento, avvenuto, in favore della famiglia della Noce, a seguito dell’operazione “Game Over” del febbraio 2018, altresì documentando il rilievo assunto dal nuovo boss nelle dinamiche mafiose palermitane

12 maggio 2020 – Palermo, Sicilia ed altre regioni del Centro-Nord Italia – La Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione “Mani in Pasta”, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 91 soggetti (46 in carcere e 45 agli arresti domiciliari), ritenuti appartenenti alle famiglie di cosa nostra del mandamento di Resuttana e responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso finalizzata, tra l’altro, all’estorsione, al traffico di sostanze stupefacenti, al trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti, all’esercizio abusivo di giochi e scommesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire l’ascesa criminale di una famiglia mafiosa palermitana dedita ad operazioni di riciclaggio e reimpiego di ingenti proventi criminali in molteplici settori economici in Sicilia ed in Lombardia. Contestualmente, è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di 22 attività economiche (centri scommesse e sale da gioco, cooperative attive nella cantieristica e nella compravendita di preziosi, società di produzione e commercializzazione di caffè, commercio di materie prime alimentari e packaging alimentare), di 13 cavalli da corsa, 8 immobili, autoveicoli e saldi attivi di rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato di circa 15.000.000 di euro.

8 giugno 2020 – Palermo – La Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione “All In”, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 10 persone (di cui 5 in carcere, 4 ai domiciliari ed 1 destinataria di divieto di dimora), ritenute responsabili, a vario titolo, di partecipazione e concorso esterno in associazione di tipo mafioso (cosa nostra), nonché riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori aggravati dall’agevolazione in favore delle articolazioni mafiose. Con il medesimo provvedimento, è stato disposto il sequestro preventivo, per un valore complessivo stimato in circa 40.000.000 di euro, del capitale sociale ed il relativo complesso aziendale di 8 imprese, con sede in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, 5 delle quali titolari di concessioni governative per la gestione delle agenzie scommesse, nonché di 9 agenzie di scommesse, ubicate a Palermo, Napoli e in provincia di Salerno, gestite direttamente dalle aziende riconducibili agli indagati. L’attività d’indagine ha evidenziato il sistematico tentativo dell’organizzazione criminale di acquisire il controllo del lucroso settore della gestione dei giochi e delle scommesse sportive, permettendo, altresì, di ricostruirne le tecniche d’infiltrazione nell’economia legale attraverso il controllo delle imprese detentrici delle concessioni rilasciate, in materia, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; ha, inoltre, consentito di rilevare la compartecipazione al progetto criminale dei mandamenti di Porta Nuova e Pagliarelli, documentando interazioni anche con referenti dei mandamenti della Noce, di Brancaccio, di Santa Maria del Gesù, di Belmonte Mezzagno e di San Lorenzo. Nel corso degli anni si è stimato che, attraverso imprese fittiziamente intestate, gli indagati abbiano creato un impero economico, gestendo volumi di gioco per circa 100.000.000 di euro.

“Le organizzazioni camorristiche ripropongono dinamiche fluide, determinate dalla presenza di una molteplicità di gruppi e da equilibri criminali in costante evoluzione. Le principali attività criminali dei sodalizi sono rappresentate dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti, dalle estorsioni e dall’usura, dal contrabbando di tabacchi lavorati esteri, dalla produzione e dalla commercializzazione di prodotti contraffatti oltre che dal riciclaggio dei proventi illeciti. Oggetto di particolare interesse sono risultati anche il settore dei giochi e delle scommesse e quello dei rifiuti”, continua.

“La criminalità organizzata pugliese risulta caratterizzata da una notevole frammentazione dei sodalizi criminali e dall’ assenza di un vertice comune. I numerosi gruppi sono prevalentemente interessati ai settori delle estorsioni, nonché al traffico di sostanze stupefacenti ed armi e a varie forme di contrabbando (di tabacchi lavorati esteri, di merci contraffatte, di prodotti petroliferi), anche a livello internazionale. Nel narcotraffico si sono evidenziate sinergie operative con altri gruppi, riconducibili alla ’ndrangheta e alla criminalità organizzata albanese. Alla tratta e allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina si riconnette il fenomeno del caporalato, ancora presente in alcune parti del territorio della regione. Inoltre, la criminalità organizzata pugliese si è mostrata, negli anni, particolarmente incline ad infiltrare il tessuto economico-produttivo, reinvestendo e riciclando gli ingenti capitali di provenienza illecita. Gli interessi criminali sono rivolti verso i settori del gaming, dei rifiuti, dell’agroalimentare, della ristorazione, nonché del settore turistico-alberghiero. La criminalità organizzata foggiana, nelle sue componenti di società foggiana – articolata in tre batterie – mafia garganica, mafia cerignolana e mafia sanseverese, si caratterizza per la violenza con la quale pone in essere l’attività criminale; da tempo, si registrano episodi delittuosi di tipo omicidiario ed attentati dinamitardi e incendiari in danno di operatori economici, riconducibili a persistenti pratiche estorsive. Inoltre, permangono i tentativi di indebita acquisizione di finanziamenti pubblici, anche europei”, sottolinea.

16 novembre 2020 – Foggia – La Polizia di Stato, unitamente all’Arma dei Carabinieri, con l’operazione “Decima bis”, quale seguito dell’operazione “Decima azione” del 2018, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 40 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, nonché di rapina, estorsione, usura, turbata libertà degli incanti, traffico di sostanze stupefacenti e porto illegale di armi, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. L’inchiesta ha consentito di ricostruire le dinamiche organizzative e le attività criminali delle principali batterie della società foggiana (Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-TolonesePrencipe), contrapposte tra loro, sia pure a fasi alterne, per il conseguimento della leadership interna e del controllo degli affari illeciti, ma unite nella condivisione degli interessi economici, gestiti secondo logiche federate. Attraverso le indagini sono state documentate, in particolare, le imposizioni di assunzioni attraverso il metodo estorsivo, nonché la capillare e pervasiva pressione estorsiva esercitata sul tessuto economico foggiano (sul mercato settimanale cittadino, sul settore edilizio, sulle imprese funebri, sulle sale scommesse, sulle corse ippiche, nei confronti delle aziende attive nel movimento terra, nell’agroalimentare). Sono stati, inoltre, documentati diversi incontri cui hanno preso parte i capi famiglia o i loro plenipotenziari, finalizzati a definire in maniera collegiale le strategie di gestione delle estorsioni sul territorio del capoluogo.

“Con riferimento alla sacra corona unita, continuano ad essere attivi gli storici sodalizi del brindisino e si conferma la propensione della componente leccese verso il settore imprenditoriale, nonché verso l’infiltrazione nella Pubblica Amministrazione. I vari gruppi sono, altresì, dediti al traffico di sostanze stupefacenti, nonché interessati al settore del gaming. La criminalità barese si caratterizza per la compresenza di sodalizi frammentati, privi di un organo di vertice unico, con equilibri variabili a seguito del mutamento delle alleanze e degli effetti dell’azione di contrasto”, prosegue.

9 gennaio 2020 – Provincia di Bari, Torino, Milano, Bologna, Ancona, Perugia – La Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione “Gaming Machine”, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 36 soggetti, 8 dei quali già ristretti (27 custodie in carcere e 9 arresti domiciliari), tra i quali un elemento di vertice del clan Strisciuglio, quali componenti di un organizzazione di tipo mafioso dedita ai reati di usura, estorsione e riciclaggio in danno di imprenditori locali. L’attività delinquenziale consisteva nell’imposizione di un vero e proprio regime di monopolio relativamente all’installazione e all’utilizzo di congegni da intrattenimento e divertimento (slot machine) nella città di Bari. Le condotte illecite venivano consumate grazie al controllo stabile ed esclusivo che i vari clan mafiosi esercitavano nei confronti degli esercenti nei rispettivi quartieri di “competenza”.

“Sul territorio nazionale continua a consolidarsi la numerosa presenza di cinesi regolarmente residenti, che evidenziano solide capacità di inserimento in diversi comparti economici grazie ad una particolare attitudine imprenditoriale e finanziaria. La loro comunità si caratterizza per la forte coesione etnica e culturale e per la tendenza all’isolamento dall’ambiente esterno. Tali connotazioni, che si ripropongono anche negli ambienti criminali, sono confermate dalla rete assistenzialistica intraetnica, in grado di assicurare servizi e funzionale ad accrescere il senso di appartenenza. La criminalità cinese è rappresentata da organizzazioni strutturate, affiancate da formazioni delinquenziali espressione di banditismo giovanile, che tendono ad esercitare il controllo del territorio con metodi violenti, intimidatori ed omertosi non dissimili da quelli riconducibili ai sodalizi di tipo mafioso. In particolare le bande giovanili, censite in talune aree urbane del Nord (ad esempio a Milano e Torino) e del Centro Italia (Prato), si evidenziano per la consumazione di significative attività delittuose, per lo più all’indirizzo dei propri connazionali. Tali aggregazioni sono composte sia da cinopopolari appartenenti alla c.d. seconda generazione, sia da giovani immigrati scarsamente integrati, che si rendono responabili di reati contro il patrimonio, gravi delitti contro la persona, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, gestione del gioco d’azzardo. Tra i settori illeciti di interesse si annovera la contraffazione di merci di vario genere, che arrivano in Italia direttamente dalla Cina ovvero da altri Paesi, anche dell’U.E., per essere successivamente stoccate e distribuite in commercio. Nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, finalizzata allo sfruttamento lavorativo e della prostituzione, le organizzazioni criminali mostrano un’elevata capacità gestionale rispetto a tutte le fasi. La regolarizzazione fraudolenta dei migranti può risultare, talvolta, un utile strumento per l’intestazione temporanea di ditte (società apri e chiudi), funzionale a illecite pratiche commerciali. I sodalizi in parola risultano, inoltre, attivi nel settore degli stupefacenti1 – tanto nello spaccio che nella produzione e nel traffico – nella consumazione di reati contro il patrimonio o la persona, di frodi e di evasioni fiscali o contributive. Sono, altresì, coinvolti in attività di riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di capitali per finanziare sia le attività illegali che quelle lecite (quali l’acquisto di immobili, l’avviamento o l’acquisizione di imprese ed esercizi commerciali). L’enorme disponibilità economica, supportata dalla possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, favorisce operazioni di risanamento di attività imprenditoriali in dissesto finanziario, che spesso vengono realizzate con la collaborazione qualificata dei professionisti di settore. Anche l’esercizio del gioco d’azzardo facilita attività di riciclaggio del denaro. Per la raccolta abusiva e la movimentazione di valuta (in parte ancora rimessa in Cina), i cinopopolari si avvalgono dei money transfer, di società schermo, di strutture parabancarie appositamente create ovvero di connazionali che fungono da spalloni, trasportando sulla propria persona denaro non dichiarato. La rilevata contrazione delle transazioni tracciate può essere riconducibile, talvolta, anche a più complesse operazioni finanziarie. La gestione di traffici illeciti a livello transnazionale favorisce la creazione di network affaristico-criminali che, in alcune circostanze, motiva alla ricerca di collaborazioni esterne e all’interazione con la criminalità organizzata autoctona”, conclude. cdn/AGIMEG