Senato: ddl PD su istituzione Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie

Arriva al Senato il disegno di legge d’iniziativa dei senatori Mirabelli, Verini, Rando, Rossomando e Bazoli (PD) “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”.

Tra i compiti assegnati alla Commissione: valutare la congruità della normativa vigente per la prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e del­ l’impiego di beni, denaro o altre utilità che rappresentino il provento delle attività della criminalità organizzata mafiosa o similare, con particolare attenzione alle intermedia­ zioni finanziarie, alle reti d’impresa, all’inte­stazione fittizia di beni e società collegate ad esse e al sistema lecito e illecito del gioco e delle scommesse.

Ecco il testo integrale:

ONOREVOLI SENATORI. – Il presente disegno di legge prevede l’istituzione di una Com­missione parlamentare di inchiesta sul feno­meno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, per la durata della XIX legislatura, a norma dell’articolo 82 della Costituzione. L’impegno contro le mafie e i poteri cri­ minali, per la legalità, non è certo concluso: la mafia è ancora straordinariamente perico­losa e capace di adattarsi, di farsi « camale­onte » della modernità; essa colpisce il tes­suto vivo del Paese, si insinua negli affari, nella società, nella politica, in Italia come all’estero. La XVII e la XVIII legislatura sono state entrambe caratterizzate dal grande lavoro svolto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, un lavoro che si presenta come un patrimo­nio di competenza e conoscenza per l’isti­tuenda Commissione. Il presente disegno di legge intende rece­ pire le Raccomandazioni e proposte sul testo di una legge istitutiva della prossima Com­missione volta al contrasto della criminalità organizzata, con riferimento ai suoi profili funzionali e organizzativi avanzate dalla pre­cedente Commissione. In particolare, le nuove proposte riguar­dano il funzionamento dei Comitati, rispetto ai quali si propone di mantenere saldo l’e­quilibrio delle prerogative dei Comitati stessi e il ruolo dell’ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi. È solo in tale prospettiva, infatti, che si può preservare l’e­quilibrio tra una dislocazione delle compe­tenze attraverso i Comitati stessi e la difesa della unitarietà di indirizzo nell’analisi e nelle acquisizioni sulla materia di pubblico interesse su cui si concentra la Commissione di inchiesta, in base all’articolo 82 della Co­stituzione. Altro aspetto su cui si interviene, appor­tando modifiche alla legge 7 agosto 2018, n. 99, istitutiva della precedente Commis­sione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche stra­niere, è l’espletamento delle operazioni di verifica sulle liste di candidati presentate per le elezioni politiche nazionali, europee, re­gionali, comunali e circoscrizionali. Ebbene recependo alcuni suggerimenti contenuti nel Regolamento sulla disciplina di cui all’arti­ colo 1, comma 1, lettera i), della predetta legge n. 99 del 2018, sul controllo delle liste elettorali per le elezioni europee, nazionali, regionali, comunali e circoscrizionali appro­vato nella seduta del 5 agosto 2021, l’arti­ colo 1 del disegno di legge de quo, al comma 4, stabilisce che i rappresentanti dei partiti, delle formazioni politiche, dei movi­menti e delle liste civiche che aderiscano alle norme del codice di autoregolamenta­ zione di cui al comma 1, lettera i), oppure il candidato sindaco o il candidato presidente della Giunta regionale cui afferisca una o più liste, abbiano la facoltà di trasmettere alla Commissione antimafia le liste provvi­sorie delle candidature per le elezioni delle assemblee elettive nei giorni antecedenti la scadenza del termine per la presentazione delle liste e che con un regolamento interno adottato dalla stessa Commissione siano di­sciplinate le modalità di controllo sulla sele­zione e sulle candidature. Infine, si evidenzia come l’articolo 1 del testo assegni alla Commissione d’inchiesta diversi compiti, quali: a) verificare l’attua zione della legge 13 settembre 1982, n. 646, del codice delle leggi antimafia e delle mi­ sure di prevenzione, di cui al decreto legi­slativo 6 settembre 2011, n. 159, della legge 17 ottobre 2017, n. 161, e delle altre leggi dello Stato con riferimento al fenomeno ma­fioso e alle altre principali organizzazioni criminali, indicando le iniziative di carattere normativo o amministrativo che ritenga ne­cessarie per rafforzarne l’efficacia; b) verifi­care l’attuazione delle disposizioni di legge riguardanti le persone che collaborano con la giustizia e le persone che prestano testi­monianza, indicando le iniziative di carattere normativo o amministrativo che ritenga ne­cessarie per rafforzarne l’efficacia; c) verifi­care l’attuazione e l’adeguatezza delle dispo­sizioni in materia di tutela delle vittime di estorsione e di usura, indicando eventuali iniziative di carattere normativo o ammini­strativo che ritenga necessarie; d) verificare l’attuazione e l’adeguatezza della normativa in materia di tutela dei familiari delle vit­time delle mafie; e) verificare l’attuazione delle disposizioni di cui alla legge 23 di­ cembre 2002, n. 279, relativamente all’appli­cazione del regime carcerario previsto dagli articoli 4-bis e 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, alle persone imputate o con­ dannate per delitti di tipo mafioso, anche con riguardo al monitoraggio delle scarcera­ zioni; f) acquisire informazioni sull’organiz­zazione degli uffici giudiziari e delle strut­ture investigative competenti in materia non­ ché sulle risorse umane e strumentali di cui essi dispongono; g) accertare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri, concernenti la prevenzione delle attività criminali, l’assi­stenza e la cooperazione giudiziaria, anche al fine di costruire uno spazio giuridico an­timafia al livello dell’Unione europea e di promuovere accordi in sede internazionale; h) verificare l’adeguatezza e la congruità della normativa vigente e della sua attua­ zione in materia di sistemi informativi e banche di dati in uso agli uffici giudiziari e alle forze di polizia; i) indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua ar­ticolazione nel territorio e negli organi am­ministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candi­dature per le assemblee elettive; l) accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del feno­meno mafioso; m) valutare la penetrazione nel territorio nazionale e le modalità opera­tive delle mafie straniere e autoctone; n) in­dagare sulle forme di accumulazione dei pa­trimoni illeciti e sulle modalità di investi­ mento e riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività delle organizzazioni criminali; o) verificare l’impatto negativo, sotto i pro­ fili economico e sociale, delle attività delle associazioni mafiose o similari sul sistema produttivo; p) programmare un’attività volta a monitorare e valutare il rapporto tra le ma­fie e l’informazione, con particolare riferi­mento alle diverse forme in cui si manifesta la violenza o l’intimidazione nei confronti dei giornalisti; q) valutare la congruità della normativa vigente per la prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e del­ l’impiego di beni, denaro o altre utilità che rappresentino il provento delle attività della criminalità organizzata mafiosa o similare, con particolare attenzione alle intermedia­ zioni finanziarie, alle reti d’impresa, all’inte­stazione fittizia di beni e società collegate ad esse e al sistema lecito e illecito del gioco e delle scommesse; r) verificare l’ade­guatezza delle norme sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo; s) veri­ficare l’adeguatezza delle strutture preposte alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni criminali nonché al controllo del territorio e curare i rapporti con gli organismi istituiti a livello regionale e locale per il contrasto delle attività delle organizzazioni criminali di tipo mafioso, al fine di approfondire l’a­nalisi delle proposte da essi elaborate; t) esaminare la natura e le caratteristiche stori­ che del movimento civile antimafia; u) svol­gere il monitoraggio sui tentativi di condi­zionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali, con particolare riguardo alla componente amministrativa; v) esaminare la possibilità di impiegare istituti e strumenti previsti dalla normativa per la lotta contro il terrorismo ai fini del contrasto delle mafie, indicando eventuali iniziative ritenute utili a questo fine; z) riferire alle Camere al ter­ mine dei propri lavori nonché ogni volta che lo ritenga opportuno e comunque annual­mente.

DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Istituzione, compiti e poteri della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere)

È istituita, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, per la durata della XIX legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, di seguito denominata « Commissione ». La Commissione ha i seguenti compiti: a) verificare l’attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646, del codice delle leggi antimafia e delle misure di preven­zione, di cui al decreto legislativo 6 settem­bre 2011, n. 159, della legge 17 ottobre 2017, n. 161, e delle altre leggi dello Stato, nonché degli indirizzi del Parlamento, con riferimento al fenomeno mafioso e alle altre principali organizzazioni criminali, indi­cando le iniziative di carattere normativo o amministrativo che ritenga necessarie per rafforzarne l’efficacia; b) verificare l’attuazione delle disposi­ zioni del decreto-legge 15 gennaio 1991, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 marzo 1991, n. 82, del decreto le­gislativo 29 marzo 1993, n. 119, della legge 13 febbraio 2001, n. 45, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’interno 23 aprile 2004, n. 161, e della legge 11 gennaio 2018, n. 6, riguardanti le persone che collaborano con la giustizia e le persone che pre­stano testimonianza, indicando le eventuali iniziative di carattere normativo o ammini­strativo che ritenga necessarie per raffor­zarne l’efficacia; c) verificare l’attuazione e l’adegua­tezza delle disposizioni della legge 7 marzo 1996, n. 108, della legge 23 febbraio 1999, n. 44, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, della legge 27 gennaio 2012, n. 3, e del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 febbraio 2014, n. 60, in materia di tutela delle vittime di estorsione e di usura, indicando eventuali iniziative di carattere nor­mativo o amministrativo che ritenga neces­sarie per rendere più coordinata e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali; d) verificare l’attuazione e l’adegua­tezza della normativa in materia di tutela dei familiari delle vittime delle mafie, indicando eventuali iniziative di carattere normativo o amministrativo che ritenga necessarie; e) verificare l’attuazione delle disposi­ zioni di cui alla legge 23 dicembre 2002, n. 279, relativamente all’applicazione del re­gime carcerario previsto dagli articoli 4-bis e 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, alle persone imputate o condannate per de­litti di tipo mafioso, anche con riguardo al monitoraggio delle scarcerazioni; f) acquisire informazioni sull’organizza­ zione degli uffici giudiziari e delle strutture investigative competenti in materia nonché sulle risorse umane e strumentali di cui essi dispongono; g) accertare la congruità della norma­tiva vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri, indicando le iniziative di ca­rattere normativo o amministrativo ritenute opportune per rendere più coordinata e inci­siva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e più adeguate le intese in­ternazionali concernenti la prevenzione delle attività criminali, l’assistenza e la coopera­ zione giudiziaria, anche al fine di costruire uno spazio giuridico antimafia al livello del­ l’Unione europea e di promuovere accordi in sede internazionale; h) verificare l’adeguatezza e la con­gruità della normativa vigente e della sua at­tuazione in materia di sistemi informativi e banche di dati in uso agli uffici giudiziari e alle Forze di polizia ai fini della prevenzione e del contrasto della criminalità organizzata di tipo mafioso; i) indagare sul rapporto tra mafia e po­litica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio e negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, in relazione anche al co­ dice di autoregolamentazione in materia di formazione delle liste elettorali delle candi­dature per le elezioni europee, politiche, re­gionali, comunali e circoscrizionali, proposto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre asso­ciazioni criminali, anche straniere, istituita dalla legge 7 agosto 2018, n. 99, con la re­ lazione approvata nella seduta del 27 marzo 2019, sia riguardo alle sue manifestazioni a livello nazionale che, nei diversi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso; l) accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasforma­ zioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni, comprese quelle istituzionali, approfondendo, a questo fine, la conoscenza delle caratteristiche economiche, sociali e culturali delle aree di origine e di espan­sione delle organizzazioni criminali, con particolare riguardo: 1) alle modalità di azione delle asso­ciazioni mafiose e similari mediante con­ dotte corruttive, collusive o comunque ille­cite; 2) agli insediamenti stabilmente esi­stenti nelle regioni diverse da quelle di tra­dizionale inserimento e comunque caratteriz­zate da forte sviluppo dell’economia produt­tiva; 3) all’infiltrazione all’interno di asso­ciazioni massoniche o comunque di carattere segreto o riservato; 4) ai processi di internazionalizza­ zione e cooperazione con altre organizza­ zioni criminali finalizzati alla gestione di nuove forme di attività illecite contro la per­ sona, l’ambiente, i patrimoni, i diritti di pro­prietà intellettuale e la sicurezza dello Stato, anche con riferimento al traffico internazio­nale di sostanze stupefacenti e di armi, alla promozione e allo sfruttamento dei flussi migratori illegali e al commercio di opere d’arte; m) valutare la penetrazione nel territo­ rio nazionale e le modalità operative delle mafie straniere e autoctone tenendo conto delle specificità di ciascuna struttura mafiosa e individuare, se necessario, specifiche mi­ sure legislative e operative di contrasto; n) indagare sulle forme di accumula­ zione dei patrimoni illeciti e sulle modalità di investimento e riciclaggio dei proventi de­rivanti dalle attività delle organizzazioni cri­ minali e accertare le modalità di difesa dai condizionamenti mafiosi del sistema degli appalti e dei contratti pubblici disciplinato dal codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, e della realizzazione delle opere pubbliche; o) verificare l’impatto negativo, sotto i profili economico e sociale, delle attività delle associazioni mafiose o similari sul si­stema produttivo, con particolare riguardo all’alterazione dei princìpi di libertà dell’ini­ziativa privata, di libera concorrenza nel mercato, di libertà di accesso al sistema cre­ditizio e finanziario e di trasparenza della spesa pubblica dell’Unione europea, dello Stato e delle regioni destinata allo sviluppo, alla crescita e al sistema delle imprese; p) programmare un’attività volta a mo­nitorare e valutare il rapporto tra le mafie e l’informazione, con particolare riferimento alle diverse forme in cui si manifesta la vio­lenza o l’intimidazione nei confronti dei giornalisti, nonché alle conseguenze sulla qualità complessiva dell’informazione, e in­ dicare eventuali iniziative che ritenga oppor­tune per adeguare la normativa in materia, conformandola ai livelli europei con partico­ lare riferimento alla tutela dovuta ai giorna­listi e al loro diritto-dovere di informare, an­ che al fine di favorire l’emersione del lavoro non contrattualizzato e di contrastare norma­tivamente le querele temerarie; q) valutare la congruità della normativa vigente per la prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei pa­trimoni illeciti, del riciclaggio e dell’impiego di beni, denaro o altre utilità che rappresen­tino il provento delle attività della crimina­lità organizzata mafiosa o similare, con par­ticolare attenzione alle intermediazioni fi­nanziarie, alle reti d’impresa, all’intestazione fittizia di beni e società collegate ad esse e al sistema lecito e illecito del gioco e delle scommesse, verificando l’adeguatezza delle strutture e l’efficacia delle prassi ammini­strative, e indicare le iniziative di carattere normativo o amministrativo ritenute necessa­rie, anche in riferimento alle intese interna­zionali, all’assistenza e alla cooperazione giudiziaria; r) verificare l’adeguatezza delle norme sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo e proporre misure per renderle più efficaci; s) verificare l’adeguatezza delle strut­ture preposte alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni criminali nonché al controllo del territorio e curare i rapporti con gli or­ganismi istituiti a livello regionale e locale per il contrasto delle attività delle organizza­ zioni criminali di tipo mafioso, al fine di ap­profondire l’analisi delle proposte da essi elaborate; t) esaminare la natura e le caratteristi­ che storiche del movimento civile antimafia e monitorare l’attività svolta dalle associa­ zioni di carattere nazionale o locale che operano per il contrasto delle attività delle organizzazioni criminali di tipo mafioso, an­ che al fine di valutare l’apporto fornito; nel­ l’ambito dei compiti di cui alla presente let­tera la Commissione può procedere alla mappatura delle principali iniziative e prati­ che educative realizzate dalla società civile e dalle associazioni attive nella diffusione della cultura antimafia e nel contrasto delle mafie, al fine di definire nuove e più efficaci strategie da attuare, anche attraverso forme di integrazione, in tale ambito; u) svolgere il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione ma­fiosa negli enti locali, con particolare ri­ guardo alla componente amministrativa, e indicare le iniziative di carattere normativo o amministrativo ritenute idonee a prevenire e a contrastare tali fenomeni, verificando l’ef­ficacia delle disposizioni vigenti in materia, anche con riguardo alla normativa concer­nente lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli ammini­stratori locali; v) esaminare la possibilità di impiegare istituti e strumenti previsti dalla normativa per la lotta contro il terrorismo ai fini del contrasto delle mafie, indicando eventuali iniziative ritenute utili a questo fine; z) riferire alle Camere al termine dei propri lavori nonché ogni volta che lo ri­tenga opportuno e comunque annualmente. 2. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. La Com­missione non può adottare provvedimenti at­tinenti alla libertà personale, fatto salvo l’ac­compagnamento coattivo di cui all’articolo 133 del codice di procedura penale. 3. Ai fini dell’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di forma­ zione delle liste elettorali richiamato al comma 1, lettera i), la Commissione può ri­chiedere al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo di trasmettere le pertinenti in­ formazioni, non coperte da segreto investiga­tivo, contenute nei registri e nelle banche di dati di cui all’articolo 117, comma 2-bis, del codice di procedura penale. 4. I rappresentanti dei partiti, delle forma­ zioni politiche, dei movimenti e delle liste civiche che aderiscono alle norme del codice di autoregolamentazione di cui al comma 1, lettera i), oppure il candidato sindaco o il candidato presidente della Giunta regionale cui afferisca una o più liste, possono tra­ smettere alla Commissione le liste provviso­rie delle candidature per le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti al­ l’Italia, nonché per le elezioni politiche na­zionali, regionali, comunali e circoscrizionali nei giorni antecedenti la scadenza del ter­ mine per la presentazione delle liste mede­ sime. Con un regolamento interno adottato dalla stessa Commissione sono disciplinate le modalità di controllo sulla selezione e sulle candidature ai fini di cui al comma 1, lettera i), stabilendo in particolare. a) il regime di pubblicità della declara­toria di incompatibilità dei candidati con le disposizioni del codice di autoregolamenta­ zione; b) la riservatezza sull’esito del con­ trollo concernente le liste provvisorie di can­didati; c) la celerità dei tempi affinché gli esiti dei controlli sulle liste provvisorie di candi­dati siano comunicati secondo modi e tempi tali da garantire ai partiti, alle formazioni politiche, ai movimenti e alle liste civiche l’effettiva possibilità di modificare la com­posizione delle liste prima dello scadere dei termini di presentazione a pena di decadenza previsti dalla legislazione elettorale. 5. Per le elezioni, già indette alla data di entrata in vigore della presente legge, per le quali non siano scaduti i termini di presen­tazione delle candidature, le liste provvisorie delle candidature medesime possono essere trasmesse alla Commissione, ai fini dell’applicazione delle disposizioni del comma 4, entro dieci giorni dalla medesima data di entrata in vigore. 6. La Commissione può promuovere la re­alizzazione e valutare l’efficacia delle inizia­tive per la sensibilizzazione del pubblico sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta contro le mafie e sulla memoria delle vittime delle mafie, anche in relazione all’at­tuazione della legge 8 marzo 2017, n. 20, anche allo scopo di creare e valorizzare per­ corsi specifici all’interno del sistema nazio­nale di istruzione e formazione. Fermo re­ stando quanto disposto dall’articolo 6, la Commissione può promuovere forme di co­municazione e divulgazione circa gli esiti e le risultanze delle attività svolte ai sensi del comma 1, lettera t), del presente articolo. 7. I compiti previsti dal presente articolo sono attribuiti alla Commissione anche con riferimento alle altre associazioni criminali comunque denominate, alle mafie straniere o di natura transnazionale ai sensi dell’articolo 3 della legge 16 marzo 2006, n. 146, in quanto operanti nel territorio nazionale, e a tutti i raggruppamenti criminali che abbiano le caratteristiche di cui all’articolo 416-bis del codice penale o che siano comunque di estremo pericolo per il sistema sociale, eco­ nomico e istituzionale.

Art. 2. (Composizione della Commissione)

La Commissione è composta da sedici senatori e da sedici deputati, scelti rispetti­vamente dal Presidente del Senato della Re­ pubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento. I componenti sono no­ minati tenendo conto anche della specificità dei compiti assegnati alla Commissione. I componenti della Commissione dichiarano alla Presidenza della Camera di apparte­ nenza se nei loro confronti sussista una delle condizioni indicate nel codice di auto­ regolamentazione in materia di formazione delle liste elettorali delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comu­ nali e circoscrizionali, proposto dalla Com­ missione parlamentare di inchiesta sul feno­ meno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, istituita dalla legge 7 agosto 2018, n. 99, con la relazione approvata nella seduta del 27 marzo 2019, e nelle eventuali determinazioni assunte dalla Commissione nel corso della XIX legisla­ tura. Qualora una delle situazioni previste nel citato codice di autoregolamentazione sopravvenga, successivamente alla nomina, a carico di uno dei componenti della Commis­ sione, questi ne informa immediatamente il presidente della Commissione, il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati. 2. Il Presidente del Senato della Repub­ blica e il Presidente della Camera dei depu­ tati convocano la Commissione, entro dieci giorni dalla nomina dei suoi componenti, per la costituzione dell’ufficio di presidenza. 3. L’ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto dai componenti della Commissione a scrutinio segreto. Per l’ele­ zione del presidente è necessaria la maggio­ ranza assoluta dei componenti della Com­ missione; se nessuno riporta tale maggio­ ranza si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior nu­ mero di voti. È eletto il candidato che ot­ tiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. 4. Per l’elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente della Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti co­ loro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede ai sensi del comma 3. 5. L’ufficio di presidenza è rinnovato dopo il primo biennio ed i componenti pos­sono essere confermati nuovamente. 6. Le disposizioni dei commi 3 e 4 si ap­plicano anche per le elezioni suppletive.

Art. 3. (Comitati)

  1. La Commissione può organizzare i suoi lavori attraverso uno o più comitati, costi­tuiti secondo la disciplina del regolamento di cui all’articolo 7, comma 1. I Comitati svolgono attività a carattere istruttorio per conto della Commissione. La Commissione può affidare ai Comitati, secondo quanto stabilito dal regolamento di cui all’articolo 7, comma 1, compiti, relativamente ad og­getti determinati e, ove occorra, per un tempo limitato. 2. I Comitati non possono compiere atti che richiedano l’esercizio dei poteri propri dell’autorità giudiziaria. Essi riferiscono ogni qualvolta richiesto dalla Commissione o dall’ufficio di presidenza integrato dai rap­ presentanti dei gruppi, in ordine alle risul­tanze della loro attività di acquisizione co­noscitiva. Gli atti formati e la documenta­ zione raccolta sono acquisiti tra gli atti e i documenti relativi all’attività di inchiesta della Commissione. La partecipazione dei collaboratori esterni assegnati alle attività dei Comitati su decisione del presidente, sentito l’ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi alle riunioni dei Comitati, è disposta dai coordinatori.

Art. 4. (Audizioni a testimonianza)

  1. Ferme restando le competenze dell’au­torità giudiziaria, per le audizioni a testimo­nianza davanti alla Commissione si appli­cano le disposizioni degli articoli 366 e 372 del codice penale. 2. Per i segreti professionale e bancario si applicano le norme vigenti. Per il segreto di Stato si applica quanto previsto dalla legge 3 agosto 2007, n. 124. In nessun caso, per i fatti rientranti nei compiti della Commis­sione, può essere opposto il segreto d’uffi­cio. 3. È sempre opponibile il segreto tra di­fensore e parte processuale nell’ambito del mandato. 4. Si applica l’articolo 203 del codice di procedura penale.

Art. 5. (Richiesta di atti e documenti)

La Commissione può ottenere, nelle materie attinenti alle finalità della presente legge, anche in deroga al divieto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura pe­nale, copie di atti e documenti relativi a pro­ cedimenti e inchieste in corso presso l’auto­rità giudiziaria o altri organi inquirenti, non­ ché copie di atti e documenti relativi a in­dagini e inchieste parlamentari. Sulle richieste ad essa rivolte l’autorità giudiziaria prov­vede ai sensi dell’articolo 117 del codice di procedura penale. L’autorità giudiziaria può trasmettere copie di atti e documenti anche di propria iniziativa. 2. La Commissione garantisce il manteni­mento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 1 siano coperti da segreto. 3. L’autorità giudiziaria provvede tempe­stivamente e può ritardare la trasmissione di copia di atti e documenti richiesti, con de­creto motivato solo per ragioni di natura istruttoria. Il decreto ha efficacia per sei mesi e può essere rinnovato. Quando tali ra­gioni vengono meno, l’autorità giudiziaria provvede senza ritardo a trasmettere quanto richiesto. Il decreto non può essere rinno­vato o avere efficacia oltre la chiusura delle indagini preliminari. 4. Quando gli atti o i documenti siano stati assoggettati al vincolo di segreto fun­zionale da parte delle competenti Commis­sioni parlamentari di inchiesta, tale segreto non può essere opposto alla Commissione di cui alla presente legge. 5. La Commissione può ottenere, da parte degli organi e degli uffici delle pubbliche amministrazioni, copie di atti e documenti da essi custoditi, prodotti o comunque ac­quisiti in materia attinente alle finalità della presente legge. 6. Fermo restando quanto previsto dal comma 2, la Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divul­gati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso.

Art. 6. (Segreto)

I componenti della Commissione, i fun­zionari e il personale di qualsiasi ordine e grado addetti alla Commissione stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a co­noscenza per ragioni di ufficio o di servizio sono obbligati al segreto per tutto quanto ri­guarda gli atti e i documenti di cui all’arti­ colo 5, commi 2 e 6. 2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la violazione del segreto è punita ai sensi dell’articolo 326 del codice penale. 3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, le stesse pene si applicano a chiunque diffonda in tutto o in parte, anche per rias­sunto o informazione, atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali sia stata vietata la divulgazione.

Art. 7. (Organizzazione interna)

  1. L’attività e il funzionamento della Commissione e dei comitati istituiti ai sensi dell’articolo 3 sono disciplinati da un rego­lamento interno approvato dalla Commis­sione stessa prima dell’inizio dell’attività di inchiesta. Ciascun componente può proporre la modifica delle disposizioni regolamentari. 2. Le sedute della Commissione sono pubbliche. La Commissione può decidere i casi nei quali si ricorre all’utilizzo della web-tv. Tutte le volte che lo ritenga oppor­tuno, la Commissione può riunirsi in seduta segreta. 3. La Commissione può avvalersi dell’o­ pera di agenti e ufficiali di polizia giudizia­ria, di collaboratori interni ed esterni all’am­ministrazione dello Stato, autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti, nonché di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie da parte di soggetti pubblici, ivi compresi le università e gli enti di ricerca, ovvero privati. Con il regolamento interno di cui al comma 1 è stabilito il numero mas­ simo di collaboratori di cui la Commissione può avvalersi. 4. Per l’adempimento delle sue funzioni la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d’intesa tra loro. 5. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite mas­ simo di 150.000 euro per l’anno 2022 e di 300.000 euro per ciascuno degli anni successivi e sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati. I Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, con determinazione adottata d’in­ tesa tra loro, possono autorizzare annual­mente un incremento delle spese di cui al precedente periodo, comunque in misura non superiore al 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dal presidente della Commissione per motivate esigenze con­nesse allo svolgimento dell’inchiesta. 6. La Commissione dispone dei docu­ menti acquisiti e prodotti dalle analoghe Commissioni precedenti nel corso della loro attività e ne cura l’informatizzazione. cdn/AGIMEG