Semplificazione modulo di accesso ai finanziamenti, snellimento adempimenti burocratici e garanzie operatori economica, ecco le interrogazioni a sostegno di lavoratori ed imprese presentate alla Camera

Sotto l’occhio di ingrandimento della Camera nuove interrogazioni che mettono al centro i bisogni delle imprese colpite dalla crisi dovuta dall’emergenza Coronavirus. Il deputato Deidda (FdI) ha chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, nello specifico: Per sapere – premesso che: l’articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante « Misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese », ha introdotto alcune garanzie statali, al fine di assicurare la necessaria liquidità alle imprese con sede in Italia, colpite dall’epidemia Covid-19 in conformità con la normativa europea in tema di aiuti di Stato e nel rispetto di determinati criteri; in particolare, è stato previsto che le garanzie in questione siano rilasciate alle imprese interessate, per prestiti di importo non superiore, tra l’altro, al 25 per cento del fatturato annuo dell’impresa relativo al 2019, come risultante dal bilancio ovvero dalla dichiarazione fiscale; in ragione dell’attuale stato emergenziale e delle conseguenti misure limitative adottate dal Governo, moltissime aziende non hanno potuto avviare gli adempimenti relativi al deposito del bilancio relativo all’annualità 2019; in particolare, le aziende di nuova formazione, da quel che risulta, per il rilascio dei citati prestiti garantiti, sarebbero costrette a far riferimento al bilancio relativo all’annualità precedente, vale a dire il 2018, spesso notevolmente inferiore al volume d’affari attuale; tale situazione determinerebbe un grave danno nei confronti delle citate aziende, le quali si vedrebbero costrette ad ottenere la garanzia prevista dal decretolegge in questione per un finanziamento di importo notevolmente inferiore, rispetto a quello che sarebbero in grado di ottenere potendo far riferimento al fatturato del 2019; appare necessario consentire, nell’ipotesi in esame, la concessione della garanzia, oltre che sulla base dei dati risultanti dal bilancio per il 2019, anche a fronte del rilascio da parte dell’operatore economico interessato di idonea dichiarazione attestante l’effettivo volume di affari registrato nell’annualità 2019 –: se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intenda assumere al fine di consentire agli operatori economici in esame – che, dunque, allo stato, non abbiano potuto completare gli adempimenti relativi al deposito del bilancio 2019 – di accedere alle garanzie in questione sulla base del fatturato 2019, se del caso, mediante il rilascio, ad opera dei medesimi, di apposita dichiarazione attestante l’effettivo volume di affari registrato nel corso dell’annualità appena conclusa”. La deputata Gava (Lega) ha invece chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell’economia e delle finanze: “Per sapere – premesso che:
milioni di imprese, artigiani e professionisti guardano con terrore alle prospettive finanziarie che attendono il Paese di qui ai prossimi mesi; a preoccupare fortemente la classe produttiva del Paese è molto la burocrazia, specie quando quest’ultima si rivela non solo inutile ai fini economici, ma addirittura dannosa e onerosa per le categorie produttive;
il decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003, così come modificato dal decreto legislativo n. 101 del 10 agosto 2018, e recante disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento italiano al regolamento (Ue) 2016/679, impone a carico dei liberi professionisti una serie di adempimenti in tema di tutela della privacy, che si rivelano puramente formali eppure passibili di pesanti sanzioni in caso di errori o omissioni; tra questi, risulta come incombenza il modulo di censimento dati che i professionisti devono compilare, far sottoscrivere al cliente e conservare adeguatamente al momento dell’avvio di ogni singola pratica; l’oggettiva inutilità di tale passaggio burocratico è dettata dal fatto che è il cliente a rivolgersi spontaneamente al professionista, delegandolo quindi di fatto al trattamento dei propri dati personali; è sempre il cliente a rilasciare al proprio professionista di fiducia un mandato professionale (spesso un’autentica procura ad agire, come capita per gli avvocati) nel quale sono già contenuti tutti i dati di riferimento dei soggetti in causa; sui professionisti grava in ogni caso un obbligo di portata generale e il cui mancato rispetto è sanzionato penalmente, di rispetto del segreto di ogni dato, elemento e circostanza appresa durante l’espletamento del proprio mandato; a parere dell’interrogante è oltremodo necessario un impegno del Governo affinché la farraginosa normativa sulla privacy sia snellita con riguardo agli adempimenti in capo ai soggetti cui è rilasciato un mandato professionale, ritenendo che il documento redatto a tal fine sia sufficiente a dimostrare, fino a prova contraria o a revoca, l’autorizzazione rilasciata di fatto dall’avente diritto al trattamento dei propri dati personali –: se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda adottare tempestivamente per snellire nel senso indicato in premessa gli adempimenti burocratici oggetto del presente atto”. Infine, il deputato Ungaro (IV) ha domandato al Ministro dello sviluppo economico: “Per sapere – premesso che: il « decreto liquidità », e cioè il decretolegge 8 aprile 2020, n. 23, all’articolo 13, comma 1, lettera m), ha previsto l’accesso gratuito e automatico al 100 per cento della garanzia del Fondo per le piccole e medie imprese (Pmi) per i nuovi finanziamenti, fino a 25 mila euro, concessi in favore di piccole e medie imprese e persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d’impresa sia stata danneggiata dall’emergenza da Covid-19; in linea con la disciplina recata dal decreto in materia, già di non facile comprensibilità per i non addetti ai lavori e fortemente problematica quanto al metodo di calcolo degli interessi da applicare, il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato sul proprio sito istituzionale, il 14 aprile 2020, il modulo per la richiesta di garanzia su finanziamenti di importo fino a 25.000 euro, che è poi stato pubblicato anche sul sito del Fondo Pmi poco prima che andasse in tilt; detto modulo, che va compilato dagli aventi diritto e consegnato alla banca, confidi o intermediario, che poi provvederà a inoltrare la relativa richiesta al Fondo Pmi, si compone di numerosissime e svariate voci, che riguardano temi che spaziano dai provvedimenti giudiziari al codice dei contratti pubblici, passando per il codice Ateco e la richiesta di indicazione delle finalità del finanziamento; in Svizzera è stato previsto un meccanismo di finanziamento simile, tramite prestiti-ponte fino a 500 mila franchi, ai quali gli imprenditori e le aziende possono accedere, anch’esse, con un modulo di autodichiarazione, che però è nettamente più snello e intuitivo rispetto a quello previsto dal Fondo Pmi, in quanto si limita a richiedere i dati anagrafici del richiedente e l’indicazione del parametro reddituale sulla cui base calcolare il finanziamento –: prendendo spunto anche dal modello svizzero, quali iniziative intenda adottare per semplificare il modulo per l’accesso ai finanziamenti previsti dal « decreto liquidità » e agevolare la presentazione delle relative domande da parte dei professionisti”. cdn/AGIMEG