Webinar I-Com, Rapporto ‘Ipsos’ sull’impatto della pandemia in Italia: settore dei giochi e scommesse tra i più colpiti

La pandemia ha senza dubbio modificato le abitudini degli Italiani, che da circa un anno si vedono impossibilitati a frequentare luoghi come ad esempio teatri, palestre, piscine, sale scommesse. L’attesa è di un periodo ancora lungo di criticità. Permane comunque la certezza che una volta reso possibile, sempre nella massima sicurezza, gli Italiani tornerebbero alle vecchie abitudini: esiste quindi una forte domanda compressa. E’ quanto evidenzia il Rapporto Ipsos “Percezione del danno generato dalla pandemia per i settori dimenticati – Il punto di vista della popolazione italiana”, presentato nel corso del webinar dal titolo “Oltre le chiusure. La sfida della competitività e l’Italia che riparte” organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com).
Il macro-obiettivo dello studio è investigare il punto di vista della popolazione italiana in merito all’impatto della pandemia sui principali settori merceologici, tra cui quello del gioco pubblico. In particolare si indaga sulla consapevolezza delle ricadute economiche su singoli settori, derivanti dall’impossibilità e/o difficoltà di esercizio, nonché del contributo derivante dagli aiuti governativi. I dati sono stati raccolti alla fine del mese di febbraio su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1.000 interviste, ed integrati con altri studi di Ipsos: multifinanziaria-Imprese, Imprese&Covid, l’Italia ai tempi del Covid19.
La percezione della durata della pandemia è elevata, così come la preoccupazione per la propria salute e quella dei familiari. Secondo lo studio per la gran parte degli intervistati la fine dell’emergenza sanitaria sarà tra dieci mesi o tra più di un anno, sono in pochi a credere che possa terminare entro l’estate.
Prima del Covid, il settore del gioco (ricevitorie, sale scommesse e giochi in denaro) era frequentato regolarmente appena dal 4% degli intervistati, spesso dal 9%, ogni tanto dal 15%, raramente dal 18%, mentre più della metà (54%) non aveva mai messo piede in una sala giochi, a differenza di altri comparti colpiti dalla pandemia come benzinai e autolavaggi (con una forbice compresa tra il 33% del ‘regolarmente’ al 4% del ‘mai’), bar e pasticcerie (tra il 27% e il 2%), ristoranti e pizzerie (tra il 232% e il 2%) o piscine e palestre (tra il 16% ed il 24%).
Alla domanda se, nonostante la preoccupazione per la pandemia, tutti i settori verrebbero frequentati nuovamente se fosse garantita la sicurezza, la risposta in caso di probabilità di un ritorno alla frequentazione è, per il settore di giochi e scommesse, del 33% per i ‘certamente’, del 39% per il ‘probabilmente’ (dunque nel 72% dei casi la risposta è affermativa), del 22% per i ‘probabilmente no’ e del 6% per il ‘certamente no’. Decisamente più alta la probabilità di ritorno alla frequentazione per altri settori come bar/pasticcerie e ristoranti/pizzerie (dove il ‘certamente’ raggiunge il 50%), così come di teatri (46%), Piscine/palestre e benzinai/autolavaggi (45%) o per il settore del turismo stagionale (42%).
Lo studio dimostra che gli italiani sono consapevoli che l’impatto del Covid è stato più forte su alcuni settori rispetto ad altri (53%), altri pensano che abbia colpito alcuni settori favorendone altri (24%) mentre solo il 17% crede che abbia colpito tutti i settori economici in egual misura.
I settori più colpiti dalla crisi e più ignorati, per gli intervistati, sono stati la ristorazione, il turismo, la cultura, lo sport e le palestre, ma anche discoteche, trasporti, congressi, centri estetici e parrucchieri, scuole e università, mentre solo una piccolissima parte ha compreso il settore dei giochi e delle scommesse tra i comparti più colpiti dalla crisi.
Gli aiuti pubblici sono stati sufficienti per i settori in crisi? Per il 46% degli intervistati sono stati insufficienti, per il 30% efficaci per alcuni settori, mentre altri sono stati dimenticati, per il 13% del tutto assenti, per il 6% è stato fatto tutto il necessario.
Ma quale è la percezione degli italiani sul settore del gioco? Il 6% ritiene che siano stati addirittura avvantaggiati dalla situazione emergenziale (non sapendo forse che le sale giochi e scommesse sono state chiuse in primavera e ancora sono chiuse da fine ottobre ndr), il 37% che non sono in difficoltà, il 18% che sono stati adeguatamente sostenuti, il 20% che sono in difficoltà e che gli aiuti sono stati insufficienti, infine solo il 16% ritiene che sono stati dimenticati e dunque sono in grave difficoltà. I settori percepiti dagli italiani come maggiormente in difficoltà a causa della crisi pandemica sono i teatri (53%), il turismo stagionale (46%), piscine/palestre, agenzie di viaggi e discoteche (43%).
E’ ritenuto giusto tutelare sia le aziende sia i lavoratori dei settori colpiti dalla crisi? Secondo lo studio il 52% ritiene che vadano tutelate in parte le aziende e in parte i lavoratori, il 32% soprattutto i lavoratori in difficoltà, l’11% soprattutto le aziende.
Alla domanda se nei prossimi mesi è importante che i seguenti settori abbiano adeguatamente attenzione, per quanto riguarda il comparto del gioco pubblico le risposte sono state: ‘molto importante’ per il 20%, ‘importante’ per il 35%, ‘poco importante’ per il 31% e ‘per nulla importante’ per il restante 14%. Al contrario invece il settore del turismo stagionale ha ottenuto ad esempio un 56% di ‘molto importante’ e un 40% di ‘importante’, quello di ristoranti e pizzerie il 48% di ‘molto importante’ e il 47% di ‘importante’, bar e pasticcerie il 45% di ‘molto importante’ e il 50% di ‘importante’.
Infine, su quale possa essere la soluzione più idonea per il settore del gioco, al primo posto delle risposte c’è ‘tenere aperte i locali’, al secondo posto ‘attendere prima di riaprire’, al terzo posto ‘non fare nulla’ e al quarto posto ‘aiuto economico pubblico’.
In conclusione, il rapporto Ipsos evidenzia come la pandemia ha senza dubbio modificato le abitudini degli Italiani, che da circa un anno si vedono impossibilitati a frequentare luoghi come ad esempio teatri, palestre, piscine, sale scommesse. L’attesa è di un periodo ancora lungo di criticità. Permane comunque la certezza che una volta reso possibile, sempre nella massima sicurezza, gli italiani tornerebbero alle vecchie abitudini: esiste quindi una forte domanda compressa. E’ evidente per gli italiani che l’effetto della pandemia è stato più forte per alcuni settori che per altri; inoltre le aziende di minori dimensione sono state particolarmente colpite. Gli aiuti alle imprese sono stati percepiti dalla popolazione, ma in generale non ritenuti in grado di compensare tutte le situazioni. Guardando avanti, tutti i settori meritano un’idonea attenzione: in primo luogo verificare le opportunità di apertura, oppure prevedere compensazioni adeguate. A differenza di molte crisi precedenti, appare evidente che la tutela dei lavoratori e delle aziende in difficoltà deve andare di pari passo. cr/AGIMEG