Scommesse, Stanleybet risponde all’interrogazione dell’on. Guidesi: “Le “lobby” del gioco coinvolgono il Parlamento ma non rappresentano la realtà dei fatti”

Non si è fatta attendere la risposta di Stanleybet all’interrogazione parlamentare presentata ieri alla Camera dal deputato della Lega Nord Guido Guidesi, riguardo gli operatori di gioco esteri che lavorano in Italia senza autorizzazione. “Le “lobby” del gioco scatenate contro Stanleybet coinvolgono il Parlamento ma non rappresentano la realtà dei fatti e nascondono la verità”, sottolinea Stanleybet in un comunicato e continua: “Il parlamentare, vittima di disinformazione, ricostruisce la vicenda, certamente non per sua colpa, in alcuni casi in modo parziale e in altri casi in modo non veritiero. In attesa che il Signor Ministro dell’Economia gli risponda, siamo certi che l’Onorevole Membro del Parlamento gradirà alcune precisazioni da parte di Stanleybet rispetto a quello che, sulla base delle informazioni fornite, è stato indotto ad affermare.

Guidesi: Il Deputato Guidesi fa riferimento a molteplici decisioni della Corte di Giustizia che hanno generato la contemporanea legittimità di due distinti canali: da una parte i Concessionari statali, titolari di Concessione da parte della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dall’altra parte la cosiddetta rete dei Centri di Trasmissione Dati (CTD), cioè di quei soggetti (ricevitorie) che svolgono servizi di intermediazione per conto di società estere che operano da altri Paesi europei ma “spesso in paradisi fiscali.

Stanleybet: Ben quattro sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno ripetutamente accertato le discriminazioni subite da Stanleybet nelle fasi di accesso al sistema concessorio italiano. I CTD traggono la loro legittimazione proprio da quelle sentenze della Corte UE, confermate dalla Corte di Cassazione e dal costante orientamento dei giudici di merito, che conferiscono a Stanleybet il diritto di offrire i propri servizi tramite, appunto, Centri Trasmissione Dati”. “Stanleybet  – prosegue la nota – è autorizzata in Inghilterra e in altri 9 Stati Membri dell’Unione. In Italia la Corte di Giustizia ha confermato che ancora non vi è stata una gara ove tutti gli operatori concorrono in condizioni di assoluta parità. Sia con riferimento a Stanleybet che, per quanto ne sappiamo, all’altro operatore che è stato destinatario di un provvedimento favorevole della Corte Europea (Austriaco, la Goldbet), è del tutto privo di fondamento il riferimento ad attività in paradisi fiscali.

Guidesi: Il Deputato Guidesi fa poi riferimento all’indagine della Procura di Roma a carico di Stanley, definita di proprietà dell’italiano Giovanni Garrisi, indagato per associazione a delinquere, “avvalendosi”, sostiene la Procura, “di una organizzazione occulta di persone e mezzi” a fini di evasione fiscale.

Stanleybet:  L’organizzazione ‘occulta’ sarebbe quella di CTD, che – tutti, senza eccezione – prima di aprire, presentano richiesta di autorizzazione di polizia e sono, quindi, ben conosciuti dalle autorità. Il signor Garrisi, italiano, vive e lavora in Inghilterra da più di 15 anni, ove è da tempo divenuto cittadino britannico. È necessario fare chiarezza sui ruoli istituzionali. Allo stato attuale, non è la Procura ad aver ricostruito la vicenda ma la Guardia di Finanza. La notizia di reato, frutto del lavoro di indagine, con profusione di uomini e mezzi, del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, ha determinato solo l’avvio di un’indagine o un’iscrizione nel registro degli indagati. L’azione penale non è stata avviata da nessuna autorità. Se l’ipotesi di reato prospettata dalla Guardia di Finanza sia fondata o meno sarà stabilito dalla Magistratura con le sue indagini e con tutte le sue competenze giuridiche. Il signor Garrisi, Stanleybet e i suoi dirigenti hanno piena fiducia nella Giustizia. In passato, l’azione penale contro il signor Garrisi è stata già avviata per ben due volte ed è sempre stato assolto con formula piena.

Le tasse: Stanleybet, il cui quartier generale è in Inghilterra, ha localizzato fin dal 2007 le sue attività di trading a Malta, ma nel farlo ha chiarito alle autorità inglesi che, secondo il ben noto modello del “place of effective management”, non intendeva avvalersi del beneficio fiscale connesso al trasferimento del dipartimento trading a Malta, rimanendo quindi assoggettata alle imposte inglesi. Quindi è del tutto priva di fondamento la tesi che Stanleybet abbia evaso alcunché, anzi in alcuni anni l’aliquota Inglese è stata più elevata di quella italiana. I Magistrati titolari dell’azione, coadiuvati dalla Guardia di Finanza, hanno gli strumenti e i mezzi per verificare il luogo e la quantità di tasse pagate dalla società.

Guidesi: L’aspetto più grave e insolito della vicenda è che la strategia difensiva Stanleybet, oltre a dar luogo a querele ai giornali si è manifestata anche con querele ai finanzieri che, eseguendo gli ordini delle Procure, hanno provveduto alla chiusura dei punti vendita e si paventa il rischio che singoli dipendenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e militari della Guardia di Finanza ricevano da Stanley una citazione diretta in sede civile per risarcimento danni.

Stanleybet: Non è vero. Stanleybet ha grande rispetto per la Guardia di Finanza, per le Istituzioni e per la Magistratura. È destituita di qualsiasi fondamento l’affermazione che Stanleybet abbia mai chiamato in giudizio funzionari di polizia giudiziaria o dipendenti di ADM che eseguivano gli ordini delle Procure. Ciò non è mai accaduto né potrebbe accadere. È però vero che Stanleybet ha chiamato in giudizio per il risarcimento del danno funzionari che, di propria iniziativa, senza alcun ordine della Magistratura, hanno violato consapevolmente, e quindi con colpa grave, il giudicato della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione, andando a sequestrare CTD Stanleybet che erano già stati chiusi e riaperti dalla Magistratura che aveva gia’ verificato la regolarita’ e legittimita’ dell’attivita. È vero che Stanleybet sta chiamando in giudizio per il risarcimento del danno il gruppo l’Espresso/La Repubblica con riferimento ad una intervista rilasciata dal dott. Magistro funzionario apicale ADM per la gravissima diffamazione posta in essere in danno del gruppo Stanleybet. L’azione legale è in preparazione presso un primario studio legale londinese. L’On. Guidesi definisce ‘insolita’ l’azione di Stanleybet. Questa è l’impronta digitale di un problema culturale. È  insolito che si chieda a funzionari pubblici di rispettare i diritti dei cittadini? Quante volte un CTD deve essere assolto perché non subisca più sequestri ed avvio di azioni penali basati su notizie di reato infondate, che richiedono lavoro, impegno e spreco di denaro pubblico e privato?

Guidesi: L’On. Guidesi si chiede se il Ministro dell’Economia sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e come intenda intervenire a tutela dei funzionari delle Agenzie e della Guardia di Finanza coinvolti”. Stanleybet: “Il Ministro, se lo riterrà opportuno, potrà evidentemente rispondere. E’ necessario, però, fornire un doveroso suggerimento. Dato che è stato chiarito che si tratta di funzionari che agivano non per ordine della Procura, ma di iniziativa, per di più dopo essere stati personalmente avvertiti dei motivi per cui la loro iniziativa avrebbe provocato danni ingiusti ai CTD e a Stanley, il Ministro sicuramente consiglierà, come in ogni paese civile, di rivolgersi ai loro avvocati e di presentare le loro ragioni ai Giudici di fronte ai quali sono stati chiamati a rispondere.  Come ogni altro cittadino.  Se sono nel giusto, le loro ragioni verranno riconosciute. Se sono nel torto, pagheranno i danni. Questo, On. Guidesi, dovrebbe valere per tutti i cittadini di tutti gli Stati Membri dell’Unione, che sono uguali di fronte alla legge. Perché mai tutto ciò sarebbe insolito?

Stanleybet, ultima notazione: Sig. Ministro dell’Economia e delle Finanze, rimaniamo a disposizione per chiarire, con la massima trasparenza, la reale ricostruzione storica del sistema concessorio italiano, delle anomalie e dei favoritismi che lo hanno contraddistinto negli ultimi 15 anni e hanno generato un sistema bocciato, su ricorsi Stanley, da 3 sentenze della Corte di Giustizia. Se si vuole nel 2016 varare un nuovo sistema legittimo e che mette tutti alla pari nella sua ripartenza, e’ necessario, nell’interesse dello Stato, acquisire anche il nostro contributo”. mdc/AGIMEG