Scommesse sportive: operatori tassati, con agenzie chiuse per pandemia, per sostenere lo sport, mentre in Serie A stipendi cresciuti del +46% in sei anni

Le scommesse sportive in Italia sono in prima linea per sostenere lo sport. La tassa ‘salvasport’, introdotta nel 2020 dal Governo Conte, lo scorso anno ha garantito, dal prelievo sulle scommesse sportive, un introito di ben 50 milioni di euro per dare nuova linfa al sistema sportivo nazionale (una cifra in aumento rispetto ai 40 milioni del 2020). Una misura invisa agli operatori scommesse che, chiusi per volontà politica nei mesi di lockdown per fronteggiare la pandemia, si sono visti costretti ad erodere ulteriormente i propri margini per sostenere il mondo dello sport.

Eppure, secondo i dati resi noti oggi dalla ‘Gazzetta dello Sport’, nel solo mondo del calcio gli stipendi crescono a ritmi più che sostenuti. Nelle ultime sei stagioni, infatti, gli ingaggi dei calciatori della nostra Serie A sono lievitati del +46%. Nella stagione 2020/21, colpita dalla pandemia, i numeri hanno registrato una lieve flessione, che in ogni caso ha consentito ai giocatori di mettere in tasca quasi 1,3 miliardi di euro.

Cifre davvero importanti, che fanno riflettere su un mondo, quello del pallone, che nonostante tutto non conosce crisi, ma che è sempre pronto a chiedere denaro sonante per andare avanti, rivolgendosi ad un settore come quello delle scommesse in piena crisi dopo due anni di pandemia e due lunghi lockdown.

Come ha evidenziato un analista del ‘Sole24Ore’, sarebbe forse più giusto che una quota dei proventi delle scommesse venga investita nei vivai, piuttosto che non per accrescere gli ingaggi multimilionari dei calciatori che ogni domenica calcano i campi di Serie A. Il tutto, in attesa di interventi strutturali e di più ampia portata che non penalizzino lo sport delle categorie inferiori ed il mondo degli operatori delle scommesse come invece accade oggi. cr/AGIMEG